Lancillotto Thompson - Il Risorgimento italiano e gli irredenti

- 12 - Spada mentre combatte, come dice il Guerrazzi, « come uomo che abbia fede stiano a guardarlo gli eroi ». li nobile poeta Filippo Zamboni, suo concittadino, capitano valoroso della Legione Universitaria, riesce a salvare la bandiera della legione, la custodisce nell'esilio tra pericoli e la rènde poi a Roma libera. Nell'atto di restituirla rammentò commosso : « La santa bandiera! Essa che nel 1848 mosse da Roma con noi che fummo vanguardia delle vanguardie dei volontarii; che sempre alla testa di tutti quei corpi fu nel fuoco a Cornuda, a Tr~viso, a Venezia, nelle tre giornate di Vicenza, e sempre negli avamposti di porta Sambartolo, Santalucia, porta Croce, al primo avamposto della Rotonda e sui Monti Berici; e che da ultimo passò alzata e sventolante pel campo di quarantamila assedianti ; che poi, dalle Romagne portata, acoorrè a Bologna a marciè forzate quando gli austriaci l'avevano attaccata ... che nel '49 fu portata ali 'assedio del Quirinale ... che nel 30 aprile a Villa Pamfili, nel giugno sopra i colli Parioli, indi a Palestrina, fece parte della grande epopea nazionale, duce il guerri~ro delle nazioni, il maggior poeta di libertà, Garibaldi... Ecco, io ve la rendo incontaminata, come sul campo così sul mio petto. L'ho portata con me occulta per anni, cucita nelle vesti n. Nota pure lo Zamboni che i colori della bandiera, anzichè verticalmente, erano disposti orizzontalmente, poi esclama: « Oh dolcissimo errore! Come un errore virginale, ma pur sempre leggiadro. Allora al primo grido di guerra non si conosceva neppure la disposizione officiale dei colori dell 'itala bandiera. A noi candidi giovinetti bastava un segno, il benedetto tricolore per raccogliere tutti a combattere per l'Italia. Non sapevamo come dovèva esser fatta l'Italia. Ma sapevamo che c'era, e eh 'era divisa, e che doveva rifarsi. La croce vermiglia nel mezzo· è il segno della santa crociata n. Allo Zamboni ebbe a scrivere il guerriero delle nazioni, il maggior poeta di libertà, Garibaldi : « Io mi sono Sèntito orgoglioso d'essere italiano e d '1iVer combattuto accanto ai prodi trecento che spiegarono il glorioso vessillo al cospetto dei fed.ifraghi soldati d'un tirannon. E poi: «Voi la salvaste la bandiera della gioventù italiana con pericolo della vita vostra preziosan. B·blioteca Gino Bianco

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