Francesco Domenico Guerrazzi - Beatrice Cenci

134 BEATRICE CENCI — Silenzio! — Donna — silenzio! Quanto andate fantasticando è falso; io ve lo giuro su la fede di gentiluomo onorato, e basta. — Davvero, voi siete un gentiluomo senza macchia; vi avanza ad essere senza paura per rassomigliare al Cavaliere Bajardo! E qtRndo a me e alla mia famiglia voi deste ad intendere come il consenso di vostro padre concorresse alle nostre nozze, non .giuraste del pari su la fede di gentiluomo onorato? Giacomo arrossì fino alla radice dei capelli, poi ridivenne pallido; all' ultimo disse con parole di amarezza: — Veramente, colei per amore della quale commisi un fallo.., non dovrebbe così severa rimproverarmelo;... allora la passione per voi mi tolse il senno. . . — E adesso, che cosa vi toglie essa?— Insisteva sempre e più sempre la donna, improvvida a frenare l' animo acceso. — Giacomo inasprito duramente« ordinava: — Tacete. . . — E se io non volessi tacere?. . . — Troverei_ modo a chiudervi la bocca — io —. — Tu troverai.., oh! tu hai già trovato questo... Quando poniamo i nostri capi sul Medesimo guanciale, chi sa quante volte hai pensato di farvi scomparire il mio! . . . — Luisa ! - Ora la serpe ha cacciato fuori il suo veleno. Uomo crudele ! Non ti basta la vittima? Tu vuoi ch' essa taccia; non mandi un sospiro, che turbi la voluttà che senti della sua morte. Abbi almeno la cortesia degli antichi sagrificatori.— incorona la tua vittima di fiori, e cuoprila di porpora ... — Ma taci una volta, per amore del tuo Dio... — No. . . non voglio tacere io... no; io voglio parlare... voglio accusarti della tua empietà agli uomini e a Dio — tra- ditore mentitore. . . marrano. i§ Lo sdegno fece _ribollire la passione nel vello di Giacomo già inacerbito dalla sventura così, che , come acqua per soverchio calore ribocca impetuosa dagli orli del vaso, 'egli proruppe cieco e tremendo. Cacciò la mano convulsa sotto

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==