Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

32 siamQ,apparecchiati a tutto soffrire, piuttostoche sottometterci di nuovo « a persone di cui il fasto, la insolenza e l' avarizia abbiano fatto si cru- « dele esperimento », il Cardinale proruppe: « .ed lo non mi allontanerò « da Bologna, finché non mi sia lavati piedi e mani nel sangue loro ». ... Il legato obbligò Galeotto Malatesti ad aprirli la città dl Cesena, da questo signore mantenuta in fede della Chiesa. La Murata, quartiere pochi anni prima difeso eroicamente da Marzia Ordelaffl, fu dato per istanza ai Brettoni ; ma questi barbari vi si comportavano troppo peggio che In città vinta : rapivano robe, mogli ' figlie, nè risparmiavano ai cittadini maniera veruna di strazii. Perduta la pazienza, i Cesenati asSallano alla sprovvista i Brettorii, e ne ammazzano 300 nel t° febbraio 1377. Il Cardinale, presente al. fatto, condannò í soldati, e promise perdono, purché i Ce- senati tornassero ad aprirgli le porte, ed - essi •così fecero: allora costui ordinò perfidamente si mettessero a morte tutti. Non contento di aizzare alla opera atroce i suoi BretIoni, chiamò ancora l' Acuto ( Giovanni Aukwood — falcone in bosco) co' suoi Inglesi, che stanziava' in Faenza, a far sangue; e siccome questo capitano non si sapeva risolvere a commettere tanta enòrmezza, « Sangue urlava furibondo il Cardinale, io voglio sangue ! » Durante la strage, soVenti volte fa udito gridare: « morte a tutti ! » SISMONDI Storia delle IlepubbliChe italiane, tom. VII, p. 78. — L' Abbate Cistercense aveva già corna- ndato , alla presa di 13ezieres , si uccidess«o tutti i terrazzani eretici , o no , che Dio Poi gli avrebbe scelti a. comodo nell'altro mondo:.« Caedite eos, novit enim Deus qui soni ejus ». CAESAII HEISTERBAC, lib, V, p. 21. — Tali i preti un giorno; quali adesso, voi dicano' Roma e•Romagna, e I' effemeridi loro truci , ed irrequiete eccitatrici agli odii, .alle persecuzioni , alla servitù, ed al sangue. S' è giusto così, giudichi Dio. (11) MACCHIAVELLO. Descrizione • del modo tenuto dal Duca'Fatentino per ammazzare Oliverotto da Fermò, ritellozzo Vitello - il Signor Gian- . yagolo, e il Duca di Gravina Orsini. (12)•« Nel seccare, e daré•la via al lago Fucino fece prima fare una battaglia navale. Ma gridando' quelli che avevano a Combattere : « sia ben trovato lo Imperatore • ti salutano colorò, che stanno per morire » avendo egli risposto: « ed a Voi pure salute ! » essi pensarono, - che mediante 'cotesto Saluto egli gli avesse licenziati dal mettersi in pericolo di vita, e non volevano combattere. Per la qual cosa egli stette un pezzo, sopra di se pensando se avesse à mettere fuoco alle navi „o - piuttosto tagliarli a pezzi. — Finalmente levatosi da sedere incorninciò a correre intorno al lago balenando, e stando per cadere, tantochè egli li costrinse a, combattere parte con le minacce , parte co' prieghi. AlfrOntaronsi insieme. In cotesto spettacolo l' armata Siciliana , e quella di Rodi , dodici galere, per banda , e nel, mezzi) del lago. 'sorse un Tritone di argento , il quale suonava- la trombetta. » Svrromo, tom. Il, p. 226. (13) HUME. ; Storia d' Inghilterra, i0471. i. (1.4) L' erba fu è propriamente la valeriana maggiore, o domestica, rimedio specifico per le palpitazioni del cuore. (15) Ordinariamente la natura dipinge i malvagi con i colori dei serpi,. e dell' erbe palustri. L' appellativo verdinegro è di regia origine , e fu. circa a quei tempi inventato da Filippo II, il quale in.cotesto modo desi-., gnava PEscoVedo ,. segretario del suo fratello don Giovanni d' Austria comineitendone la strage a don Antonio Perez suo ministro. « Certo con- « vendrà abrebiarlo de la muerte del Verdinegro antek que haga algo con . « que nonsearnos despues a tiempo, quel no deve de dormir ni descuidarse « des Sus eostumbres. Acedlo y daos priessa ante que nos male ». Questo è un biglietto scritto da Filippo II di propria mano a ,don-Antonio Perez, riportato dal signor MIGNET nella sua opera Antonio Perez é Filippo II, P. 70. — Tali erano le regie pratiche quando - i principi volevano torsi davanti agli occhi un uomo increscioso: 'oggi si adopera diversamente: si chiamano sei, od otto pallonieri Mascherati da giudici, e s' incumbenzano di finire l'uomo non abrebiando , bensì allungando, trapanando col diuturno carcere ; uccidendo, insomma, il corpo mercé' i dolori dell' anima. La morale, che presiede a siffatte giustizie, da Filippo In poi non è punto

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