Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

(5) Semplice traduzione di due versi di Condorcet , git4SliZílt1O nella prima rivoluzione di Francia : Ils m'ont dit : choisis étre oppresseur, ou victinae. J'embrassai le 9nalheur, et leur laissai le crinw. (6) in un col latte T'imbevvi io I' odio del patrizio nome; Serbalo caro; a lor si dee, che sono seconda dell' aura o lieta, o avversa, Or superbi, ora umili, infami sempre: disse Il conte ALFIERI nella Virginia. (7) Suburra che fosse lo diremo in latino, valendoci delle parole altrui : « Erat 'regio ( Romae ) in qua meretriciurn diversoria erant : quae oh id « Suburranae dicuntur a poetis ». Thesaur. ling. latin. t. IP. —ln Roma poi vendevansi ceci, e noci fritte, e di questo cibo assai si mostrava vaga la plebe. Nell' Arte Poetica di ORAZIO troviamo il verso 24ú, che dice: Nec si quid fricti ciceris probat, et nucis emptor; le nella Bacch. di PLAUTO l'altro, concepito: Tam frictum ego illum redeam quam frictum est cicer. (8) « Irnperciocchè anco le preghiere sono figliuole di Giove: zoppe, grinzose, e guerce degli occhi ; e queste andando dietro la ingiuria la emendano. La ingiuria è gagliarda, e di pie fermo passa per tutta la terra offendendo, ed esse le tengono dietro, e medicano i di lei danni. Ora, chi rispetta le figlie di Giove allorchè gli si ipccostano , questo sarà vicendevolmente assai giovato da loro, ed esatato quando ci prega ; ma se alcuno le rigetta, ed ostinatamente le recusa, allora queste andando pregano Giove Saturnio che la ingiuria persegua colui acciocchè, offeso, paghi la pena della sua durezza ». OMERO. Biade, lib. 1X. (9) « In ogni tempo, in ogni contrada i patrizii hanno perseguitato haplacabilmente gli amici del popolo; e se per caso alcuno ne sorse nel grembo loró, sopra di questo particolarmente percossero, studiosi d' incutere spavento con la grandezza della vittima. Così periva l' ultimo dei Gracchi per la mano dei patrizii ; ma giunto dal colpo fatale, lanciò un pugno di polvere contro il cielo prendendo in testimonio gli DO immortali, e da quella polvere nacque Mario. Mario, meno grande per avere slerminato i Cimbri , che per avere abbattuto in Roma l' aristocrazia della nobiltà ». IVIIRABEAU. 1//éMOireS, t. V. p. 286. (10) LUIGI BLANC. Storia della Rivoluzione di Francia, t. II, lib. 3. *(11) Giornali del tempo, e segnatamente il Ddbats. (12) Quali per vetri trasparenti e tersi, Ovver per acque nitide e tranquille Non sì profonde, che i fondi sien persi> Tornan dei nostri visi le postille _Debiti sì, che perla in bianca fronte Non vien men forte alle nostre pupille. Paradiso, Canto III. (13) PLUTARCO, Vita di Temistocle. Il Visconte di Chateaubriand nelle sue Memorie, t. I. p. 290, scrive: « Quando un uomo domandava la ospitalità presso gl' Indiani , lo straniero incominciava il ballo del supplichevole. Un fanciullo toccava la soglia, dicendo: « ecco lo str3niero1 » Il capo rispondeva « mettilo dentro ». Lo straniero protetto dal fanciullo sedeva su la cenere del focolare. Le donne cantavano l' inno della consolazione .... Questi usi sembrano imitati dai Greci. Temistocle presso Admeto abbraccia i Penati, ed il figliuolino dell' ospite. Ulisse in casa di AIcinoo implora Arete così : « nobile figlia di Resenore , dopo avere durato mali crudeli io mi prostro davanti a voi cc. ». Compiute queste parole 1' eroe si asside sopra le ceneri del focolare ». (14) Lo enimma dato da Sansone ai Filistei, diceva: « dal divoratore uscì il cibo, dalla forza venne la dolcezza »;ed accennava allo avere egli trovato un favo di mele nella bocca del Lione morto. Giudici, C. lr.

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