Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

CAP. X. - IL CONVITO 165 venerazione e rispetto: in quanto a voi altri laici, forse avrei. proceduto senza cerimonie.., ma no... ho pensato che se io aveva causa sufficiente a gittarmi via, alberi e fiumi per appendermi, od affogarmi merce di Dio non ne mancavano; e non doveva pormi indiscretamente tra il sole e voi per abbuiarvi la vita. - Io poi non mi sono impiccato perché, Pene considerata la cosa, la morte è un brutto quarto di ora - e di più, su le cose che si fanno una volta sola, ho inteso sempre dire ch' è savio pensarci sopra due; - ma neppure volli contristarvi con la mia presenza. Adesso , che un filo di luce viene a rischiarare obliquamente il buio della mia anima, scoto la chioma da questa cenere ; colgo anche una fiata - forse l' ultima - una rosa, e ve la intreccio dentro. - Certo durante il verno non si vorrebbe nudrire vaghezza di rose, nè il genti' fiore si educa in mezzo alla neve... pure in questa alma Italia, e ve ne fa prova Beatrice mia, in ogni stagione crescono le rose; e se non ne trovi nel tuo giardino, va in quello altrui, e coglile o strappale. Sì; strappale a forza; perché, qual legge condannerà il vecchio che prima di morire ha involato una rosa in ricordo della gioventù spenta, e in conforto della vita che si spegne? Tanto varrebbe, che . Sua Santità scomunicasse un moribondo perche manda lo sguardo estremo alla luce che fugge ... E tu, Beatrice , quale strana fantasia ti prese di mettere una rosa appassita nei tuoi capelli? Temi per avventura il paragone delle tue guance con le foglie della rosa fresca? - Cessa dalla paura, donzella; - tu puoi provocare siffatto genere di confronti, perché sei nata a vincerli tutti. — La fanciulla gli dardeggiò uno sguardo a guisa di saetta; egli lo ricevè stringendo gli occhi, e facendo sfavillare le pupille. Don Onofrio Santa Croce rispose: — Noi siamo venuti, Conte, come parenti ed amici a prendere parte delle contentezze vostre 5 e bene mi auguro, che le abbiano ad essere grandissime; imperciocche io non vi conobbi mai di umore sì gaio, da pretendere di emulare il buon vecchio di Teo. — — Ed io ebbi torto a non procurarmi cotesto umore,

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