L.N. Geoffroy-Chateau - Sei mesi d'agitazione rivoluzionaria in Italia

- t7Quando Mazzioi vide P armata piemontese dì- ~ fatta , credendo che la guerra dei Re fosse finita c quella dei popoli cominriasse, lasciò da parte la penna ed il giornale e cinse bravamente la spada . Arrivava a Genova il celebre Garibaldi e formava una legione, la qoalé sia detto fra noi, non si è ve1uta mai in linea di batta gli a. Per que.sta ragione forse il Mazzini vi si arruolava e pro clama vasi a suo o di tromba milite di Garibaldi. A misura però chè R.tdetzky si approssimava, il Pontefice massimo dell'Idea fuggiva a gambe, retta mente argomentando che una disgrazia che gli accadesse poteva metterlo in compromesso col popolo presente e futuro al quale la vita del grande apostolo era cosa lropro prczio~a. Credè dunque doversi serbare a tempi migliori, c senza prender congedo dal suo capitano, per C1polago e Lugano si perse nelle montagne di Svizzera, d'onde mandava in appresso agli amici un libretto intitolato Ili cardi ai Gim>ani di Giuseppe Mazzini. Che rir.ordi eran quelli che l'intrepido soldàto di Ga~ibaldi inviava dal suo ritiro ai giovani della sua pa tria? Non era Cf~rto la storia dei pericoli divisi comba ttendo con loro. Evita per questo studiosamente ogni allusione diretta agli ultimi falli. Il libro è per tre quarti ripieno, secondo il solito, di ampollose dissertazioni sopra i principii eterni che presiedono alla vita e alla morle dei popoli; ed altre fant asie meta fisiche senza costrullo. Io fondo però voleva provare che se gli Italiani erano stati battuti dag1i Au· ~triaci, ciò accadeva prir.cipalmente perchè, a2

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