Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAPITOLO XI. LO INCENDIO. " Satanasso perchò altri esser non puote ) Strugge, e mina la casa infelice. Volgiti, e mira le fumose ruote -pena rovente fiamma predatrice; Ascolta il pianto, che nel ciel percuote. ARIOSTO. Oh quanto fu gran dolore il caso, che incolse al misero falegname ed alla sua famiglia! -- Moglie, marito e pargoletto dormivano tutti insieme nella medesima stanza sopra la bottega. Dormivano ma un sogno; spaventoso travagliava la moglie, e le parca che un mostro immane, con occhi infuocati, peloso nel corpo composto .di nodi flessibili come il verme, e di ale scure a modo di ) vipistreilo, le tenesse le branche deretane fitte nei fianchi e le anteriori nella gola, affaticandosi di strangolarla: tentava muoversi, la meschina, e non poteva: s' ingegnava gridare, e non le riusciva. In ultimo si voltò con supremo sforzo sopra un fianco: gli occhi sentiva, gravi così, da non li potere schiudere; eppure la facoltà visiva l' era assorta dolorosamente da due globi di luce ora violetta, ora cerulea, come fiamma di spirito di vino. Le arterie delle tempie le battevano con . ispasimo , non altrimenti che se fossero tese, e un demonio stringendole con pinzette infuocate si dilettasse a farle vibrare di angoscia. Nella gola durava un raschìo acerbo, quasi cagionato da arista di

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