CAP. WC -7 lin FANTAS1ME 339 — Senti, vieni qua ; adesso fa giorno, :o notte? — Notte, perciiii senza lumi qui mia ci si vedrebbe. -- Non qui... ma fuori..,. — Fuori è - buio ugualmente. Se poi lassù faccia notte o giorno io non .saprei informarne vostra Eccellenza, perciò per ora -non mi concedono salire_ - — Che parli tu 'di salire? A me non parve scendere venendo qua dentro.- - Vi è parso perchè e dolcissimo il pendio, che mena nello interno della spelonca; ma avete da sapere, che ci troviamo delle miglia ben molte sotto terra. Don Francesco vedendo essere, preso a gabbo dal petulante garzone gli vibrò tale uno sghardo, che yer quanto costui fosse sfrontato non ebbe forza di sostenerli), ed uscendo avvertiva: — in .un baleno torno col pranzo, che li nostro gregge e i' orticel dispensa Cibi non compri alta non parca me-nsa, come dice il sibor , Torquato Tasso: Questo baleno ducò per così lungo spazio <di tempo,- -che •il Conte attribuendo la dimora a nuova malizia del garzone-, sempre r più . s' inviperì contro di Pui, e dispose _dargli tale 'ricordo, che se ne potesse rammentare per un pezzo. Tornò alla fine H, ragazzo simnlandosi ansante come etii viene in fretta,- e portò due candelieri di singolare fattura: erano due mani scarne,' che reggevano le ,eandele _accese.; i lini per imbandire la mensa,- e di più ragioni vivande AccoModate squisitamente, e in copia- da bastare a dieci: dispose ogni cosa con accortezza sopra- la tavola, procurando starsene lontano quanto' meglio- poteva dal conte. -- Qiiesti. spiava it.modo di-. mettergli le triani addosso; ma il garzone, svelto, si- cansava a guisa.'d,i mosca sul muso dello alano, che gli svolazza fastidiosa ed assidua pel naso, per le orecchie, e per gli occhi; e quando .sbuffanda avventa le zanne fugge via, ed egli morde l aria. Don Francesco alloTa, traendosi di tasca un ducato, gli disse — Vieni qua, figliuolo, come ti chiami?- - Chiamatemi come vi pare, Eccellenza... — Ma un nume devi averlo; non ricevesti tu il battesimo ? — Sarà sebbene avessi a trovarmici presente„ pure non me
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