Petr Kropotkin - L'agricoltura

. ' • ... PIETRO ;rnbPOTKINE • ... . . ' .. . L'.Lt\G RICOLTURA I ,\.N'U,G.{l .r,{ " 11""' , <a,I.! . l - - Centesimi 10 .. BOMA LUIGI ;\IONGINI, EOI'l'ORI!l Via San Claudio, 57 l90f> ,. ,'!. .. .. .. -; ._ .. t; .-

--- . ·--------- ........ . Pubblicazioni della Libreria editrice L. Mongini Ruma - Via S. Claudio, 57 - Roma LeoneTolstoi c ntro laguerra Lettera di Leone Tolstoi contro I., g-uorra russv. giapponese · attiva prnpaganùa antimiliwrÌtit.t. - 10• edizione, cent. 20. ~aPtoline illastPate a eoloPi Riprocluzioni fotomeccaniche delle migliori illustrazioni dell'Asino (layoro artistico elegantissimo). 5 centesimi la copia. Quattro importantissime pubblicazioni di propaganda socialista scientifica popolare: confortate da statistiche di sommo interesse. IL DIRITTO ALL'OZIO di Paul Lafarguo - Cent. IO I f>~ 0fl0TTI fl6ltltA Te~~A di Eliseo Reclus - Ceut. IO Iprodotti dell'industria, l'avvenire deinostri figli con note ed aggiunte dell'editore di Eliseo Reclus - Cent. IO L'AGRICOLTURA di Pietro Kropotkiue • Cent. 10 B1bl oter. Gino B1arco

I.t' AG~IeOirTU~A (1) ' I. Si è di frequente fatto appunto all'economhL politica di estrarre tutte le sue dbduzion) dal principio, eminentemente falso. che l'unico movente atto a spin-gerc l'uomo ad aumentare la sua forza cli produzione è l'interesse personale meschina.mente inteso. L'appunto sta; e sta tanto che le epoche delle più grandi scoperte industriali e dei loro veri progressi sono precisamente quelle in cui fa felicità generale anzichè l'arricchimento individuale presiedeva ad ogni studio. I più esperti indagatori ed i,nyentori avevano di mi1'a l'affrancarsi dell'umanità: ed ove j vVatt, i Stephenson, i Jaquard, ecc., avessero solamente previsto a quale miseria le loro meditazioni 1rarrebbci-o il _lavoratore, avrebbero' probabilmente distrutto i loro modelli. ' - , Un altro principio non meno falso s'incorpora nell'economia politica, ed è l'ammessione tacita, comune a qua&i tutti gli economisti, che, se· spesso v'ha. sovrapro!luzione in certe materie, tutt~yia una società non sarà mai fornita di prodotti sufficienti ai (1) Quest'opuscolo venne estratto dal libro La conquista del pane. . . ca Gino B 3nco

bisogni di tutti i suoi membri; e che pertanto non s'arriverà mai a fare che taluno non abbia a vendere l'opera sua per un .salario. -Qut:-stzammessionctacita è la ]:>asedi tutte le teorie, di tutte le pretese « ieggi » · insegnate dagli. cc_onomisti. ~ppure è certo che appena un'agglomerazione civilizzata qu::i.1].:mques'interessasse· a riconoscere i propri bisogni per ogni individuo ed i mezzi di soddisfarvi1 tosto vedrcbbe_di possedere già, sì nell'industria che nell'agr.icoltura, di cbe provvedere largamente ad ogni urgenzà, a patto solo di far• conve1:- gete';qtrest! · mezzi alla SQddisfazionBdi bisogni rea-Ii. .Che cip sia vero nell'industria, è incontestabile: ed- infatti, ·_basta osservare 11ei grandi stabilinwnti industriali i_ processi già }n ·usò p_er·estrarre il carbone ed i minerali, :per p:i;eparare l'acciaio e lavor;:i,rlo,-p~r fabòricare ciò che occorre alla confezioric deg·li abiti, ccc., e si rilev~rà quanto sarebbe facile quadruplicare la nostra produzione ed economizzare lavoro. . · ' · · . Ma noi aneliamo :più.111·,1à. Il detto per l'industria noi l'affermiamo anche per l'agricoltura; il coltivatore, al _pari del manif~tturiere, 'possiede già i 11:ezzi èli quadruplicare, se non ,di portare al decuplo la. sua produzione, e sarà iu istato ·di farlo appena ne sentirà il bisogno e procederà all'organizzazione sociale del lavor.o iri. luogo e vece dell'organizzazione · capitalist'a. · - · · ~on· si sa p/:lrla"red'agriMltura, se11zarappr_csen: tarsi· il ·coritadino' ricurvo sotto il peso-- dell'aiatro. spargendo a -caso un .semé rnale· cernit_o ecl aspet: tanclo _angosciosan"\ente'ciò che la ·stagione, propiz,ia o mepo, sarà pcl' fr.uttargli; una fa.miglia che la- . s·1olloteca Gmo Bianco

3vora da mane a sera per giungere a riposare su un canile, a sfamarsi con un pane tiglioso e qualche acidula ~evanda. Si scorge, in una parola « la belva sclvpggia », descritta çla La Bruyère. ' E per quest'uomo, legato alla miseria, s'accenna ad alleggerire l'imposta o la ren_dita. ì\Ia nessuno osa farsi concetto d'un agricoltore tomato in(inc alla dignità d'uomo, avente i s·uoi agi e producente - iri poche ore al giorno - di che nutrire, non la sua famiglia sola., ma cento persone in di più, a poco dire. Una parte dei socialisti, nella migliore delle loro ipotesi, non aspirano che alla grande coltivazione americana, la quale, in fondo, è appena l'jnfanzia dell'arte. · L'agricoltore al dì d'oggi ha idee più va.ste, _concetti. grandiosi assai: Non domanda che una frazione d'ettari -per produrre abbondante il nutrimento ve-' getale di una famiglia; al ma-qtenimento di venticinque bestie a corna basta lo spazio riservato per l'addietro al mantenimento di una' sola; gli si lasci condi~ionci1·e il suòlo, scaldare l'aTia e la terra intorno alla giovan~ pianta e sfidare clima e stagioni, e. produrrà infine sullo· spazio di un ettaro quanto prima non si giungeva a raccogliei·e su cinquanta ettari, e ciò senza eccessiva fatica, con molto minor lavoro. Egli p:·etende che la nutrizione ge~eralc sarà assicurata -col dare aua· coltivazione canipestrc quell'opera. sola cui ciascuno si adatta con piacere, con gioia. · Tale la tendenza att.uale d~Ji'ag1:ic~ltura. Mentre i dotti,· sotto la gu{da di Liebig·, il èrea- . tore della teoria chimica dell'agricoltura, fallivano

-4t1·oppo di frequente la loro strada nella .lorq_pro:;opopea di teol'ici, alcuni coltivatori illetterati si aprirono una nuova via di prosperità. Certi ortolani di Parigi, di 'rroyes, di Rouen, certi giardinieri inglesi, alcuni affitta.iuo)j fiamminghi, alcuni agricoltori di Jersey, cli Guùrnesey e delle isole Scilly ci ·aprirono degli ori:-1zonticosì Spaziosi che l'occhio esita a-penetrarvi. · l\fentre una fa.miglia di contadini non riusc~va a vivere dei prodotti del suolo se· non occupava sette od otto ettari - e si sa come vivono i contadini . ora è perfino difficile assegnare il minimo di terreno necessario ad, una famiglill, acciocchè viva, e si provveda di qualche oggetto di lusso, purchè adotti _i processi della coltivazione intensiv-a. Questo-minimo decresce ogni giorno; e se ci si chiedesse quante persone troveranno abbondante.,. nutrimento sullo :;pazio di un.a lega quadrata, senza nessun aiuto d'importazione ester~, non sapremmo che rispondere, tanto questo numero cresce prontamente in proporzione dei progressi dell'agricoltura. Dieci anni fa, si poteva già asserire che una. popolazione di cento milioni d'individui avrebbe vis- :;uto comodamente coi soli prodotti del suolo francese senza nulla importare. Ma oggi, cogli u!timi progressi ottenuti in Fran.cia come in Inghilterra, tenuto conto _degli orizzonti nuovi aprentisi dinnanzi a noi, noi dfremo che coltivando la terra, qual~ la si coltiva già in molti luoghi, anche s'u terrenl po• veri, cento milioni d'abitanti sui cinquanta 'milioni di ettari del suolo francese, sarebbero ancora pochissinù in confronto dei prodotti del suolo. La popolazione aumenterà in correlazione di quanto l'.uomo saprà. chiedere _alla tcrr.1. B l;)liotecaGino 6~11co

5 - In ogni modo - lo veclre~o in breve - è da considerarsi come innegabilmente dimostrato che se Parigi e i due Dipartimenti di Senna e di Senna e Olse s'organizzassero domani in Comune socialista, in cui, tutti lavorerebbero; avvenisse pure che dal di fuori ognuno rifiutass~ _di spedir loro un solo sestiere di ·fromento, un solo capo di bestiame, un solo ' ·canestro di frutta, lasciando loro il territorio dei , due dipartimenti; ciò non di meno produrrebbero da_ soli non•che il grano, la carne ed i legumi occorrenti, anche tutti i frutti di lusso in tale quahtità da soddisfare a tutta la popolazione cittadina e rurale. Sògg'iungiamo inoltre èhe il dispendio totale di lavoro umano sarebbe assai minore dell'attuale impiegatq ·a nutrire la stessa popalazione col gntno proveniente dall' Auvergna e dalla Russia, coi legumi prodotti dalla grande coltivazione qua e colà, cui frutti maturati al gran sole delle regioni del settentrione. - Egli. è d'altronde evidente che la nostra P!'etesa' non si estende a sopprimere tutti gli, scambi, a chiedere che ogni regione s'applichi a produrre precisamente ciò che nel suo clima si ottiene solo - con una coltivazione più· o meno artificiale. l\fa ci· preme rilevare che la teoria degli scambi, quale oggi' si professa, è singolarmente esagerata, talvolta inutile, spesso nocevole._ Raffermiamo, ,per- cli più, che non fu mai tenuto conto del lavoro dei yiticoL- ·tori del mezzogio1~110,nè di quello dei contadini russi od ungheresi per la produzione del grano, ,per quanto fertili siano i loro prati ed i loro cau1pi. Coi processi attuali di coltivazione estensiva, faticano assai maggiormente di quanto sarebbe necessario

per ottenere gli stessi raccolti colla coltivazione intensiva, ancorchè la· clemenza del clima e la ricchezza naturale del suolr, fossero dj gran lunga meno propizie. · · IL _ Impossibile sarebbe a noi di citare qui tutLi i fatti sui qurdi si basano le nostre asserzioni. Ci. è dunque· giuocoforza rimandare i nostri lettoÌ'i · per le pìù ampie foformf.l,zioni agli articoli da noi pubblicatj in inglese (1) . .Ma sovra ogni ~osa, nòi invitiamo. caldame11te quanti s'intere~sano alla questione, a léggere alcune delle eccellenti , opere pubblicate in [<'rancia e altrove, di cui diamo qui sotto la nota (2). In quanto agli abitanti delle grandi 'città, non edotti ancora,di ciò che l'agricoltura possa fruttare . ' .- (1) Osservisi che allc,rchè le nostre afferma~iohi furono , pubblicate in Jnghilterra, non furono punto contestate. Ebbero anzi ampia conferma o me.,rlio furono ritenute al. disotto del vero dal direttore df-1 Giornal.e d'o1•/icoltura, che è un orUcoltore pratièo. Noi siamo convinti clie gli orticoltori francesi ci daranno anch'es~i ragiope. (2) Si consulti la Ri1)a1·tizio1i"1erwtricadell.eimpcste, di A,.. Toubeau, due :volumi, pubblicata da Guillaumin, nel 1800 (Non siamo punto d'accordo çolle cor,c·usioni del Toubcau, mail suç, libro è una vera enciclopedia ·coll'indicazione delle fonti atte · a chiarire ciò ohe si riesce ad ottenere dal suolo). - La coltivcizione orti,:ota, di M. Ponce, Parigi, 1869. - L'ortaplia Gressent, Parigi. 1885, opera eccellent.e allo stùdio pratico. - Fisiologia, e coltivazioné det gmno, cli B.is)er, Parigi, 1886. - Il grano, la -sua coltivazione intensiva ed estensiva, cli Lecònteux, Parigi, 1883. - La cil,tà,'chinese, di Eugenio Simon .. - Il clizw- , ncwio d'agricoltura,. di Barrai, Hachette editore. · '1.'heRothainstead ex;perimenls, cli \.Vm. l•'ream, Londra, 1888. CoHiva½ione sE>nzaconcime, ecc., Tbc Fil'ld Office editore. - Ni11eteenthOeiitury, giugno 1888, e Forum, agosto 1890. 81blioteca Gino 81.anco

-7 ' . teaimei1te, noi li consiglìam<;, di perc_orrere a piedi le, cir:costa.nti . campagne e di st'ndiarne le coltiva- . zi◊n~· varie. Osservino, ragionino cogli ortolani; un· .mondo nuovo si aprirà al loro sguardo. Com.ifi.ceranno ad indovinare che cosa sarà·. la coltivazione' européa <le! ventesimo secolò, e capiranno anche quale dovrà es;;erc · il cambiamento sociale, quando sia noto il se- , greto d( prendere alla terri'l>tutto ciò che le sia l"i~ chiesto. • · · Basteranno alcuni fatti a mostrar:e come le nostre a f:fermazioni non siano punto esagerate.· Ci giova solo di farlé precedere .da qÙàlche osservazione generale... . . . Sono .note le· misere con<Uzioni dell'agricoltura in Euròpa. L'agt:ièoltore sé non- è spogliato eta! pro- . prietario del fondo, lo è dallo Stato; lo Stato .mo- . dera le sue taglie,- l'usuraio coi bigJietti all'ordine lo riduce senz'altro ad_ e-sere il--'titolare di una pi·os · prietà sostanzialmente già passata nelle~mani .d'una compagnia finanziaria- che. lo ba vincolato ed asservito -ai suoi interessi. Proprietario, Stato e banchiere SQno dunque a mezzo della ren,dita, · dèll' imposta, dell'interesse, la piovra .assidua corrod~nte e soffqcantè l'agricolto,re. In ogni paese varia la n1isura · della presa; ma;-11011 è mai ·meno qel,quarto del _pro- 'dotto lordo, 'e'd il più sovente ne invade la metà. In , Francia l'agricoltura versa allo Stato il 44,per cento · dèl prodot(o lordo. . . v:ha di più. La parte del proprietario· e quella - dello. Stato crescono continuà:m~nté . .Appena che;- - con prodigi di lavora.zione, ·c1, invenzione o cli ini- ;~fativa, il c6ltivatore ha ottenuto raccolti più ahb,Q~,d,anti,il ~rilmto a pagarsi al proprtetario, nllo :.:Stato, al banchiere- aum~nterà in proporzione. ~e '- B briot!3ca Gmo B anco

,.) egli raddoppia il numero degli ettolitri raccolti sull'ettaro. -doppia sarà la. rendita e quindi l'imposta che lo Stato s'affretterà ad aumentare ancora, ove i prezzi. siano in aumento. E così r;liseguito. In poèhe parole, l'agricoltore lavora 14' o 16 ore per· giorn,o in ogni- luvgo; ed in ogni luogo i suoi . tre avoltoi gli rapiscono guanto potrebbe mettere in serbo, in ogni ltwgo lo -spogli_ano di ciò che- gli darebbe agio a migliorare la coltivazrone. Di qui-la ragione.della stazionarietà ·d,cll'agricoltura. Sm:à so-lo in forza di condiz,ioni eccezionali,. in se-, guito a còntrasto fra i tre vampiri, dietro uno sforzo d' intelligenza - o con un accrescimento di fatica, che l'agricoltura riusckà a qualche _progresso. Nè abbiamo punto accennato ai-tributi ch'egli>·p,aga ali' industria. Ogni mncchina, ogni vaQ_ga, ogni botte di conci'me chimico non -arrivano· a lui sé non a prezzi tdpli.cati o quadruplicati. Nè è a scordarsi· l' interm_ediario :' egli preleva la parte del !con.e sui prodotti del suolo. , . · Ecco· pei.·chè,· in tutto questo secolo d' in véi1Zi911i e di prògresso, l'agricoltura si perfezionò solo'. su zone ,rist1·ettissirr,ic, ._occasionalmente od a sbalzi. ' ' Per,fortn~rn, vi sono .stati sempre dei piccoli lemoi di tcrr,eno negletti per qual~he tempo dagli ftvvoltoi; ·e là s' impava ciò che l'agricoltura intensiva ,può dare nll'umanità. · •. Ecconè arcuni ese.oipi. , . Nelle praterie dell'America Xle qua)i d'altrqndc .danno miseni risultati, da 7 a 12 cttolit6 per ettaro, .. e spesso periodicll'e siccità le gunstanò) cinqulec,:mto uòmini, col solo lavoro di ottò. mesi, prodt!cono _il B bhot ca Grno Bnn1_;0

,- 9 - nutrimento annuo di cinquantamila persone. Tale risultato si ottiene mediante una rilevante economia di ma.no d'opera. Su qnelle vaste pianure sulle quali l'occhio si perde, aratura, raccolto e battitura sono organizzati quasi milita1·mente; nessun inutile andirivieni, niuna perdita di tempo; tutto si compie coll'esattezza di una parata. Questa costituisce la grande coltivazione, quella che occupa il suolo quale esce dalle mani della natura, senza curarsi di migliornrlo. Quando sarà esaurito, lo si abbandonerà e si cercherà altrove un'altra plaga verg·ine per spossarla alla sua volta. V'ha pure però la coltivazione intensiva, cui le macchine vengono e verranno sempre più ef-fìcacemente in aiuto; s'impegna massimamente a coltivare profittcvolmente uno spazio limitato, a concimarlo, <1.demendarlo, a concentrare il lavoro cd ottenere l.,i maggior rendita possibile. Questo modo di coltivazione s'allarga ogni anno, e mentre nel Mezzodì della l!'ranC'ia, e sui fertili terreni dell'Ovest americano, si va lieti d'un raccolto medio di 10 a 12 ettolitl'i neJla grande coltivazione, si raccoglie regolarmente 36, anche 50 e talvolta 56 ettolitri nel Nord della Francia. Così è che il consumo ann110 di un uomo si ottiene sulla superficie di un dodicesimo di ettaro. E più si dà intensità alla. coltivazione, meno si spende lavoro per ottenere l'ettolitro di frumento. La macchimì rimpiazza l'uomo nei lavori preparatorii, e si fa, una volta per sempre, tale miglioria del suolo, come il drenaggio o lo spetrare, per cui ogni successivo raccolto sarà raddoppiato. Talvolta, basta un'aratuTtt profonda per ricavare da un terreno mediocre, raccolti eccellenti di anno in an.no, senza mai concimarlo. L'esperienza n'è stata eseB bliote~a Gino Stanco .

]0 gu_ita. durante venti anni a· Rothamstead,_yrcsso di· Londra. Non facciamo del romanzo . agricolo. Stiamo alla raccolta. di 40 ettolitri. per C'-uinon. occorr'.e .un terreno èccezionale, ma una· semplice coltiVclzi011erazionale, e vediamo ciò ch't>ssa c'insegna. - · · I 3,600,000 individui, dimoranti nei -due Dipai:ti-· menti della Senna e della Senna e. Oise, éOilSU· . mano ogni amfo pcl loro nutrimento un · po: meno ·cF otto milioni di ettolitri di cereali,- èli gra'no in ispecie. Nella nostra 'ipotesi~ ·occot-rercbbe dunque , coltivare, per -ottenere tale raccoHo, 2QO,OOOettari sui 610,000 ch'essi possiedbno.. · . . Evidente è ch'essi non li coltiverebbero alla vanga; ciò importerebbe troppo tenipo (24..0 giornate di 5 ore per ettaro). Migliorerebbero di preferenza il terreno una volta per; sempre; applicherebbero il drenaggio do,~e n'è caso, appianerebbero le ondate . del suolo, lo emenderebbero dalle pietre - si do~ vesse pur risei·vare a· quest'opera di· preparazione cinque milioni : di giornate di éinqtie ore - ciòè una media di venticinque giornate per ettaro di te1'reno. , . Dopo si arerebbe· a sfondare .a vapore, ciò che importerebbe quattrn giornate per ettaro,· ed altrd· · quat.tro giornate sarebhero adibite all'aratura col- ·l'aratro dop•pio. La seri1enza non sarebbe presa a - casaccio, ma SHl'ebbe scelta colle rpacchine n vapore a ciò .inventnte, quindi dep0sta in fil.ari e n_on gettata· çome pel passato af qua.ttro venti. E coi1 tutto ciò; non si sareb'b.ero anc'Ol·a impiegate venticinque giornate,.di cinque ore, pe_r ettaro,✓ se il lavoro viene eseguito in favor;e:voli condizioni. Ma, B blioteèa Gln.o.B anca

- 11 -per tre o quattro anni consecutivi, si impieghino dicci milioni di gio.rnate ad una buona coltivazione, si avrà poscia dei raccolti di 40 o di 50 ettoliti'i coll'impiego di metà appena del tempo di prima. La' spesa si ridurrybbe quindi a 15 milioni di giornate per provvedere il pane a questa popolazione di 3,600,000 abittmti. E tutti i lavori sarebbero così facili che ognuno lt compirebbe ancorchè :1on fosse munito cli membra di acciaio, nè vi si fosse per l'addietro e~crcitato. L'iniziativa e la distribuzione generale dei lavori sarebbero date dai conoscitori del suolo. Qu.anto al lavoro stesso, non un parigino, non una pa,rigina sono così fiacchi da non giungere,· dopo qualche ora di esercizio, a sorvegliare le macchine, a contribuire, ognuno per la sua parte, all'opera agraria. Ebbene, quando si pensa che nel caos attuale. vi sono, all'infuori dei disoccupati dell'alta tinaoza, pressochè cento mila uomini respinti dal lavoro nei loro mestieri, chiaro s'appalesa co,me la forza di Rzione sciupata nella nostra ~rganizzazione attuale basterebbe da sè a dare, con .una coltivazione razionale, il pane occorrente ai 3 o 4 milioni d'abitanti dei due Dipartimenti. Lo si ripete, questo non è un romanzo. E non si ètCCCnnò_neppui:e alla vera coltivazione intensiva. :Non abbiamo parlato di quel· grano (ottenuto io· tre a.uni da l\I. Ilallett), di cui un grano solo, trapian- ·tato, produsse un fiocco portailte oltre mille grani: il cbe aume11terebbe, al bisogno, il rac_colto dél fru. mento in guisa che una famiglia di cinque persone troverebbe abbondante alimento nello spazio di cento metri quadrati. Noi invece abbiamo appena annotato ciò che si pratica già da molti affittavoii iu l<'rancia, in Inghilterra, nel Belgio, ecc., e che fin 81bloteca Gino Bianco

12 da. domani potrebbe eseguirsi generalmente, appog-· giandosi all'esperienza\acquisita, alla scienza tutrice çli codesti profittevoli risultati. * * * Ma senza un cambial'.\len,to mdicale nella società., ciò non avrà luogo nè domani, nè dopo, poichè i rletcntori del suolo non ,vi hanno il loro tornaconto~ e i contadini, che l'avrebbero, no.n hanno nè istru- _zione, nè denaro, nè tempo per -provvedere alla riuscìta. La società presente non è ancora salita all'altezza di tali concetti; ma pi•oclamino i parigini la Comune, e vi gfungeranno -senza fallo, imperciocchè capiranno che è nel loro interesse d,i smettere quella sciocchezza di continuàre a fabbricare trastulli di lusso (da ·Vienna, Varsavìa e BeÌ:lino, ·eseguiti con arte _pari alla nostra) e non si esporranno a rimanere senza pane. D'altronde, if lavoro ~gricolo, 'coll'aiuto delle 111acchine, sarà in breve la più attraente, la più dilettevole delle occupazioni. Bando· ai gioielli! Bando alle vesti da pupattole! Si vada a ritemprarsi nei lavori dei_campi, si cerchinb eolà la forza,' le~impressioni della natura, la gioia del vivere, state offuscate o perdute nelle om- ". b're opache dei laboratori borghigiani. Nel medio-evo 'i pascoli alpini, più degli arcb'i- . b,ug:i, avevano giovì-tto agli svizzeri ad affrancàrsi dai signori e dat re. L'agricoltura moderna gioverà alla città per affran.cai·si dai~ borghesi ai loro danni coalizzati. S bhotfica Gino 8 t1nco

.. ,....................... , .. , ..., .......... ~ .. - ...................... -, ........ - ..•,_._.,, ............................ ty...,•-rnu··~ ..... , .... , .... ..................... --- - ---· - t3 - III. Abbiamo visto in che modo i tre milioni e mezzo di abitanti cli due Dipartimenti troverebbero ampiamente il pane necessario col coltivare appena il terzo del loro territorio. Passiamo ora al bestiame. Gli inglesi. forti mangiatori di carne, ne consumano in media un po' meno di 100 chilogrammi per ogni individuo adulto e per anno; supposto che tutte le carni impiegate siano di bue, ciò importa un po' meno di un terzo di bue. Un· bue per anno per '3inque persone (i bimbi compresi), forma già una razione sufficiente. Una popolazione di tre milioni e mezzo d'individui consumerebbe adunqae annualmente 700,000 capi di bestiame. Ebbene, al dì d'oggi, col sistema del pascolo è d'uopo, a poco dire, di riservare due milioni di ettari al m1mtenimento di 660,000 capi di bestiame .. Eppure, con prati mediocremente il'rigati con acqua di sorgenti' (quali, si fecero recentemente su parecchie migliaia di ettari nel Sud-Ovest della Francia) bastano già 500,000 ettari. M:a colla coltivazione intensiva, seminando la barbabietola e servendosene come alimento, non occorre più chè un quarto di tale spazio, cioè 125,000 ettari. Ma se si ricorre al mais e, come fanno gli arabi, si adotta la sua custodia nel silo, ossia -nel suolo scavato, si ottiene tutto il foraggio necessario sovra una superficie di 88,000 ettari. · . Nei pressi di Milano, ove le acque delle fogne sono utilizzate all'irrigazione dei prati, sovra una superficie di 9,000 ettari si mantengono da 4 a 6 bestie a corna per ogni ettaro; e sovra alcuni appezzamenti fecondissimi, si giunse a l'accogUere Bibl utecc Gino 81ap~

14 fino a 45. tonnellate di fieno· sopra,,.un ettaro, suffi--· ci:enti al inantenimento annuo di nove vacche· da latte. Tre_ ettari per ogni ,capo di bestiame in pàstura, e nove buoi· o - vaccbe sovra m'l. ettaro, tali - gli estremi _dell'agricoltura_ moderna. _ Nell'isola di G1,1ernesey, sovra un totale· di 4,000 ~ttari utilizzati, la metà quasi (1,900 ettari) /è coperta di ç.ereali e di Ol'taglie: .resta~no appena 2,100 ettari per le praterie, e su questi 2,100 ettari si nrnÌ1teùgono 1,480 cavalli, 7,260 -capi di bestiame, 900 mon,~oni'.e 4,200 'maiali, ìl che corrisponcle a Riù di tre capi--cli qestiame per ettaro, senza tener conto. 'dei cavalli, dei montoni é dei porci. Inutile agg'iungere che la fertilità del suolo è fatta· mediante gli· ammendamenti dei fuci e degli ingrassi chimici. Ritornando- ai nostri tre milioni e mezzo. di nbi-- tanti agglomerati in Parigi, si vede. c}leJa superficie necessaria all'allevamento del bestiame si riduce da due milioni cli ettari ad 80,000. Ebbene, non soffermiamoci alle 'cifre minori,. adottiamo· quelle_ dèlla _coltivazione intensiva ordinaria, aggiungiamo largamente il terreno necessario al. piccolo bestiame. che deV'e rimpiazzare Ul)a parte del bestiame a corna, e diamo 160,000 ettari all'allevamento del bestiame: 200,000, se, vuolsi, sui 410,000 ettari che ci- -rima11gono1dopo aver provvisto al pane della popqlazione. Sùtmo generosi ed accordi~mo cinque mi> lioni- di giornate pe1;mettere tale· spazio 5;li ter1:eno, in pròduzione. Dunque, dopo aver impi'egato durante l'anno venti milioni di- giornate cli lavoro, delle quali la metà andò ai ·miglioramenti permanenti, noi avremo il pa.ne e la carne assicurati, non coinpresa tutta la carne $Upplcn1entaria che si può ottener~-sotto forma di polli, ?i maiali da maccllo,di- c_onigli, ecc., senza B1bliote<.cG1ino B 1nco

r - 15 contare che una popolazione provvista di ecceHènti legumi ·e di frutti consumerà assai meno carne del1' inglese, il quale supplisce col 11utri.mento animate alla pov.ertà delle sue scorte ·vegetali. Ed a che si riducono per ogni ahi.tante questi ven_ti milioni di &iomate cli cinque ore? A poco_ davvero·. Una popolazione cli tre milioni e mezzo ha_ per lo meno t,200,000 uomini adulti atti al lavoro ed altrettante donne. Ebbene, per assicurare a tutti pane- e caTne, basterànno 1 '7 giornate. di lavoro per anno, per gli ·uomini soli.. Agg-Ì.Ungetev'i, tre milioni di giofoate per avere il latte e raddoppiatele se vi piace. In tutto saranno venticinque giornate di cinque ore - uri mero divértimento fra i campi - per provvedersi dei' tre prodotti principali: pane, carne e latte; questi tre prodotti, i quali, dopo l'alloggio, fanno la precipua e quotidiana preoccupa~ione dei nove. decimi dell'umanità. Ed intanto.- non stanc]).ìamòci dal ripet~rlo - questo non è un romanzo. Abqiamo raccontato ciò che è, ciò che fu sanzionato dalle esperienze eseguite su vasta scala. L'agricoltura potrebbe fin- elci' clomani essere riorganil.zata su questi dati ove non ,gli· facessero ostl:lcolo. le leggi' sulla proprietà e la generale ignoranza. Il g·iorno in cui Parigi avrà compreso che sapere ciò che si mang·ia e come lo sj produce è questione , çl' interesse. pubblico; il . giorno in cui ogni indi- . vicluo avrà capito che questa ·qul;)stioI)e .è di gran lnliga più importante di qua1$iasi altra, in _tal giorno il cambiamento 'sarà fatto. Padgi prenderà le terre dej due dipartimenti e le coltiverà. Ed allora, dopo aver dato, pendente tutta la durata della sua, vita, un terzo della sua esistenza per acquistMe un nutrimento scarso e . éattivo, il parigino lo produrrà da sè> ?otto· 1e sue murn, ..nel recinto delle t'ortezze .13bliot~c.a Gmo Bianco

- 16 , (se esbteranno ancora) in poche ore di h1voro piacévole P. salubre. - E adesso passiamo ai frutti ed ai legumi. Usciamo da Parigi e andiamo·a visitare.qualche stabilimento di coltivazione orticola che fa, a pochi chilometri dalle accademie, prodigi ignorati dai dotti in economia. Ferm:amoci, ad esempio; dal signor Ponce, l'autore di µn lavoro sull'orticoltura, 0he non nasconde quanto la terra gli frutta cd anzi si compiàce nel raccontarlo. Il signor Ponce, e massimamente i suoi operai, lavoran·o indefessamente, come dei negri. Sono in. otto a coltivare un po' più di un ettaro (undici -decimi). Lavorano di certo 12 e 15 ore per giorno, cioè tre v6Jte più di quanto abbisogna. }fossero in ventiquattro,. non sarebbero in troppi. Al che il signor Ponce ci risponderà probabilmente che, poièhè ·paga la somma spaventosa di 2,500 franchi per anno di rendita e d' imposte pei suoi. 11,000 metri quadrati di terra, e 2,500 lire pel concime acq11istato eclle c~serme, egli è costretto di fare dello sfruttam<;lnto. « Sfruttato, s(rutto a mia volta», sarebbe probabilmente la sua risposta. Per ·stabilirsi gli sono occorse 30,000 lire, delle quali certo· più della'· metà per contribuzioni ai baroni ftlnnylloni dell'industria. Insomma il suo stabilimento rappresenta al di più ~,000 giornate di_ lavoro. ~ Ma, osserviamo i .suoi.raccolti: 10,000 chili di carote, 10,000 cbili di cipolle, di radici ed altri. piccoli legumi, 6,000 teste di cavoli, 3,000 cavolfiori, 3,000 cane.stri di i,omidoro, 3,000 dozzine di frutti scelti, 134,000 teste· d'insalata, in breve, un totale di -1.25,000 chil't>grammi di legumi e di f!·utti sullo. B blicteca Gino B neo

17-- spazio di_ up ettaro ed un decimo; 110 met1·i in lungo e 100 in largo, il cl1e importa oltre 110 tonnellate di leg·ume per ettaro. Ma un ubmo non consuma più di 300 dbili di legrpui e di frutti in _un anno, e l'ettaro dell'ortolano dà legumi _e frutti bastanti per servire riccamente la tavola di 350 adulti' pel .corso di un anno. C::osì 24- persone impiegate un anno ,intiéro · alla coltivazione di un ettaro di terreno, ma con l'opci·a di cinque ore. per g·iorno appena, bastano alla produ-· zione dei legumi e frutti per 350 adulti; il che 'corrisponde almeno a 500 individui. In altre parole, coltivando come fa il signor Ponce - e y'ba chi lo h'a sorpassato - 350 adulti avrebbero oolo dà impiP-gare poco più di 100 ore nell'anno (103) per provyedere i legumi e frutti necessari a 500 individui. · · Osservisi che siffatta produzione nòn è punto ec- · cczionale. La si verifica sotto le mura· di Parigi sovra 'una superficie di 900 ettari- da' 5,000 ortolani. Il guaio è che questi ortolani sono ridotti allo· stato di bestie da soma. per . pagare una rendita media di -duemila franchi per· ogni ettaro. ' Ma ,questi fatti, facili ad appurarsi da chicchessia, non prova.no dessi che 7,000 ettari (sui' 210,000 che ci rimangono) basterebbero per fornire tutti i legumi de_siderabili, non che un'abbondànte provvis,t.'t di frutti ai tre milioni e mezzo di abitanti dei nostri due dipartimenti? . In quanto alla q1Jantità di lavoro necessario per produrre questi frutti e. qu~sti legumi, essa raggiungerebbe la cifra cli 50 _miliqni di giornate cli 5 ore (50 giornn.tc per a,clulto mascb io) se, noi p1g_Iiassimo B lior~ G,nc Bi.an_cc

18 per tcrrì1inè di _misura il lavoro dell'ortolano. Ma' vedremo fra poco questa quantità ridursiancora coi -p,·ocessi adottati· a Jersey ed a Gùerµe~ey. Ram-· mentiamo solo che 1-'ort_olano è tenuto a -cotanto la- . · voro a caus~ dell'àpplicarsi specialmente alle pri-' · mizie, Ìl •cui prezzo è straordinariamente, favolosa- ·mente. elevato, e che i suoi p1·ocessi richie.clono più · Javo-ro di quanto ne occorre in realtà:. Privo cli mezzi per spendere- la,rgamente al suo·· i11stalla1'si, obbligato a pagare a ca'ro prezzo i vetri, .il legname, il· ferro ed il carbon fossile, egli chiedc ..al concime. il calore artificiale che si ottiene con minor dispendio col litantrace e la serra calda,. IV. Gli octolani, dicevamo, sono astretti a ridursi allo stato , di macéhine e di rinuncia:re a tutte le g\oic della vfta per raggiungere i loro -~orprençlenti raccolti. Ma questi instancabili zappatori resero àlla umanità un immenso servigio con l.' insegnarci a fm·e il tèrreno., , , Lo fanno essi con' gli strati cli concime già utilizzati a dare a!Je gfovani piante ed alle prih1izie il c;1lore necessariò. Fanno il suolo in tanta nbbon° danza cbe qono costretti di venderne qualche_ po.co. Se no i lofo . g·iardini si alzerebbero· ognl anno di_· due o ti·e centimetrj. Lo fanno sì bene (Bari·~!, nel Dizionw·io d' açricottu1·a, nell'#rticolo 0rtolàrii, ce lo insegna) che nei~ontratti recenti, l'ortolano ·stipula ch'egli po1·te1·à seco il suo suolo, in. fìnei di locazione. Il suolo esportato sovra carri coi mobili e 1~ impannate; ecco la risposta data· dai coltivatori pratici alle elucubraziopi ricardiane, rappresen.taù.ti l'a rendita quale mezzo di pa.reggiare le nflturali ri-_ \ ...... B blio eca G ho B1arlco.

sorse del suolo: « Il sì1olovale ciò che l'u01Ùovale», tale è il mott•> dei: giardinieri. \.._ Intanto gli ortolani parig·ini e roanesi faticano tre volte più-dei loro fratelli.di Guernesey e d'Inghilterra per ottenere .identiche risultanze. Coll'appliGazione. dell'industria, al_l'agi-icotura, que_sti, 11011 che. il . suolo,· fanno- il cli1l)a.-· ; . · Infatti, la coltivazione ortolana si fonda tutta su questi princ.ipii : - , . . . . 1. Seminare sotto impannate, allevare le giovani piante_,in, un terreno ubertoso, in uno ·spazio limitato, ove sia facile- di curaTle e quindi dì trapiantarle, quando ~vi:anno aperto le fìl'a delle loro radici. Fare infine ciò che si pratica per gli animali: curarli mentre so.no in tene1ia· età. 2.· .Oi1de ottenere primizie, scaldare t~rra _edaria,.· , coprendo -le piante con impannat~ o.· campanelle e pi·oducendo nell'ari'a un,..forte calore. colla fermentazione del concime. - ,. Trapiantamento e temperatura più alta che qùelh\ dell'aria; ecco l'essenza della coltivazione orticola appena- il suolo è fatto artificialmente. Come l'abbiamo visto, la 'prima di q-ueste due condizioni fu già praticata e richiede solo qualche p(}rfeziomi~ento di dettaglio. S'~vrà la seconda 9i scaJdare l'n.ria e la terra col sostitnire. il . concime. coll'acqua èalda circolante in tubi di_ferrò fus,c\ sia nel suolo sotto le impannate, sia nell'interno delle serre· calde: · * I * * Fu già praticato. L'ortqla.no parigino chiede ·gifli al te1·mò-si{one il· caldo ch'e p1'ima ,chiedeva al COJlr -Bblioteca G no 81q.nco

________ ,, __________ ..··········-•·· ······---·- - 20 ' cime. E il giardiniere inglese costruisce la serra calda. Una volta la serra calda era il lusso del ricco : era riservata alle piante esotiche o cli parata. Oggi si volgarizza. Ettari iutieri sono coperti di vetro nelle isole di Jersey e Guernesey, senza computare le migliaia di piccole serre che si vedono a Guernesey in ogni masseria: in ogni giardino. Nei pressi dt Londra si comincia a coprire cli vetro dei campi inti eri, e migliaia di piccole serre calde si istallano ogni anno nei sobborghi. Se ne costruisce in ogni guisa, dalla più superba coi muri di pietra, fino alla più modesta con assi di pino e tetto di vetro, la quale, a dispetto di tutte le sanguisughe capitaliste, non costa più di 4 o 5 lire il metro quadrato. Si riscaldano o no (basta il ricovero, se non si mira che alle primizie), e yi si ra~coglie, se non uva e fiori. tropicali, patate, carote, piselli e fagiuoli freschi. Questo è un emanciparsi dal clima. Il lavoro faticoso degli strati non occorre più, economia nell'acquisto del concime che rincariva in proporzione dellé maggiori domande, economia nel lavoro dell'uomo: sette od otto uomini bastano a coltivare l'ett_aro sotto vetro e raccolgono quanto il sig.,Ponce. A Jersey, sette, uomini, col lavoro di meno di 60 ore per settimana, ottengono, su spazi minuscoli, _raccolti che prima richiedevano ettari di terreno. Si potrebbero dare al riguardo dettagli sbalorditi vi. Limitiamoci ad un esempio. A Jersey, 34 uomini cli fatica ed un giardiniere, coltivando poco più cli quattro ettari sotto vetri (mettiamo 70 uomini col lavoro cli 5 ore al giorno) ottengono anno per anno i raccolti seguenti: 25,000 chili di uva vendemmiata fino dnl 1. maggio, 80,000 chili di pomiBtbl•ot~a Gmo Bianco ,

doro, 30,000 chili di patate in aprile, 6,0oò chili cli piselli e 2,000 éhili di fagiuoli. freschi raccolti in mag·gio, cioè 143,000 chili di frutti e di legumi, senza contare un secondo raccolto interessantissimo in certe serre, nè un 1irnmensa serra per prodotti di diletto, nè· molte altre .piccole coltivazioni in piena tena, fra le serre- calde. Abbiamo visitato questo stabilimento. Tonriellate 143 di frutti primaticci! Tanto da soddisfare ampiamente 1,500 persone per un anno intiero; e ciò coll'impiego di "21,000mezze gi.omate di lavoro, cioè 210 ore per anno date. da_lla metà degli adulti. - . Aggiungetevi l'estrazione di 1,000 tonnellate circa di ca.rbone(è quanto si consuma annualmente in quelle sorre· onde riscaldare 4 ett,tri); e, l'estrazione media essendo in Inghilterrn cli tre tonnellate per giornata di dicci ore e per operaio, ciò importa un lavoro supplementare di sei o sette ore per anno per ognuno dei cinquecento adulti. · Risultanza totale, ove la metà -sola degli adulti desse cinquanta mozze giòrnate per anno alla col-· tivazione dei j'rutti e dei legumi fuori stagione,,tutti potrebbero mangiare a sazietà frutti e legumr ·di lusso, quantunque non si ottengano se non in serra calda. E tutti avrebbero, in pari tempo, quale se- . condo raccolto nelle stesse serre, la maggior parte dei Icg·umi soliti, i quali, negli stabilimenti pari a quello del sig. Ponce, richiedono, l'abbiamo visto, cinquanta giornate di lavoro. Abbiamo r<ivolto la nostra attenzione alle coltivazioni di· lusso, lVIaabbiamo già avvertito che -or- . H bliòtf>ca Gmo Bianco

,_ 22 mai si tèndc a fare della seda calda Ulll't meri or- . \aglia ·sotto vetro. E quando la si ·~ipplica a questo · -uso, si ottengono coi ripari di veteo semplicissimi; riscaldati leggermente durante tre mesi, c!ei, raccolti• favolosi _in legumi: pér ese1ppio; 450 ettolitri di patate ·su un ctta1•0,· come primo raccolto al fine di aprile. Dopo, ripulito cd emendato il suolo, si fanno crescere nuovi raccolti, .dal maggio al tìne ottobre, in una temperatura .pressocbè tropicale, procurata daì riparo_ di vetro. . . Oggi ·p_eiotten~re-450 ettolitri di patate _è d'uopolavorare ogni anno una superficie di 20 ettari o più,- . pia11tal'è e più tardi rincalzare le piante, strappare 1 le cattive erbe colla mal'J'a, e così di seguito. Si sa tju_anta fatica ciò costa. Al riparo del vetro s'impiegherà forse in prin.cipio una mè.zza giornata di· lavoro per metro quadrato; ma tal opeTa compiuta, si economizza l_ametà se ·non i tre quarti elci :la-- voro successivo. _ Ecco dei fatti, ecco i risultati ottenuti, verificati, orìnai .noti', cli cui ognuno può convincersi visitando · le menzionate coìtivazio_ni. E ·q1,1estifattf, ·non b,astano essi a dar la misura di ciò ché l'uomo pu_ò. ottenere dal· suolo- ove egli . lo . curi con in telli- -g~nza? V. rn·- tutti i no::itri ragionamenti abbi~1,n10computato sulla scorta di precedenti già acquisitj cd in. parte passati alla· pratica . .-La coltivazione intensiva dei campi, le pianure irrigate. dalle· acque delle fo. gne, l'orticoltura, infine l'ortaglia sotto vetro, sono . realtà: Come J;.,eonzi_odi Lavèrgnc.J'avev1:1 previsto. trent'anni fa) la tenclenz~ clell'agricol_tura nloderna. B l;!hotecaGrno 81a_nco

- 23 - ,,;ta nel ridurr8 q'uanto è possibile · lo spazio col ti-• vato nel creare suolo· e clima, nel concentrare i I l~vol,o e nel riunire tutte le condizioni necessarie alla vita delle piante. _ . Questa tendenza è sorta dal desiderio di realizzare larghi compensi sulla vendita. delle prirnizie. Ma clacchè i processi cli coltivazione intensiva si sono rinvenuti, si generaliz7..ano e s'estendono ai legumi i più còrnuni, perché permettono di procu• rarsi maggio1' copia cli prodotti, con minor lavoro e· maggior sicurezza., · Infatti, dopo av.er studiato i 1'ipari di vetro i più semp-Jici di Guernesey, affermiamo che, ogni coi1to fatto, si spende molto· meiw di lavoro per ottenere, ,;otto vetro, in aprile; delle patate, di quanto se 1m spende per trverne il raccolto tre mesi dopo, in pien'aria, vangando uno spazio cjnque volte maggiore, irrigandolo, liberandolo dalle ·cattive er.bc,ecc. Così' s'economizza sul lavoro, impiegando macchine od utensili perfezionati, quantunque si. abbia a soggiacere al preventivo disborso del loi:-o prezzo. Ci manca110 ancora dei computi ·cifrali sicurissimi sulla. coltiv;;izio11e dei legumi comuni. E,ssa è da poco in uso e si fa su piccola scala; ma sappiamo il costo della coltivazi-one, già da t.reuL'anni in esercizio, di un .frutto di lusso, l'uva, ccl è ·concluclcnte. Nel Nord dell'Inghilterrn, sulla fròntiera scozzese, (love il carbone costa appena 4 franchi per tonnellata alla bocca del pozzo, si coltiva da uu pézzo l'uva in serra calda. Tl'ent'anni fa, queste uve, rn.att-ìr.e i_n gen.naio, si veri devano cli prima ma HO. al prezzo di L. 25 la libbra cd erano i·ivenclnte a· 50 per la tavola cli Napol~onè IIL Oggi lo stesso produttore le vende al prezzo cli L. 3 la libbra. Egli stesst> ce ne _avverte ip. i+n ;aùjcolo da poco inserto I B bl1oteca Gino B anco

- 24 - in un giornale d'orticoltura. Ciò proviene dal fatto che adesso si spec~iscono in gennaio molle tonnellate di·uva sì a Londra che a Parigi. J\Iercè il lenue prezzo del c<1,rbone ed una coltivazione iutelligen1e, J'uva cresce in inverno al nord e passa al mezzodì, con un movimento inverso a quello degli altri frùtti ordinari. In magg·io, le uve inglesi e quelle di Jersey sono vendute dai giardihiei'i al prezzo di 2 fnwcbi la libbra; e quet,to prezzo, come qùello di 50 franchi cli trent'anni fa, .non diminuisce solo a causa della poca spinta che si dà alla produzione. In ottobre, le uve coltivate in immensa quantità nei pressi di Londrct - sempre sotto vetro e con· un lieve riscaldamento artificiale - si vendono allo stesso prezzo· delle uve comprate a libbre nei vigneti, della S\'rizzera o del Reno, cloè per pocbi soldi. Prezzo cli due terzi troppo elevato in confronto dell'eccessiva rendita del suolo, delle spese d'installazione e di riscaldamento, per le quali il giardiniere paga all'inclustrictle ed all'intermediario un canone eccessivo. Ciò spiega,to, si può dire che _non costa quasi nulla aver in autunno delle uve eccelle.nti sotto la latitudine e nel clima nebbioso di Londra. Iq uno dei suoi sobborghi, ad esempio, un poverò riparo' di vetro e di gesso, appoggiato ad una casetta, lungo tre met-ri su dtie di larghezza, dà in ottobre, ogni anno, ,da tre anni, quasi 50 libbre d'uva squisitissima. ll raccolto si fa sopra un ceppo di vite di 10 anni (1), ed il riparo è cosLmeschino cbe vi piove sopra. Nella notte la temperatura ugm1gJia la tem · peratura esterna. ]!;vidente è che non lo si riscàld~: ·c1) La vite rappresenta le ricerche pazienti cli due o tre geuerazioni d1 giardinieri. Essa è un,a varietà di Amburgo, ammirabilmente adattata agli inverni freddi. Ha bisogno del gelò il~ inverno <j,Cciocchè il leg_no giunga. a maturazione .. b bhoteca Gmc-B ':!neo

... - 25 - tanto sarebbe scald~re la via! E le cu·e da prodigare si ri'Solvonù: nel potare la vite,· mezz'ora di lavoro all'anno: nel portare una carrettata di concime al piede del ceppo piantato nell'argilla fuori del riparo .. Se si computa, d'altra parte, le attente cure ri- ,;ervate alla vigna sulle sponde del Reno o del Lemano, \e teq'8.zze costrutte in macigno sui declivi dei poggi, il trasporto del concime e spesso della terrn, ad un'altezza di due o trecento piedi, si giunge alla conclusione che, tutto sommato,- lR,spesa del lavoro necessario alla coltivazione della vig·na è maggio1'e in s\vizzera e sulle rive del Reno ch'ella non lo sia sotto vetro nei sobborghi di Londra. Ciò parrebbe paradossale tant'è la convinzione g·enerale che la vig·na ·cresce da sè nel mezzodì di Eul'Opa e che l'opera del viticultore nulla costa. Ma giardinieri e orticoltori, lungi dallo smentjre, conformano le nostre asserzioni. << La coltivazione la più pxofittevole in Inghilterra è quella della vigna», dice un gi?.rdiniere pratico, il redattore del Giornate d' 01·ticoltura. I prezzi d'altronde, lo si sa, hanno la loro eloquenza. Traducendo questi fatti in linguaggio· comune, ci è lecito affermare che l'uomo o la donna che si decideranno a pigliare sui loro comodi una ventina cl'o1·e pe1· anno, per dare alcune cure - in fondo gratissime .- a due o tre ceppi di vite coperti d'un semplice vetro in qualsiasi clima d'Europa, raccoglieranno tant'uva quanta se ne mang·enì. in famiglia e fra amici. li che, d'altronde, trova ln sua applicazione 11011 solo ai prodotti della vi te, ma a tutti quelli delle piante fruttifere. B bhote<.,aGino B mco

. , \ ' . Qualunq4e. comune praticherà in g-n"inde i pro~ cessi della piç,cola coltivazione,· otterrà tutti i legumi desiderabili, indigeni ed esotici, e tutti i frutti, senza impiegare -più cli alcunè diecine di ore pe~· anno e per individuo~ . Sono fatti facili a verificarsi in qualunque l.llOmento. Basterebbe che un gruppo di lavoratori sospendesse per qu_alche_mese la pr:0duzione di alcu:ni o.ggetti di lussq e desse il suo tempo .alla trasformazione di 100 ettari di pianura di Ge1Jnevilliers in una serie di gi~rdini a legumi, ogmmò colla sua dipendenza di ripari di vetro scaJdati 1 pei' viyai e le giovani piante; ch'egli cQpri:sse inoltre .cinquanta ettari -di serre calde economicb.e, per ,ottenere i frutti, lasciando ben inteso la cura dei dettagli d'organizzazione ai giardinieri ed agli ortolani già avanti nel le loro esperienze. Pigliando a base le medie ottenute a Jersey, in ,cui necessita un lavoro di 7 od 8 uomini pe'r ettaro sotto vetro - il che importa mèno di 2-i ore cli lavoro all'anno - le opere a farsi in questi 150 ettari~ i:>igliereòbero in circa ogni anno 3,600,GOO ore di lavoro. Cento giardinieri abili darébbero a questo lavoro cinque ore per- giorno, ed il rimanente sarebbe eseg.uito dagli altri, i quali, senzaesseregiardinieri di mestiere, saprebbero servirsi della vanga, del rastello, della inaffiatrice, ovvero sorveglierebbero i fornelli. · Questo terreno frutterebbe ;a poco dire quanto è di necessitA e di lusso in fatto <li frutti· e di legumi per 15,000 od anche 100,000 persone. Ammetterete , fao-ilmente che s'incontrino fra ciuesti 36,000 adulti inclini al lavoro dell'ortaglia. Ognuno avrebbe dunque a deòicare cento ore per anno da ripartirsi su· · tutta l'annata. Queste Qre di lavoro sarebbero ore cli ,. B bi1otecaGmo Bianco

27 -~ - I . ' ricrèazione tras_çorse fra amici, t;Oi ragazzi, in s_tu~ - pendi giardiiii, _-1)iùameni probnbilmente di quelli della leggendaria Se111iramide (L). Ecco il bilancio delle fatiche da assumere per mangiare a sazietà dei frutti di cui oggi ci priviamo, e per avere -in abbondanza tutti i legumi che ·la madre di famiglia raziona con tanta pai:simonia, quando gli è d'uopo misurare il soldo ccii qunle :;i arricchi~ce il livellario ed il vampiro propl'ietariò: Ah! se l'umanità avesse solo coscienza dl ciò che essa può, e se tale coscienza gli desse forza a ·vole1·e I · (1) Reoapitolandò le oifre date sull'agriooltura, ·oifre pro- -van1i ohe gh abitanti dei due dipartimenti di Senna e Senna •e Oise possono perfettamente ·vivere sul loro territòrio, non impiegando annualmente che pochissimo tempo per ot,tenere il nutrimento, noi abbiamo: • Dipartimento di Senna e Senna e Otse: "Numero degli ab:tanti nel 1886 . . 3,600,000 Supei:6.cie.in ettari' .... · .. . . . . . . . 610,000 N,tmero medio degli abitanti per ettaro , . . . - 5,9{1 Supèrfioie· coltivata per nutrire gli abi tani.i (in ettari): Frumenti e cereali . . . . . .200,000 Praterie naturali. ed artificiali . 200,000 Legumi e frutti, 7,M a . . . . . .. . . · . .. 10,000 Rimane pn case, vie di comunicaziol1e, parchi, fo. reste. • 200,000 Quantità di lavoro annuo necessarto per. Q)igliorare e colti vare·le superficie su designate (in giornate di lavoro di 5 ore): Grano (coltivazione e mccolto). -· . . . 15,000,000 Praterie, latte, allevamento del bestiame 10,000,000 Coltivazione ortolana, frutti di lusso, ecc. 33,000,000 J mprevisto . · 12,000,000 Totale 70,000,000 Be,si suppone che la metà sola degli adulti '1'.,alidi(uomini '•i èlonne) voglia occuparsi-di agricoltnra, si vede che i-70 mi1ioni di giornate sono dà ripartirsi fra 1,200,000, i I cne dà per anno ci1tqua11tottogiornate di ,l.a·vorodi cinqzte ore per ognunu ,dei lavoratori. B nl1qteca G ne, B• neo

;.. 28 - S'essa sapesse che la fiacchezza dello spfrito è lo scoglio contro il quale tutte le rivoluzioni fino ad ogg·i si sono infrante! _,, VI. Facile egli è intravvedere gli orizzonti nuovi dischiudentisi l.ll primo mq_tamento sociale. Ogni volta che noi parliamo di cambiamenti. i( lavoratore serio che ha visto dei bambini privi di nutrimento, colle ciglia corrugate, ripete ostinata- , mente: ,« Ed il pm1e? Non ne mancherà se tutt'i ne mangiano a loro 8oddisfazione? Avvenga_ che la campagna ignora.nte, spinta alla reazione, affami la città, siccome successe -pel livore delle bande nere nel 179"3, che cosa si farà?• Orbeqe, la campagna vi si provi ! Le grandi città non avranno alcun bisogno di lei. Infatti, a che si impiegheranno quelle centinaia di mille operai che oggi sono asfissiati nei piccoli laboratori e nelle manifatture, il giorno in cui saranno rivendicati a libertà? Continueranno dessi a rimaner rinchiusi nelle loro officine? Continueranno a· tare ninnoli di lusso per la esportazione. quando saranno per temere cares~ia di grano, mancanza di carne, deficienza di legumi non più riprodotti? Certamente no ! Usciranno dalla città, andranno nei campi ! Aiutati dalle macchine, mediante le quali j più deboli fra di loro riusciranno agenti utili, porteranno la rivoluzione nella coltivazione d'un passato servo, siccome l'avranno portata nelle istituzioni e nelle idee. Qui, céutinaia di C'ttari si coprir~nno di vetro. e l'uomo e la donna,, dn,lle dita. delicate, cureranno A bliOtE_ a (' ne, B mw

- :29 - le giovani piante. La, altre centinaia di ettari sa- •-ranno arati collo sfondatore a vapore, emendati con ingrassi o arricchì-ti d'un suolo artificiale ottenuto colla polvérizzaz1one della 'roccia. Le allegre legioni dei lavoratori improvvisati copriranno questi ettari di messi, guidati nell'opera loro e nelle loro esperienze, in parte dagli intelligenti ·in agricoltura,' ma massimamente dallo spirito grande e prati1/o di un popolo svegliatosi infine da un lungç> sonno,· ai cui occhi un faro luminoso s'accende p(:}rdirigerlo: là felicità di tutti. · , · Ed" in ·due o tre mesi i raccolti- affrettati corrisponderanno ai bisogni i più urgenti cÒl provvedere la nutrizione ad un popolo che,_ dopo tanti secoli di aspèttativa, sarà in istato di satollarsi. Di tantò in tanto, il genio popolare, genio di popolo che conosce i suoi bisognl, s'addentrerà nell'esperimento dei nuovi mezzi·- di coltivazione, già previsti e non richi~denti che il battesimo dell'esperienza per gen'eralizzarsi; si esperimenterà la luce - questo agente disconosciuto dalla coltivazione, che fa matura.re l'orzo in 45 giorni sulla latitudine di Yakoutsk - -concentrata od artificiale: la luce sarà ht, rivale del calore. per affrettaré la ~resciuta delle piante. Un Mouchot fnLmzo inv~nterà la macchina guidatrice dei raggi solari e li farà lavorare, senza che s'abbia a ricercare n~lle profondità della terra il caldo . solare immagazzinato nèlla litantrace.· Si csper.imenterà la irrigazione del suolo con colti vazioni di _-microrganismi, ideà tanto razionale, nata da ieri, a mezzo della quale si clarànno al suolo le - piccol\'l cellule viventi, necessarie alle piante, shc per ·alimentare le radicelle, sia per decomporre e rendere assimilabili le parti costitutive del suolo. ,, B lioteca Gino Banco

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