Petr Kropotkin - L'agricoltura

- 11 -per tre o quattro anni consecutivi, si impieghino dicci milioni di gio.rnate ad una buona coltivazione, si avrà poscia dei raccolti di 40 o di 50 ettoliti'i coll'impiego di metà appena del tempo di prima. La' spesa si ridurrybbe quindi a 15 milioni di giornate per provvedere il pane a questa popolazione di 3,600,000 abittmti. E tutti i lavori sarebbero così facili che ognuno lt compirebbe ancorchè :1on fosse munito cli membra di acciaio, nè vi si fosse per l'addietro e~crcitato. L'iniziativa e la distribuzione generale dei lavori sarebbero date dai conoscitori del suolo. Qu.anto al lavoro stesso, non un parigino, non una pa,rigina sono così fiacchi da non giungere,· dopo qualche ora di esercizio, a sorvegliare le macchine, a contribuire, ognuno per la sua parte, all'opera agraria. Ebbene, quando si pensa che nel caos attuale. vi sono, all'infuori dei disoccupati dell'alta tinaoza, pressochè cento mila uomini respinti dal lavoro nei loro mestieri, chiaro s'appalesa co,me la forza di Rzione sciupata nella nostra ~rganizzazione attuale basterebbe da sè a dare, con .una coltivazione razionale, il pane occorrente ai 3 o 4 milioni d'abitanti dei due Dipartimenti. Lo si ripete, questo non è un romanzo. E non si ètCCCnnò_neppui:e alla vera coltivazione intensiva. :Non abbiamo parlato di quel· grano (ottenuto io· tre a.uni da l\I. Ilallett), di cui un grano solo, trapian- ·tato, produsse un fiocco portailte oltre mille grani: il cbe aume11terebbe, al bisogno, il rac_colto dél fru. mento in guisa che una famiglia di cinque persone troverebbe abbondante alimento nello spazio di cento metri quadrati. Noi invece abbiamo appena annotato ciò che si pratica già da molti affittavoii iu l<'rancia, in Inghilterra, nel Belgio, ecc., e che fin 81bloteca Gino Bianco

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