Achille Gennarelli - Sopra un'allocuzione e una lettera enciclica di Sua santità

- 62 non godere i benefizii della civiltà. Questo popolo non esiste. Se però esiste una Casta che, per governare, ha mestieri di incarnare simili dottrine, ciò significa che essa non può governare in questo mondo: il che sarebbe in piena armonia con ciò che appunto disse il divino maestro: Regnum meum non est de hoc mundo. Nel corso di tutto questo ragionamento , io ho pronunciato troppe volte ·la parola Pontefice: bisogna dunque bene intendersi. Avendo sempre trattato di inte- · ressi temporali , è ben chiaro che del Principe di Roma e non del Capo della Cristianità io abbia voluto parlare. E il principe di Roma, per l'altra qualità che riveste di sommo Sacerdote, è di continuo circondato da coloro che si chiamano la Corte di Roma , e che sono i veri governanti. E questi governanti , essendo di frequente uomini non degni di governare , hanno involto sovente la Santa Sede nei più lacrimevoli mali , a scapito della religione. È dunque ad essi che è rivolto il mio ragionamento ; essi sono che abusano dei Papi oggi, come ne abusavano al tempo del Card. Sacchetti. Il Papa, non potendo lasciare in ahbandono gli affari della Chiesa , deve per necessità delegare gran parte del potere ad una moltitudine di chierici e non chierici che formano il Governo Pontificio e l'amministrazione dello Stato. Riverente dunque alla persona del Pontefice , come debhe esserlo un Cattolico, voglio che anche una volta sia espresso che le mie parole , che le mie frasi colpiscono coloro che furono sempre che sono ancora i veri rei delle sciagure dello Stato , cioè la Corte di Roma , che oggi componesi del Card. Antonelli e dei suoi ministri.

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