Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

920 BEATRICE CÈNCI vada allo inferno chi mi dice: « siamo per arrivare; ecco l'ultimo miglio! » Queste ore battute, allorchè sono passate ci percuotono come il rumore . di un frammento di vita, che ci caschi da dosso per non ritornarci mai più. Forse in giovanezza, quando un orecchio tintinna pei sonagli che vi squassa vicino la follia, e l' altro ronza d'inviti che vi sussurra den- tro la bocca lasciva , il mal suono o non giunge, o giunge fioco. Adesso poi, nella età in Cui mi sono condotto, mi pare che le ore scappino più veloci, come i fantini raddoppiano le sferzate all' ultimo giro del palio.: Motus in fine- velocior. Ora pertanto bisogna attendere con ogni studio... a che attendere? Tutto è contrasto, disordine e confúsione nel inondo : 'noi 'siamo in guerra contro noi stessi. Io, che dai primi anni ho abbracciato un partito, e mi vi sono confermato con la riflessione, e ostinato con le opere;.. io pure, quando meno me lo aspetto, sento dentro di me uno spirito che discorda da me, e sempre contradice, e perfidia, e con lusinghe, o per forza vorrebbe. strascinarmi in parte .ove io non voglio andare: se fosse un occhio, o una mano ribelle potrei strapparlo, o tagliarla; ma come arrivare a mettere le mani addosso a questo spirito' di rivolta? Se però -non posso strangolarlo , posso ben vincerlo. O spirito di rivolta, perchè ti consigli trattenere' il torrente della mia volontà con i tuoi • dicchi di ragno? Se tu sei un angiolo, da" retta a me, torna a casa tua perchè predichi. al deserto; . se demonici, vattene., non m' infastidire adesso: faremo í conti tutti in una volta:Beatrice pensò atterrirmi quando minacciava, che i posteri diranno di me: (( ai tempi del profeta Natan i flagelli di Dio erano tre,'poi diventarono quattro: fame, peste, guerra, e il Conte Cènci »; e nessun cortigiano mai trovò blandizie più piacenti con la sua lingua dorata. - E così foSse! Ma i posteri non sapranno neppure che tu sei vissuto. Tutto è vecchio, consumato; tutto casca a pezzi quaggiù. i nostri terribili genitori ci hanno divorato tutto; essi ci hanno diseredati persino della facoltà d'infamarci. - O Tiberio , o Nerone, o Domiziano, voi ci avete tolto il diritto di poterci chiamare scellerati. - Voi tuffaste la bocca nel fiume della hissuria e della ferocia;

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