Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

310 BEATRICE CENCI scere? Tutti si -stringono — ed io ho veduto, e lo vedo tutti si stringono intorno alla tirannide a succhiare, e'ome intorno alle infinite mammelle di Cibele. Vi aggrada cotesto umore? 'Sue. chiate , 'maledetti! A stille, e per mercede, vi si rende quello che a largo sorso fu bevuto dalle vostre vene.. 'Ecco' la via Appia, che da Roma, traversando le paludi pon-. Line , andava a Brindisi, reliquia di . paterna grandezza rimasta come- scherno :delle nostre opere di un giorno. 'Lì presso contristano più moderne rovine ,. quelle di Anagni, dove fece riatp.' fingi° il superbo concetto del Papale (5). :La guanciata di Sciarra Colonna sopra la faccia di Bonifazio VIII infranse irreparabilmente il triregno. Non essendosi -aperta in quel momento la terra sotto i sacrileghi', come • a Datan e a Cere (6), il mondo dubitò che,Dto stesse - davvero (come gli s imponeva credere sotto pena della eterna ,dannazione ) suo Pontefice. i collidi. Ro- ma -non imitavano ancora il ,monte di Gerusalemme , dove si annidano le volpi M; qualche volta vi .'ruggiva anche il lione;• ma -da quel giorno in poi le. chiavi di San Pietro', le chiavi • della` Città Celeste — dall'avara viltà dei Sacerdoti furono sovento presentate 'ai Potenti della terra, come chiavi di vinta 'città. - Ecco Ferentino , là dove è fama che Manfredi , impaziente di • regno, , calpestasse come uno sèaglione la testa del padre Fej derigo per salire sublime. O corona! quanto hanno ad eessere - infernali i'tuoi • splendori, se un cavaliere sì degno non rifuggì acquistarti a prezzo di un ,parricidio! Più oltre 'apparisce San Germano, dove i Pugliesi, furono bugiardi a Manfredi per Carlo di Angiò; antica usanza di schiavi, che immaginano mutare stato perchè mutano' soma. Si abbiano P abbominazione, dello antico signore, e il disprezzo del nuovo; cliè troppo, bene meritar ono.-anibedue. Da. questa parte giacciono i campi Palenti, dove la stella scin— tiliante della casa Sveva tramontò per sempre dentro un lago di sangue. Stella imperiale, la • tua aurora fu vermiglia ; il tuo rnezzogierno sulfureo; . il tuo tramonto 'sanguigno: nè quel co- lore fu ricavato, dal mollusco dei mari, di Tiro, bensì dalle vene degli uomini., che non .ne mancano mai. Volgiti al Mediterraneo ; là, là è un piccolo castello, 'infame pel tradimento del giovane falco degli Hohenstauffen, Infelice Corradino! quantunque cresciuto alla preda, ci commuove il tuo

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