L.N. Geoffroy-Chateau - Sei mesi d'agitazione rivoluzionaria in Italia

-8se-. bisogna pur dire f'he non sono stati i .;'>H Se hanno potuto effettuare i loro disegni trattati poco fa di utopie devono ringraz iare io parte i loro stessi nemici. In questo, bisogna pur dirlo. hanno mostrato accortezza. La repubhli · ca preseotandosi a vi ~iera alzata non avrebbe incontrato io Italia. Ha giocato di furberìa; se l'è intesa col campo oernico ed è riuscita a far comballere per se quelli medesimi che vo.. levano abbatterne la bandiera. Io non l'ho, diceva un giorno a questo proposito i 1 povero }{ossi. io non r ho colla gente che fa il suo mestiere: rho maladellamente con chi non sa fare il suo. Questa sentenza dipinge i tempi ~ Sotto l'influenza coperta dei Mazziniani. i partiti politici divisi distif.ltamente in due campi sonosi stranam~nte confusi. Sulla rovina ileglt uomini e delle dottrine più reputate si forma ~ rono nuove leghe le quali hanno portt1to agli affari pubblici uomini non capaci d' inteodersr e mes5o il potere nelle mani di quelli mede.'; imi che altra cosa non proponevansi che rovesciarlo. Quando i pochi onesti si accor.:;ero di aver servito malgrado loro all'intrigo, vollt~ro rimediare: ma il male era fatto. La coscienza gridò loro il solito troppo tardi. É questa l'eterna storia di tutti quanti i partiti. Toccando brevemente quanto è accaduto a Roma, a Firenze, a Torino, si risica di far la storia degli errori medesimi della Francia.

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