Una città - anno III - n. 27 - novembre 1993

d'ambiente e d'alt· o Una quantità di rifiuti inimmaginabile che si propaga ovunque e che l'ambiente non riesce più a smaltire. Il modello di trattamento adottato dall'uomo: le esequie dei morti. I rifiuti come specchio dei comportamenti umani e dell'economia politica. L'importanza dell'impegno del consumatore, ma soprattutto la necessità di affrontare il problema a monte: nella progettazione dei prodotti. Intervista a Guido Viale. Guido Viale, economista, vive e lavoraaMilano. Questi argomenti sono stati a,npiamente trattati in un librodiprossima pubblicazione Tu hai studiato attentamente il problema dei rifiuti nel mondo contemporaneo. Puoi descriverci per sommi capi l'entità di questo problema? Sappiamo tutti cos'è la spazzatura, sia perché ci viviamo a contatto quotidiano, sia perché ciascuno di noi la produce. Mediamente ogni italiano produce circa un chilo di spazzatura al giorno, 350 chili all'anno, compresi bambini e anziani. Questo si riferisce ai rifiuti domestici -detti rifiuti solidi urbani- di cui si occupano le aziende della nettezza urbana che Ii portano via e provvedono poi allo smaltimento. Ma questa è solo una parte della produzione di rifiuti di cui ciascuno di noi è responsabile. Accanto ai rifiuti solidi urbani ci sono i rifiuti della produzione, chiamati in termine tecnico, secondo la convenzione italiana, rifiuti speciali, e sono quelli che producono le imprese durante il processo produttivo delle merci che poi ciascuno di noi consuma. Ora, in Italia, i rifiuti urbani, in base a una stima deLMinistero dell'Ambiente, ammontano a 20 milioni di tonnellate all'anno. La produzione più generale di rifiuti è cinque volte tanto, e quindi se ciascuno di noi produce un chilo di spazzatura al giorno, si può dire che è responsabile della produzione di 5 chili di rifiuti al giorno. dal fondo marino alle cime montane su, su fino in cielo E' una montagna di rifiuti. Valutarne il volume è molto difficile perché i rifiuti urbani hanno un peso specifico molto basso, che tende a decrescere col tempo. I nostri rifiuti sono sempre di più fatti di imballaggi (ad esempio bottiglie) che sono sempre più leggeri, di plastica, il che vuol dire un volume effettivo, prima di essere schiacèiati e compressi, di circa I O litri. I rifiuti industriali ingenere hanno un peso specifico molto più alto, ipotizzando che ogni chilo di rifiuto occupi un litro di spazio, noi siamo in grado di produrre ogni anno una montagna di rifiuti capace di per sé di cambiare l'orografia di un territorio. Una generazione -in un periodo di 25 anni- produce, coi ritmi attuali, una montagna di rifiuti alta 800 metri con una base di un chilometro e mezzo di diametro. Ovviamente non è un problema soltanto italiano, è un problema che c'è in tutto il mondo, sia nel mondo sviluppato, dove i consumi sono molto alti, che nel mondo sottosviluppato, dove in molti posti si muore ancora di fame, ma la produzione dei rifiuti ha raggiunto livelli altissimi. Nel Terzo Mondo, fra l'altro, i sistemi di raccolta e di smaltimento sono molto più primitivi che da noi. In genere si buttano via le cose così e i materiali a lunga durata come le plastiche tendono ad invadere le strade. L'altra cosa caraueristica dei rifiuti è la loro ubiquità. Sono assolutamente dappertullo, non solo sul territorio, nella parte cioè del terreno che noi possiamo vedere, ma hanno la facoltà, attraverso il dilavamento delle acque meteoriche o l'inquinamento delle falde, di penetrare nel sottosuolo. Coprono una buona parte della superficie del maree di 1u11qiuanti gli specchi d'acqua. Si depositano sul fondo dei mari e laghi e i subacquei . ci s~gnalanoche andando in fondo sembra di essere addiriuura in una dìsc.arica. Stanno sulle montagne, perché gli escursionisti, per molto tempo e ancora adesso, si sono liberati dei contenitori delle vivande o di altre allrezzature che hanno portato su. Adesso c'è addirittura un'associazione la"Mountain Wilderness" di scalatori pentiti che vanno a raccogliere i rifiuti lasciati nei campi base di un tempo. Poi i rifiuti ci sono anche in cielo, nel senso che i satelliti che mandiamo difficilmente vengono recuperati. Si calcola in circa 70 mila gli oggetti vaganti in orbita intorno alla terra, alcuni dei quali sono destinati a precipitare sulla terra fra cinque o dieci anni, ma altri si prevede che rimangano in orbita per un tempo indefinito se comparato con la scala umana. E' interessante sapere di che cosa sono composti questi rifiuti, perché in parte sono satelliti spenti che non funzionano più o non rispondono più al loro scopo, o pezzi di satelliti disintegrati, ma sono anche composti da rifiuti lasciati lì dagli astronauti, feci, confezioni alimentari, resti di pasti.Tutto questo rappresenta oggi un problema enorme sia per gli astronomi che per gli astronauti perché questi rifiuti viaggiano a velocità iperboliche e queste orbite devono essere tenute sotto controllo. Su 70 mila oggetti la NASA ne tiene sotto controllo circa I O mila perché rischiano di collidere con i nuovi satelliti o vettori spaziali che manda incielo. Un frammento piccolissimo che viaggia a quelle velocità è sufficiente a distruggere nell'impatto un nuovo veicolo spaziale. Sono poi anche rifiuti le emissioni aeriformi e gassose, l'anidride carbonica, tutti gli inquinanti che vanno in cielo e tutti gli effluenti che vanno nelle acque di scarico, che non si presentano sotto forma di rifiuti solidi ma sono anche loro prodotti di scartodelle attività umane. Tutto il problema dell'inquinamento è sostanzialmente riducibile a un problema di produzione di rifiuti. All'interno della categoria dei rifiuti i più pericolosi di tutti sono le scorie radioattive, che hanno tempi di decadimento del loro potenziale radioallivo che si misurano su scale non storiche: il plutonio che è il più pericoloso di tutti dimezza il suo potenziale radioattivo in 300000 anni... Oggi si fa un gran parlare del pericolo connesso alle attività nucleari attive, cioè alle centrali nucleari e al pericolo che qualcosa non funzioni regolarmente, ma si tace o si parla molto meno del fatto che a tutt'oggi non esiste in tutta la terra un postodove questi rifiuti abbiano trovato una sistemazione definitiva. Sono tutti stoccati in depositi cosiddetti provvisori, perchéquando è stata inventata questa nuova forma di produzione energetica, nessuno ha pensato a cosa fare dei suoi rifiuti. Oltre la metà di quelli che oggi vengono considerati problemi ambientali non derivano dalla scarsità delle risorse, dove per risorse possiamo intendere tutto, comprese le specie viventi, le specie rare e quelle in estinzione, ma sono problemi che hanno origine dalla produzione dei rifiuti, dalla incapacità o dalla inadeguatezza dei sistemi di smaltimento. Per la spazzatura in particolare quali sono i problemi e cosa può fare il singolo cittadino? Ritornando invece alla spazzatura, a quella particolare tipologia di rifiuti che noi produciamo direuamente in quanto consumatori. io penso che insieme a quello del traffico sia il principale problema che carauerizza oggi la vita urbana, e uno dei principali problemi, tra l'altro connesso con quello del traffico, che rendono inabitabili le nostre cillà. Apparentemente non è così perché nella maggior parte delle città esiste un servizio di nettezza urbana incaricato di asportare i rifiuti dal posto in cui vengono prodotti, che sono le nostre abitazioni, e portarli lontano. qualcuno ce li porta via e il problema è risolto Noi ci fenniamo lì: siccome tutti i giorni ce li portano via pensiamo che il problema per noi sia risolto. li problema è che gli addetti non sanno dove portare questi rifiuti e che cosa farne. Anche questo, quindi, non è nient'altro che un modo di rimandare il problema; non si sa che cosa fare dei rifiuti prodolli perché le principali formedi smaltimentosono I' ince11eri111e11to, c n o senza produzione di energia, cioè recupero di una parte del potenziale energetico attraverso processi di combustione, oppure I' i11terra111e1110, in discariche poste in zone più possibili lontane e isolate dai centri abitati. Non c'è altro. La prima soluzione è poco usata perché gli inceneritori danno origine a processi inquinanti e tulli, ormai, non vogliono che gli impianti vengano costruiti vicini alle loro abitazioni; poi perché sono strullure molto complesse da gestire e quindi si guastano facilmente. Le discariche sembrano un problema più semplice perché non c'è combustione (uno immagina sempre che le cose interrate restino lì). In realtà. hanno forti coniroindicazioni. In primo luogo i rifiuti interrati nel prossimo numero: un punto di vista sulla Lega intervista a Umberto Melotti fare terra bruciata intorno al drogato? intervista a Mario Massarenti del SERTdi Bologna CO il "dogma centrale" del DNA intervista a Elena Del Grosso e Anna Garbesi producono emissioni gassose che, se incontrollate, possono dar luogo a esplosioni. Recentemente inTurchia un'intera montagna di rifiuti è esplosa come un vulcano sommergendo un intero villaggio e uccidendo tulli gli abitanti. Ora esistono dei sistemi di controllo per prevenire queste emissioni che però nongarantiscononédai cattiviodori né dall · inquinamento né dalI'effetto serra, perché queste emissioni sono composte in gran parte da metano e anidride carbonica che sono due gas di serra. con la spazzatura . s1possono sapere tutti "i fatti tuoi" In secondo luogo i rifiuti si disfano lentamente e si sciolgono nelle acque meteoriche, nelle falde che attraversano le discariche e quindi hanno un potenziale inquinante molto alto per tulio il sistema idriCO. Infine il traffico e i rifiuti sono streuamente legati fra di loro perché sistemi di 1ra11amentopiù adeguato dei rifiuti urbani sarebbero possibili con sistemi molto articolati di raccolta differenziata, di recupero e di riciclaggio. Ma questi, per funzionare, richiederebbero sistemi di raccolta differenziati e quindi una mobilità elevata, con la necessità di molti viaggi equesto, vista l'intensità del traffico, non è possibile. Un dilemma ancora più elementare: noi sappiamo che i cassoneui o qualsiasi altro sistema di raccolta dei rifiuti urbani su strada sono in aperta competizione con i parcheggi; le macchine parcheggiano anche davanti ai cassonelli e questo rende ulteriormente difficile una movimentazione meccanica adeguata. La produzione di rifiuti è una spia del nostro modo di vivere? Certo. Primo: i rifiuti sono lo specchio molto evidente del comportamento e del modo di vita delle persone che li producono, e quindi sono diventati uno strumento, anche molto pericoloso, di indagine sociologica. Auraverso un'analisi dei rifiuti prodotti da certe categorie sociali, da una certa comunità territoriale, da un certo gruppo culturale, si possono conoscere in maniera minuziosa i loro modelli di vita e di comportamento, con un dellaglio estremo. Nell'indagine sociale, che si svolge prevalentemente attraverso comunicazioni personali (interviste) è sempre difficile superare una certa soglia di riservatezza nelle persone intervistate; questa soglia sta crescendo perché, man mano che si sommano gli strumenti di indagine, la gente è sempre più seccata dalla sua invadenza. In particolare, questo vale per lo strumento più diffuso di indagine sociale, che sono le indagini di mercato. Falle in maniera molto standardizzata, con questionari,

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