Salvatore Barzilai - Contro la Triplice alleanza

- 11 - avevano paura e bisogno, e dire : abbiamo espiato i nostri errori, li abbiamo amaramente pagati, adesso faremo una politica italiana, meditata, spontanea, cosciente. Che cosa s: è fatto ir..vece? La triplice alleanza è un po' per voita entrata nelle abitudini svogliate della diplomazia italiana e del paese. Era cosa tanto semplice, dava cosi poche noie, era un trattato che il ministro degli esteri trovava nel suo scrigno alla Consulta bello e fatto. Era la giustificazione dell'assenza di una quelsiasi politica estera dfettiva; e noi restammo nella triplice alleanza, come un gentiluomo che si appaghi di mostrare la sua tessera di appartenenza ad un club aristocratico, e sia visto là dentro più o meno bene, salutato, sì e no, ·nei modi dovuti. E così abbiamo trascorso la nostra vita politica internazionale per il lungo periodo che corre dal 1882 in poi. È lecito allora, in brevissimi tratti, fare un leale bilancio della politica delle alleanze. Un leale bilancio, perchè io mi studio di non combatterle da un punto di vista esclusivo, ma di mettere a raffronto lo sforzo confessato e dichiarato con i resultati ottenuti. Noi, dunque, ci eravamo legati alle potenze centrali perchè l'equilibrio del Mediterraneo non fosse ulteriormente turbato. Ma, le fortificazioni di Biserta, cioè il fatto per cui la conquista fra-ncese di Tunisi divenne veramente pericolosa ed offensiva per l'Italia, si svolse sotto gli auspici della triplice alleanza ; e sotto gli auspici della triplice alleanza si è firmato il protocollo fra l'Inghilterra e la Francia per la delimitazione dell'entroterra tripolino. Ed io credo che la Francia non prenderà la strada di Ghedames, lo credo fermamente; ma nessuno di voi crederà che non lo faccia perchè noi siamo gli alleati degli imperi centrali ; forse non lo farà per una ragione diametralmente opposta : potrà sembrare a lei che noi siamo di quelli, ora, meno intimamente alleati di 1rna volta. Biblioteca Gino Bianco

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