Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

198 BEATRIClì CISNC1 Gianniechio era un garzone più povero di Lazzarb portava vesti di cui metà era mota, e l' altra toppe di ogni maniera, colore, e misura; una soprammessa all' altra come la caka degli accattoni si affolla su la punta dei piedi a sporgere la pentola alla porta del convento dove il cappuccino dispensa la minestra. Giannicchio era uno di quei poveri figliuoli, i quali dalla madre natura non hanno ricevuto altra benedizione, tranne uno schiaffo. Quanto si poneVa a fare, tanto gli riusciva a traverso: se prendeva una stoviglia la rompeva; se correva per soccorrere, o urtava col capo nel muro, o andava a dare di cozzo nel naso della persona che intendeva sovvenire; a chiedergli acqua avrebbe portato fuoco. Il Curato affermò più volte, ch' egli doveva essersi trovato alla torre di Babele a fare da manovale. Nonostante ciò Giannicchio malanno, chè tale gli avevano appiccato nomignolo, era di così buona pasta, tanto serviziato e amoroso, che sempre stava per casa al curato, e da campare alla meglio ogni giorno rimediava. Ora è da sapersi come fuori della canonica si trovasse un pozzo, e accanto al pozzo la pila da abbeverare le bestie, e lavare i panni. Certa sera Marco tornò tardi a casa perciò il Curato lo aveva imprestato al Dottore, al quale in quel giorno la cavalla evasi azzoppita dalla terza gamba; e fu deciso che ormai nessuno potesse salirvi sopra, senza la quasi sicurezza di fiaccarsi il nodo del collo. Nè Marco tornò solamente a casa tardi, ma vi tornò trafelato. Trivia rideva nel plenilunio sereno, come dice Dante, e vagheggiava il tondo disco nella poca acqua avanzata nel fondo della pila come una ricca dama si contempla, in difetto di meglio, dentro uno specchio da quattro soldi. Giannicchio menò Marco alla pila, e volgendo gli occhi in giù vide la luna. L' Asino assetato bevve avidamente fino all'ultima stilla l' acqua raccolta nella pila, e la luna scomparve. Allora Giannicchio, preso da maraviglia e da spavento, si dette a gridare che Marco aveva bevuto la luna. Tale era Giannicchio. — O cari! o desiderati! - esclamava la buona Verdiana, e si affrettava affannosa verso l' Asino e il Curato. Abbracciò Marco pel collo nè più nè meno con lo all'etto di Sancio

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