Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. XVII. — IL TEVERE 303 4tò nell'anima di cui lo guardava un simile affetto. — Quando glielo tolsero per rimetterlo nella culla gli parve sentirsi uscire di mano la ultima tavola, sopra la quale aveva confidato salvarsi dal naufragio. NOT E (1) Nello intento di adulare .'Ottaviano Augusto, gl'inviati di Tarragona gli referirono, un giorno, come sopra la sua ara fosse cresciuto un alloro (altri dicono una•palma ). Augusto, sdegnando essere tolto a compare di questa goffa piaggeria, rispese (c Questo è segno espresso, che N oi non vi « curate sagrificare vittime in onbr mio. » Fila di Ottavio Augusto, attribuita a Plutarco. (2) « Poi vidi nella destra di colui, che sedeva sul trono, un libro Scritto di dentro e di fuori, suggelrato con sette sigilli ». Apoc. Cap. F. n. t. (3) Scilla, racconta la favola, fu ninfa, e di lei innamorò Glauco dio Marino; il quale non le potendo toccare il cuore ebbe ricorso a Circe maga, che gli compose 'certo suo filtro da mescolarsi con l' acqua della fontana dove là ninfa si bagnava. Scilla, entrata nel bagno, si trovò cangiata in mostro con sei bocche e sei teste, ed una cintura di cani le si cinse alla vita. (Odissea, lib. XII. v. 85 e segg. Eneide, lib. III. v. 424 e segg.) 11 FLAxm45, pelle sue composizioni della Odissea, rappresenta Scilla circondata da cani, e-così pure si osserva negli antichi cammei. Questo vortice marino prossimo alla Sicilia , secondo che Pausania afferma (II. c. 34) col fragore delle sue acque imita i latrati dei cani. (4) Dicesi che avendo Pausania , mosso da vergognoso appetito, mandato a prendere una fanciulla di Bisanzio, che aveva nome Cleonice , figliuola di genitori ragguardevoli e chiari, questi gliela lasciarono condurre da necessità costretti , e da tema ; e che avendo ella pregato, prima di entrare nella stanza, che spento vi fosse il lume , inoltrandosi poscia al: I" oscuro, e tacitamente verso il letto in cui già Pausania dormiva, urtò non volendo nella estinta lucerna, e la rovesciò; e eh' egli destatosi con agitazione allo strepito, e sguainato un pugnale che teneva appresso, cominciò a dare dei colpi come se qualche nemico gli si facesse incontro, e Ieri la giovane; la quale essendo morta per una tale ferita , mai più non lasciò poi riposare Pausania; ma frequentemente di notte gli appariva fra il sonno in forma di larva, e con impeto di collera gli diceva un verso eroico. di questo significato: Va all' ultrice giustizia, che ti aspetta; Male assai grande è agli uomini la ingiuria. Per un' azione siffatta male potendolo sopportare gli alleati, andarono insieme con Cimone. ad assediarlo; ma Pausania se ne scampò fuori di Bisanzio, ed agitalo„ per quanto si racconta, da quel' fantasma, rifuggissi ad Eraclea nel tempio Negromantico; e chiamando quivi l' anima di Cleonice, supplicavala di volere deporre lo sdegno : ella però comparitagli, disse che ben tosto liberato sarebbe da ogni male come giunto fosse in Lacedemonia ; alludendo, Com'è probabile, a quella morte, ch' era quivi per ,incontrare.. PLUTARCO, in Vita Chnonis. Che poi questo spettro comparisse a Pansania ogni qual volta si affacciava alla superficie delle acque, -sì ricava dal .Di.- zionario infernale alla parola laromanzia.

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