La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 10 - dicembre 1995

incerta, corruttibile e si troverà a combattere di nuovo, di nuovo bandito e fuorilegge? La Leggenda non lo dice, la Storia non parla di Robin Hood. Certamente, il sogno dell'adolescenza termina e si compie lì, dove termina la leggenda: torna il Re buono ... e tutti vissero felici e contenti. Ma l'adolescente, verso la fine del sogno, resta lì, sospeso e arrabbiato, incerto e sospettoso. Nella realtà (grazie al cielo) il ritorno alla condizione di dipendenza infantile, è estremamente improbabile. Questo sogno, però, resta sotteso al processo di sviluppo, pronto da una parte a giustificare comportamenti regressivi e difficoltà ad assumersi responsabilità, pronto dall'altra a legittimare moti di ribellione, in quanto nati da una giusta causa (la Resistenza, nell'attesa che si ripristini l'orçline e la giustizia). La Leggenda, è quindi metafora di questo sogno che, come tutti i sogni, ha in sé una grossa spinta di speranza, di apertura, di vita, ma che, frapponendosi fra l'adolescente e la realtà, può anche ostacolare il processo di crescita, favorendo tentazioni di ritiro. È infatti evidente che, nella metafora almeno, il Re Riccardo e il Principe Giovanni sono la stessa persona, improvvisamente e inspiegabilmente corrotta, ingiusta e corruttrice. Come accettare questo? Come uscirne? -Quanto occorreaspettare?Quale riscattooccorre pagare,e a chi? .. Alcune considerazioni conclusive In che modo questo modello, o meglio, questa chiave interpretativa basata su una metafora può aprire spazi di comprensione sui comportamenti degli adolescenti, in particolare su quelli meno desiderabili, sugli atti violenti e antisociali? Credo ~he sj possono aprire al11:enotr~ pist~: - la pnma e legata alla sehsaz10ne d1 tradimento e alla difficoltà di dare un senso, una spiegazione all'improvvisa, nuova percezione dell'autorità: il Re Riccardo è stato sostituito dal Principe Giovanni, e sembra che a nessuno gliene importi, o che nessuno se ne accorga. La sensazione è che qualcuno ha cambiato le carte in tavola, quasi la sensazione fisica di qualcuno che ti trattiene, ti sopraffà e non capisci chi, come e perché. La reazione, fisica, allora, è di divincolarsi, di cercare, con atti estremi, di uscire da una situazio_ne insopportabile, di ricostruire il senso del mondo. È la pista delle azioni reattive, ,disperate, contro tutto e tutti. - La seconda pista, un po' più "evoluta", rimanda all'attesa del ritorno: è un tempo di passaggio, vuoto e inutile; è un tempo "da far passare"; è un tempo di ricordi (quanti ricordi hanno già gli adolescenti!). Il Re tornerà, le cose torneranno al loro posto. C'è da vincere la noia, la frustrazione del tempo che non passa mai. È un tempo comunque "non nostro", di cui non ci sentiamo responsabili, in cui non siamo coinvolti. È la pista delle "cazzate", delle azioni non pensate e che sembrerebbe impossibile pensare. · - La terza pista rimanda alla legittimità di azioni di sabotaggio e di resistenza contro l'autorità corrotta e illegittima. È la pista delle azioni più evolute, più progettate, coscientemente oppositive. Eppure è proprio qui che più si scopre la contraddizione dell'adolescente che, mentre combatte tutte le autorità adulte possibili (genitori, professori, vigili ... ), di cui non riconosce la legittimità, è in cerca del riconascimento e dell'approvazione di qualcuno, di un adulto che "lo capisca", che sia dalla sua parte, che rappresenti, se non il Re buono, un alleato del Re e per il ritorno del Re. È stupefacente come a volte gli adolescenti dimostrino di aspettarsi, rispetto alle loro "peggiori azioni", l'approvazione da parte di quegli adulti che hanno sentito, qualche volta, vicini, condividere la loro ansia di giustizia. Altre All'interno della lettura metaforica proposta, si può dire che l'adolescente termina in modo positivo con la ricomposizione dei due fratelli (il buono e il cattivo) in una persona "umana" e quindi imperfetta, e con l'accettazione della fallibilità dell'autorità genitoriale (e dell'autorità tout-court). Naturalmente, questo comporta una grossa fatica, e la rinuncia al sogno. Ma quali possono essere le condizioni in grado di favorire l'evoluzione nella direzione di una rinuncia al sogno, sostenibile e non eccessivamente costosa, sul piano della costruzione della personalità adulta? Mi sembra che anche qui si possano individuare alcune piste: - Innanzitutto credo che lo sviluppo di un "buon segno" sia una precondizione per il suo superamento. Questo significa che è importante che il bambino sperimenti un'autorità monar- .chica positiva, con l'adulto capace di assumersi la responsabilità di guida certa e presente . Per chi non vive l'assenza e l'attesa del ritorno del Re buono, l'adolescenza rischia di essere veramente un tempo vuoto e senza speranza. - D'altra parte, credo che un positivo superamento del sogno sia tanto più possibile quanto più il genitore permette al figlio di vivere spazi di dubbio: sottraendosi progressivamente all'identificazione con il modello perfetto e onnipotente e proponendo sempre squarci di esperienza positiv,!, di vicinanza, di affetto e di controllo, anche nel periodo di massimo scontro. Certamente ci sono padri a cui "costa troppo" rinunciare a rappresentare il Re Riccardo, padri che preferiscono mettere in dubbio le percezioni dei figli; come pure ci sono padri il cui comportamento permette un'identificazione credibile con il Principe Giovanni e anche q~esto, naturalmente, non facilita la ricomposiz10ne. - Quanto detto finora riguarda le relazioni familiari, ma mi sembra che, spesso, gli adolescenti chiedono qualcosa anche ad "altri" adulti: educatori di progetti giovani, centri di aggregazione, volontari, ecc. Di solito chiedono, mi sembra, di allearsi con loro, di entrare nel sogno, proponendo una sostanziale (e affascinante) analogia fra il loro sosno e il progetto politico-sociale (questo sì d1 sinistra) di cui sono quasi sempre portatori questi operatori sociali. È in questa lettura che vedo uno spazio possibile di utilizzo concreto della metafora interpretativa, nell'accoglimento parziale della proposta di alleanza, nell'accompagnamento in una strada che non è la rinuncia al sogno, né la sua realizzazione, ma l'uscita dal sogno attraverso la sua evoluzione verso le dimensioni della creatività e della democrazia, ovvero, verso la vita adulta. ♦ BUONI E CAT!Vl

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