L.N. Geoffroy-Chateau - Sei mesi d'agitazione rivoluzionaria in Italia

-54e di Roma. Guardandosi però bene it1 viso i signori Avvocati si accorsero che non vi era fra loro una testa da far fronte al Pinelli. La trovarono (ci duole H dirlo) in Vincenzo Gioberti. Fino dal suo arrivo io Italia I' avevano circondato, carezzato, e con ogni dimostrazione onorato. Quello che più gli stesse d'attorno fu il direttore della Concordia Lorenzo Valerio , ingegno più vivace assai che profondo , ma abile più che altri all'intrigo. Costui seppe aggirare il Filosofo e sorprenderne astutamente 1a buona fede: toccò le corde che più risuo· nano in quello spirito nobile e generoso, l'onor nazionale, l'amore dell' indipendenza : lo spinse sto provocati dal P. Gavazzi venuto opportunamente da Genova il giorno 23 agosto per mettere a rumore Ja città. Questo glorioso principio ebbe la rivoluzione Jivornese! Il suo grido fu guerra dell' indipendenza, e diminuzione del prezzo del sale! ! Ed il prezzo del sale fu diminuito davvero dal governo che l'eroica Livorno séppe imporre ai troppo buoni toscani; ma la guerra de1l' indipendenza come fu fatta? Nella fine del marzo del 48 la voce fioca del Principe, come la chiama il Guerrazzi nel suo proclama del marzo 49, fu capace di mandare in IJombardia otto migliaia d' uomini: ma la voce tuonante dd governo democratico non ve ne mandava pnr uno quando i fati d' llalia si decidevano presso Novara. lp· pocriti! Anche gli agitatori del marzo del 48 chiamavano traditore il Ridolfi perchè non spingeva la guerra; e quando Ridolfi mandava per la via di Boscolungo la linea e quanti volontarii si presentarono, gli agitatori di piazza il Mazzoni e il Marmocchi andavano lassù co' loro cagnotti per dissuadere i volontarii a seguitare la marcia,

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