Ezio M. Gray - Germania in Italia

-7altra sorte che non quella di polmone adriatico e di già mediterraneo dell'Impero che ad Amburgo oggi - a Rotterdam domani - teneva il suo polmone settentrionale. E non vedemmo che il Trentino ed il Garda erano ugualmente insidiati, premuti, corrosi da bande tedesche che neppure sempre ricordavano di essere ancora suddite d'Austria e talvolta già agivano apertamente - anche contro l'Austria - in nome della più grande Germania così come facevano in Boemia : contro gli Asburgo e per gli Hohenzollern tacitamente annuenti. Incapaci già di odiare anche quel solo nemico che dell'antico nemico aveva conservato contro di noi la denominazione politica, le abitudini aguzzine, l'alterigia di chi non dispera di una rivincita, gli Italiani furono a maggior ragione incapaci non dico di odiare anche l'altro nemico quello meno riconoscibile ma più temibile per la rinnovazione che il suo odio e la sua forza avevano avuto nel grande seno del giovane Impero, non dico di odiarlo, ma neppure di sospettarlo e di diffidarne. Trayolti dal supino - colpevole - entusiasmo di tutta Europa per la sua rivelazione scientifico-militare di Sedan noi gli aprimmo le braccia, le città, i nascondigli del nostro risparmio, i tesori dei nostri archivi perchè egli facesse di noi quello che aveva fatto di sè stesso. E ci sedemmo a lezione. Noi non neghiamo che i tedeschi avessero molto - in linea pratica e meccanica - da insegnarci ; noi non neghiamo che nella fase di crescenza della nostra vita nazionale non abbiamo imparato molto dal precettore tedesco; noi non neghiamo che al suo contatto energie nostre si sieno risvegliate, abbiano riconosciuto sè stesse, abbiano tratto caratteri secondari ma necessari che conserveremo con profitto anche all'indomani della guemi. Noi non neghiamo tutto ciò. Vogliamo soltanto verificare questo nostro dubbio terribile : che il precettore tedesco chiamato da noi a insegnarci il modo di sfruttare meglio i nostri tesori abbia operato così che oggi ci si trovi ad avere bensì tale esperienza ma a non possedere più i tesori sui quali liberamente esercitarla, sicchè si debba da noi concludere che la lezione ci è costata davvero un prezzo usuraio. Biblioteca Gino B1c1nco

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