Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. IV. - e AMMAZZATA DI VIT TANA 251 stirpe è l' uomo! - Nè qui l' agonìa finisce: prima di arrivare 'ali' ospedale mi circondano gli sbirri, mi tolgono dalle braccia la madre, la depongono in mezzo della strada, e me traggono in prigione. I creditori, non sazii di ogni mia sostanza, volevano anche bevermi il sangue: - Udiva un singhiozzare soffocato... ed era mia madre che piangeva: mi voltai per consolarla, ma non la potei vedere perchè i miei occhi erano pieni di lacrime di sangue. Tentai parlare... neppure... sta bene. — Marzio tacque alquanto; poi, asciugatosi il sudore dalla fronte, riprese: Ruppi la prigione, presi la macchia, mi vendicai di tutti. Al fanciullo, che gittò sassi contro mia madre, ruppi il cranio sopra una pietra; sta bene. Indi ìn poi segnai il calendario con la punta del mio coltello - ogni giorno fu un rigo di sangue: mi ardeva la pelle; il sangue ubbriaca peggio del vino. Dio giudicherà se io avrei potuto resistere al demonio, che prese possesso dell' anima mia; io non addurrò scusa; se merito pietà voglia perdonarmi, se no mi condanni; ma di quello che ho fatto, e dell' altro che intendo fare, io non so pentirmi... il compito che la vendetta ha posto in mano della morte non è ancora terminato; al mio rosario manca un paternostro - una testa di morto - quella del padre vostro. Nel regno faceva mal' aria per me; venni su quel della Chiesa, ed entrai - nella compagnia di Marco Sciarra. Quanto commisi da bandito non importa che voi sappiate; così non lo sapesse la Giustizia eterna! Un giorno di sabato, al tramontare del sole, seduto sopra una selce fuori le ultime piante della macchia, teneva le gomita appoggiate su l' archibugio, l' archibugio traverso alle ginocchia, e la faccia appuntellata ai pugni. Aspettava i compagni presso la quercia della Rocca Odorisi per fare le nostre preghiere della sera davanti alla immagine della Madonna attaccata alla querce, e metterci d' accordo su le faccende del domani. L' aria pareva una bocca di forno; il sole , che tramontava, aveva sembianza di un cuore insanguinato dentro un catino di sangue; i capelli lunghi mi si erano rovesciati su gli occhi ; e, visti così

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