Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

323 « città di Anagni tutta in rovina. Interrogati alcuni maggiorenti Anagnini a intorno alla causa del soqquadro, questi gli narrarono come dal tempo « della prigionia di Papa Bonifazio in poi non avessero avuto altro che « sventure da piangere ». Così il buon Monaco TOSTI, su la fede del CrAccorno : Vita di Bonirazio VIII.— Questo monaco insigne propugnò,' in varie opere dettate con flore di lingua e singolare dottrina, le prerogative del Papato al- tempo stesso però egli si mostrava tenerissimo della Patria italiana: ciò bastava ond' ei nOn potesse più durare tranquillo in Morite Cassino. Tanto, nella stagione che corre ' la paura di non essere trovato abbastanza umile, ed obbediente datsuoi Protettori vince nel Pontefice il Merito che monaco, o sacerdote possa avere acquistato appo la Chiesa ; « i Padri Gesuiti cantano Qsanna! Io non gli avrei mai creduti di così poca levatura, come il conobbi à prova. (6) Numeri, ,Cap. Pl. - (7)'Geremia, Cap. ultim.,« Propter montern Sion quia disperiit • pés anabulavertint in CO ». (8) Per questi fatti vedi I capitoli storici della Battaglia di Benevento. (9) Siccome quel, che il MAccurAvELLo scrive intorno alle discordie dei cittadini avrebbe giovato assaissirrio negli anni passati, se avessero voluto leggerlo, .e meditarlo ;• e siccome, forse, potrebbe essere di utilità nei .futuri, io' qui lo riporto supplicando, Dio che i miei lettori lo antepongano, come merita, al testo: « Le gravi , e naturali nimicizie , che sono intra gli uomini popolari , « ed i nobili causate dal volere questi comandare, e quelli non obbedire « seno cagione di tutti i mali, che nascono nella città: perché da questa « diversità di umori tutte le altre. ' cose che perturbano le repubbliche (c . prendono il nutrimento loro.' Questo tenne disunita Roma, questo, s'egli « è lecito le cose piccole paragonare alle grandi, ha tenuto divisa Firenze, « avvegnachè nell' una, e nell' altra città 'diversi effetti partorissero. Per- « ché le inimicizie, che furehti da principio in Roma infra il popolo, ed nobili disputando, quelle di Firenze combattendo si disfinivano. Quelle « di Roma con Una legge, quelle di Firenze con lo esilio e con la morte « di Molti cittadini terminaVano. Quelle di Roma sempre la virai .militare « accrebbero,. quelle di Firenze al tutto la 'spensero. Quelle di Roma da « una ugualità di cittadini in una diSuguaglianza..grandissirnà quella città « condossero:, quelle di Firenze, da -una.' disuguaglianza ad una mirabile « ugualità l'hanno ridotta. La quale diversità di effetti .conviene sia da i( diversi fini che hanno avuto questi ,due popoli, causata. Perchè il po- « polo di Roma godere i supre`mi onori Insieme coi nobili desiderava, « quello di Firenze per essere soie nel' governo, senza che i nobili' ne parlecipaSSero combatteva. E perché il desiderio del .popolo romano era « più r igionevole, venivano ad essere le offese ai nobili più sopportabili , a talchè (Mena nobiltà facilmente, senza venire alle armi . , 'cedeva : dimo- « dochè dopo alcuni dispareri a creare la legge dove si soddisfacesse ai « desiderii del popolo, i nobili nelle loro dignità rimaneSsero, conveni- « vano. Dalt' agro canto il desiderio del popolo fiorentino era ingiurioso, • ed ingiusto, talchè la nobiltà con maggiori forze alle sue difese si, pre- « parava', e perdo al sangui, ed allo esiliò si veniva dei Cittadini. E quelle « leggi; che nei si. creavano non a comune utilità ma tutte in favore del « vincitore si ordinavano. Da questo ancora procedeva, che nelle vittorie « del popolo la città di Roma più virtuosa diventava, perché potendo i « popolani nell' amministrazione dei Magistrati degli eserciti , e degl' im- « perii essere con i nòbili preposti, di quella medesima virtù, eh' erano « quelli si riempivano, ed in quella città crescendo la virtù cresceva la « potenza. Ma in 'Firenze Vincendo il popolo, i nobili privi dei magistrati « rimanevano, e volendo riacquistargli, era loro necessario con il governo, « con P animo, e con il modo di vivere simili . non solamente ai popolani « essere, ma parere ». Stor0,,libro (19) Roberto di' Ginevra , cardinale legato , cercò scostare i Bolognehi dalla lega promettendo loro il perdono del commesso errore, ed il mantenimento della libertà, che avevano ricuperata , purché obbedissero alla suprema autorità della Chiesa ; 9 siccome i polognesi risposero « Noi

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