Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

160 BEATRICE CENCI ripigliarlo al suo svegliarsi domani. Allora gli uccelli traversano rapidi i cieli chiamando la famiglia a raccolta, e raddoppiano il canto o per amore della luce che si spenge, d per paura delle tenebre che nascono: pei campi il tintinno •dei •campanelli raduna gli armenti alle stalle: dall' alto dei campanili la squilla con tocchi dolenti annunzia essere giunta l' ora delle gioie domestiche e delle memorie. Invano! Non tutti gli uomini amano il focolare di famiglia, e la preghiera pei morti; molti, all' opposto, spiano dallo spiraglio della finestra quando il giorno cessa, e respirano più liberi al calare della notte, però che i pensieri e le opere loro sieno di tenebre. Ed io, che pure non .amo le tenebre, non rispondo alla Chiamata. Qual è la stanza, che mi attende? La cella del prigione solitaria, nuda, gelida, dove non odo altro che il gemito di qualche infermo, o l' agonia di un morente perchè fa parte d' un ospedale di condannati (1). Sopra lo spali» dell' antica fortezza di Volterra contemplo i colli lontani di azzurri e lieti farsi neri e minacciosi, simili ad amici che ti abbiano tradito, o di beneficati che, giusta il costume, ti paghino il debito in moneta d'ingratitudine. Le nuvole, poco fa sfavillanti dei colori della madre perla, diventano fosche come i ricordi della passata felicità; si affacciano oscuri al travagliato dalla presente sciagura. Alcune vele bianche passano, e si perdono per la caligine del mare Tirreno a modo dei pensieri, che si sprofondano nel buio della meditazione. 11 fiume antico della Cecina avvolgendosi con iiffinite curve per la campagna, par che fugga di perdersi nel mare, come la vita tenta ogni sforzo per •sottrarsi alla morte irreparabile. Scorri, o fiume., più rapido dove ti spinge necessità di natura, e non trattenere con inani conati le tue acque, — perchè tutto incalza un fato supremo. Come rami di albero, o manipoli di paglia, sopra la tua corrente reami e popoli galleggiano sul fiume del tempo per traboccare nella Eternità. Poichè tutto muore, deh! possa sovvenire a noi miseri il conforto di poter volgere nella fossa alla- cenere, che ci sta accanto, queste parole: « Tu sei formata di ossa felici,

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