Ignazio Cantù - Gli ultimi cinque giorni degli austriaci in Milano

:h L'altro ca'tmone fu pure allaccato ~e schhcnc iu rn odo sì opportuno al nemico che gli stessi ca· ricatori r estavano al copf'rtG , pure si riuscì a prcndcrlo, a? sfo11da rio. Questi erano~fatti da incoraggja rc, se il cora~gi(J non fosse già sla Lo più che eccessi vo. E il castelJo? , Dal cas tello de' soldati uon osava far una sortita il valoroso feld maresciallo ch.c aveva alcuni mesi prima sclamal:o, in uno dc' suoi più festosi trasporti : ~; Guai a Milano se io monto a cavallo e mi-:, metto a"IV-capo delle truppe! - Invece di metlersi a capo delle truppe, che f.'l ? si munisce cou gran gelosia da tutti gli accidenti della guena , dall' urnido delle piogge c dai disagi ·della fame che pativano i 1 suoi Austriaci , Boemi , U r.gheresi e Croati. l quali a giuocorcllare un po' sul gusto dei ragazzi che maneggiano .lo sèhioppetto di legno, usci vauo a drappelletti dal castello, e guardato gclosamen te all' intorno, se non vi fosse mauifestissìnw pericolo od agguato, f~ceano fuoco alle piante o a chi per sua disgrazia era obbligato a passare loro innanzi.·- Ridicole sca ramuccette a cui i· nostri guerrieri ri spondevano col disprezzo. Alcuni de' soldati italiani profittarono di queste piccole sortite per evadere e portarsi da·Jia parte de' loro fratcJJi, camJmmlo le catct~e ddla., sd1iavitìt nl'lh gi('l1a· de lla Li;l.wr!J .·

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