La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 2 - marzo 1995

abbia portato ad una riflessione sulla città e sull'idea di cittadinanza e come tale riflessione abbia richiesto immediatamente una ricaduta sulle nostre città e sul loro tessuto sociale, sui processi degenerativi innescatisi sul territorio urbano. Mi sembra che questo sia un compito preciso da affidare ai nostri sindaci, aldilà di qualsiasi strumentalità elettorale. Si tratta dunque della presa in carico di un impegno che parta dalla constatazione che tutta l'Europa sta vivendo una forte crisi di identità, nel momento in cui la crisi economica o, per meglio dire, l'insostenibilità dell'attuale modo di produrre, comincia a minare fragili identità basate solo sull'accessibilità ai consumi, che si sta restringendo drammaticamente e scaraventa milioni di uomini e donne in balia di un esplosivo mix culturale fatto di egoismi localistici e mercato, comunità e consumismo sfrenato, tradizione e modernizzazione, di cui la ex-maggioranza di governo in Italia è un chiaro specchio. E la Jugoslavia è il volto più tragico di questa storia... Sta proprio alle amministrazioni locali e ai sindaci assumersi la responsabilità di riportare la questione dell'identità alla città quale luogo dellapartecipazione. E la famosa questione della "società civile" e dei sindaci espressida essa non può essereposta allora solo in termini generici di "vicinanza agli interessi della gente" e di lontananza dai giochi di potere delle segreterie romane. La vicinanza dei sindaci alla società civile deve esprimersi, in quest'ottica, come appoggio politico e concreto ai tanti comitati cittadini attivi'" non solo nella solidarietà a favore della ex-Jugoslavia, ma a tutte quelle espressioni della partecipazione che mettono in campo un 'idea di cittadinanza e un 'identità che non sia solamente quella dell'accesso ai consumi o quella compensatrice della patria e della razza. Passione democratica e progetto per l'autonomia e l'autogoverno nell'esperienza dei comitati cittadini di solidarietà Il volontariato che si è espresso a sostegno delle espressioni civiche e democratiche della ex-Jugoslavia ha posto l'esigenza di liberare spazi per la politica e per la creazione di senso che individua nella comunità locale il luogo delle grandi contraddizioni del pianeta e nello stesso tempo la dimensione dell'agire politico. I tanti comitati cittadini di solidarietà, le sedi locali delle grandi associazioni pacifiste e del volontariato ci dicono che sta nascendo di nuovo l'esigenza di sottrarsi al dominio di una società che si organizza soloper la soddisfazione di quei bisogni materiali decisi da una forza induttrice non controllabile dal basso. Cresce il bisogno di essere di nuovo creatori di senso, di affermare la molteplicità delle esistenze e la complessità del piano storico-sociale, contro l'omo!ogazione dei desideri, l'appiattimento dei rapporti umani a rapporti di consumo. La solidarietà dei comitati cittadini ha riscoperto la voglia di progettare, di richiamare attorno ad un obiettivo le forze vive della città, per riconoscersi, discutere, rimettersi di nuovo insieme e capire e affermare che la storia non è finita, che tutti noi possiamo costruire, che la nostra identità non è data dal consumo, ma da un incessante impegno per l'autonomia, la creazione di §é all'interno dei limiti socialmente riconosciuti e storicamente accettati, BibliotecaGinoBianco come frutto di storie secolari e complessità, ognuna diversa a seconda del luogo. Da queste esperienze la città emerge di nuovo come la sede del progetto dell'autonomia e dell'autogoverno, fondato su un'identità civile caratterizzata da quella "passionedemocratica" che nasce dalla considerazione dell'altro da sé, uomo/ donna e ambiente, come valore f andante della propria esperienza di vita, cioè come orizzonte di senso entro cui inscrivere leproprie azioni. · All'interno di questo orizzonte di senso nasce la passione civile e democratica, l'amore per i propri simili, il proprio territorio e le proprie istituzioni. Non può nascere infatti passione democratica dalla difesa egoistica dei privilegi o dei consumi, che nella nostra società vengono considerati come unica fonte di realizzazione e identità. Dalla difesa egoistica di cose 11,asclea "passione violenta" della sopraffazione e della guerra civile, che sta funestando l'Europa e non solo con atti di guerra guerreggiata. Conclusioni La riflessione sull'aggressione alle città della Bosnia-Erzegovina ha avuto una ricaduta virtuosa anche sulle nostre città, in termini di pensieri e idee, ma soprattutto in termini di azioni concrete e di recupero di spazi di socializzazione sul territorio per progettare solidarietà a favore della ex-Jugoslavia. Mi sembra allora che sia proprio la dimensione del progetto sul territorio che coinvolga la comunità locale nelle sue articolazioni il contributo che il volontariato può offrire alla cosiddetta riforma della politica. Il progetto sul territorio richiede conoscenza della storia e della cultura, studio, analisi degli attori sociali e loro coinvolgimento ecc... E questa allora la vera vicinanza della società civile alle persone e a quello che si muove veramente nel sociale, è questo allora il contributo nuovo alla politica aldilà della retorica antipartitica del "nuovo che avanza". La passione democratica, e lo sforzo per l'autonomia sul territorio sono forse la speranza da mettere in campo per sconfiggere le destre e il modello di vita e di consumi indotti e sostituirli con cosepiù appaganti, più sensate e, perché no, più divertenti. ♦ PIANETA TERRA

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