Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

142 BEA TRICE CÈNCI qui fuori certa gentildonna , la quale si annunzia per nuora della Eccellenza vostra, e desidera udienza. — Chi, dite voi? — Gridò il Conte dando un balzo sopra la sedia. Egli procedeva verso i servi con sembianze sempre severe: oggi poi comparivano paurose; molto più che teneva il volto avviluppato dentro fasce di tela, e nella guancia tumefatta sentisse acerbissimo il dolore della scottatura: --. La nuora di vostra Eccellenza. . . Il Conte squadrava il servo con occhi così truci, ch' egli sentì venirsi addosso il freddo della quartana: pure, sostenuto dalla virtù del pane, e vie più curvandosi verso terra, soggiungeva Ciriaco: —‘ Quantunque non mi sia sfuggito d' occhio che la sua gente, per cento motivi uno più plausibile dell' altro, non va a genio di vostra Eccellenza. .. — Voi avete osservato questo? — Questo ed altro, perchè egli è proprio il mio gusto non lasciare nulla inosservato nelle ,voglie dei miei padroni per antivenire i desiderii 'loro; ciò nonostante mi parve villania rimandarla, attesa la riverenza della clarissima casa di cui la gentildonna afferma portare lo illustrissimo nome. Don Francesco sorrise un tal suo riso di sdegno conside, rando come quel gaglioffo, a prova di lusinghe, s' ingegnasse insinuarglisi nel cuore; e poichè quegli .ebbe posto fine al parlare', egli tenendogli gli occhi fitti nel volto così prese a dire: — E qual cosa vi ha dato motivo di supporre che í parenti miei, ed in ispecial modo donna Luisa mia signora nuora, potessero riuscirmi molesti? Voi spiate gli andamenti dei vostri padroni, ed è gran male; ,voi interpretate alla rovescia le. loro intenzioni, e questo è peggio. Andate .dal mio maestro di casa; fatevi pagare l' annata intera, e spogliate la mia livrea; — stasera non avete a dormire in palazzo (1). Il servo rimase come colui, che cercando sotto un albero rifugio dalla pioggia, sente cascarsi sul capo un ramo rotto dal fulmine; volle prostrarsi, s' ingegnò parlare, e così con

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