Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

BEATitiCE cù•Nel Scorsi alquanti giorni, don Francesco sentendosi-. bene della persona disposto„ e del .piede abbastanza rimesso, certa mattina„ sul fare dell' alba, sveglia di repente la famiglia,' e le ordina, che così coMe , si trovava vestita scendesse. — Nel cortile Beatrice vide apparecchiati cavalli da sella, la carrozza, ed uomini di scorta; indizio manifesto di lungo Viaggio,. Dove il padre la menasse , per quanto tempo Sarebbe rimasta lontana da Roma questo fu quello eh' ella non gli domandò nè alcuno della famiglia si attentò a richiederglielo. 11 Cènci aveva provveduto a tutto con la sua ordinaria solerzia. Non gli parendo bene avventurarsi co' soli famigli per le vie infami, che da Roma conducevano alla Rocca Ribalda , aveva stipendiato per alquanti giorni una mano di guardie campestri, che gli tutelassero il cammino. Altre volte egli aveva percorso le cinquantotto miglia che passano tra la città e cotesto feudo, in un giorno solo; ma adesso ,non vi era da contarci sopra, consi- derando da, una parte :la carrozza lenta a muoversi, altra le strade o sprofondate ..nella polvere, .o dirotte pei poggi, e il caldo .grande della stagione,. Nei cariaggi il Conte aveva fatto riporre biancherie, argenti, di ogni maniera vettovaglie, e vini di più ragioni, fra i quali una fiasca dì keres che aveva ,sopra la veste dipinfa la data del 1550, _raccomandando che -ne avessero cura particolare* • Beatrice, prima di entrare in carrozza, indirizzandosi al Conte gli disse: , — Signor Padre, ho da parlarvi... — Silenzio; salite... E Beatrice, volgendogli supplichevoli le mani, di nuovo: — Signor Padre, .uditemi per lo amore di Dio.... ne va della vita vostra... Ma il Cènci, reputando coteste smanie sforzi per sottrarsi dallo - aborrito viaggio, _la cacciò di una spinta in carrozza chiuse chiave lo sporte116, e fece abbassare. diligentemente le cortine. Dato il cenno della partenza don Francesco salì con gli altri a cavallo, e. tutti sì posero,,ìn via, senza dire .un fiato. Cotesta compagnia, più che di cavalcata viaggiatrice, aveva sembianza di associazione di qualche illustre defunto. Uscirono dalla porta di San Lorenzo, e tenendo sempre la strada Tiburtina -giunsero a Tivoli.

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