La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 2 - marzo 1995

Bi AIUTARE: , IL PROBLEMA E "COME" Virginio Colmegna a cura di Zita Dazzi Don Virginio Colmegna, 49 anni, milan_ese, è uno dei responsabili del Cnca (Coordinamento nazionale comunità d'accog_lienza)~on7:~ bardo ed è sicuramente uno degli uomini piu vicini al cardinale Carlo Maria Martini, che l'ha voluto, un anno fa circa, alla guida della Caritas Ambrosiana, il braccio operativo della Curia milanese. La sua "carriera" ecclesiastica è partita dal basso:negli anni Settanta è stato a lungo parroco alla Bovisa, ab~rac~ian~o _la causa dei disoccupati e degli emigrati meridionali, partecipando alle grandi lotte pe'. la cas_a, entrando nelle fabbriche a fianco degli operai e aprendo una scuola popolare per gli ana_lfabet~ sul modello di don Milani. Dopo un periodo di ritiro spirituale e qualche anno_di attività '~istituzionale" all'interno dell'Azione Cattolica e della Fuci ha chiesto di tornare in trincea ed è , . . stato nominato parroco a Sesto San Giovi:nm. Qui - dividendo il suo tempo fra [e~randi f ab-_ briche, gli handicappati, i malati di n7:e~tee i ragazzi senza famiglia della comumta_ 4ove aveva scelto di vivere - _è :e:tato p_erdodici anni, fino a quando Martim l ha chiamato a fare il direttore della Caritas. Impegno che Colmegna porta avanti con rigo'.e ~ f uci~ità, senza_ compromessi e senza ambiguita nei confron~i dell'amministrazione leghista che governa Milano. A lui abbiamo chiesto di spiegare le ragioni della grande attenzion_e_che la ~ari~as Ambrosiana dedica ai progetti internazionali. Voi della Caritas vi richiamate sempre al tema della "mondialità ", anche quando vi occupate delle piccole vicende nostrane, dalle emergenze quotidiane di Milano. Perché? La Caritas si interessa di mondialità e di pace perché il nostro obiettivo fondamentale è la solidarietà e l'educazione alla carità, ma non semplicemente rer un. at!e~giamer:ito pietistico o di· natura ass1stenziahst1ca. Dietro questo obiettivo c'è una strategia educativa: il tentativo di far capire alla gente che il problema del mondo e il modo in cui si affronta questo tema ci riguarda tutti. Bisogna dare la sensazione di una responsabilità mondiale a tutte _lepersone. Per esempio, per educa~e ~Ilapa~e b1s?gna pa~- tire da scelte come l'ob1ez1one d1coscienza e 11 volontariato, e in termini più vasti, dalla battaglia sulla riconversione e sulla riduzione degl~ armamenti. Tutti questi discorsi f~~no part~ d1 una difesa della vita e della quahta della vita. Questo significa formazione di u~a ~oscienza quotidiana di uomini e donne sohdah. Questa è la pedagogia dei fatti, contrapposta a quell~ delle dichiarazioni di intenti. Si cerca sempre d1 essere in prima fila, non per un desid_e~io_dj protagonismo, ma per essere nella quot1diam!a dei problemi, ~o~ coerenza e c~n costanza m tutte le situaz1om. Adesso va d1 moda quella inoBianco PIANETA TERRA che io chiamo la "cultura del Telethon", quest'idea dell'utilizzo delle emozioni per sentirsi buoni senza affrontare le questioni strutturali, ment/e noi dobbiamo occuparci di solidarietà ricordandoci che senza affrontare i problemi politici si continua a dare, ma diventa. tut~? controproducente. Ci vuole una strateg1_ap1'.1 grande. La solidarietà v~ smas_ch_eratasm fim, perché non è detto che d1per se amtare q~alcuno vada bene, oggi il problema è come amtare, senza l'ossessione di arrivare primi, ma rispettando i percorsi che ci sono. Come fate a far questo? Nel caso delf'ex-Jugoslavia abbiamo scelto il tema dei gemellaggi ~olid~li pe~ché :ite10i::im,? che gli interventi calati dall alto siano mutili, c ~ bisogno di un aiuto che faccia crescere legami solidali fra esperienze e soprattutto che faccia nascere sul posto, la consapevolezza non che stiamo "assistendoli", ·ma che ci stiamo assumendo la nostra parte di r~spo?sab~lità. Siam~ legati in particolare con la _cltt~~mad1.S~av<?nski Bred. Abbiamo fatto qumd1c1 sped1z10m per portare generi alimentari, _medicina~i,_vestiti,attrezzature, eccetera. Ma 1 rapporti rigua~da?o tutti i settori, le scuole, gli oratori, le associazioni culturali; facciamo adozioni a distanza, d' estate ospitiamo 650 ragazzi; abbiamo in _programma la ricostruzione di una sc~ola e d1 ur1;a casa per anziani. Su questi interventi sono mobilitate quasi seimila persone. Un altro intervento è il progetto Alfa-Omega, per intervenire sul disagio minorile a Mil~- no-Napoli e_aBelo H~rizonte~ nello stato bras~- liano del Mmas Gera1s. Abbiamo collegato 11 "Progetto Poliedro" nel quartiere Cag1_1olaMosé Bianchi di Milano, il "Progetto Prov1dencia" a Belo Horizonte con i meninos da rua, e un progetto a Napoli sugli _scu~nizzi.Stesse_at: tenzioni, indagini sul territorio, operatori d1 strada che lavorano nelle scuole e nei centri diurni. È un triangolo di nf tura _cultur~le_e di solidarietà. Attraverso quest esperienza c1siamo resi conto che - laddove si opera bene sull' emarginazione_, ~el Ter~o Mon_d~ ? · nell~ peri_ferie italiane - 1lmguagg1 sono s1rmh.Anzi, abbiam? capito che siamo noi del mondo così detto "sviluppato" che possiamo imparare, pur_ nepa drammaticità delle emergenze. La scelta d1 agire contemporaneam_ente qui e i1_1un contesto inter~ nazionale, scambiando esperienze e l?e~son_al~,e anche un tentativo di smontare la tesi d1chi dice "bisogna aiutare quelli victni pri1;1a di quel~i lontani", per poi non fare mente ~e _per &hum, né per gli altri. Anche il ce1:-trorms_s1ona_rio.Caritas con la strategia delle rmcrorealizzaz1om appoggia un'esperienza qui e una nel terzo mon- ~o, promuovendo scambi di operatori e di esperienze. Ex -Jugoslavia, emarginazione minorile. Quali altri temi seguite? . , . Facciamo lo stesso esperimento sull A1ds: abbiamo collegato il nostro progetto milanese c<;muno ~nalog? in U ga10da,per ora s~è parl~to d1 strategia e d1 P:ev:enz1one, ~ ma~g~~ commceranno gli scambi d1 operator~. Poi ~1mter~ssa il discorso sul carcere, dove stiamo mtrecc1ando i progetti milanesi con esperienze che si stanno facendo a Yaoundé in Camerun, a Abidjan in Costa d'Avorio e a Huach? in Perù. "Oltre le sbarre", è il nome del piano contro la devianza minorile che riguarda Monza, Garbagnate e a Milano, il carcere minorile

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