Mario Alberti - il tornaconto della nostra guerra

-62. Mancato concorso dei forestieri, contrazione dei consumi, scomparsa della domanda d'oggetti di lusso, difficoltà di esportazione, ostacoli all'importazione, restringimento del credito, rincaro della moneta, rincaro del costo di produzione; 3. Elevamento del costo della vita. Cominciamo da quest'ultimo che affligge la collettività dei cittadini. Esso assume particolare rilievo poichè pesa essenzialmente sull' agglomerato urbano, il più sensibile, il più rumoroso, il più influente sul fattore politico, il più atto ad esercitare una forte pressione sul Governo. Il rincaro in Italia è essenzialmente frumentario. Limitiamoci per tanto a considerarlo soltanto in questo suo aspetto, sebbene, per esempio, l'alimentazione delle classi meno abbienti delle cost~ abbia danno non minore dalle difficoltà della pesca nell'Adriatico causa le mine. Anche il prodotto della pesca, come quello del grano, giungerà più abbondantemente sul mercato, solo quando la guerra ~uropea sarà terminata. Ma ritorniamo al rincaro del grano. Esso è dovuto sopra tutto ai seguenti fatt.ori : minor raccolto mondiale (- 8.8 per cento in confronto alla campagna precedente), chiusura dei mercati di esportazione russo e rom~mo causa la gu~rra (in tempi normali la Russia esporta fra i 600 e gli 800 milioni di pudi - un pud = 16.4 chilogrammi - di cereali e la Romania circa cinquecento milioni di franchi di grano), eccezionale elevamento dei noli (in trç mesi, a partire dalla fine di ottobre, essi si sono triplicati di prezzo), più alta razione di pane ai soldati di tutti i belligeranti in confronto al consumo privato per testa di abitante, contagio rialzista della guerra sui prodotti di prima necessità. Come tutti vedono, a parte il fatto irrimediabile del minor raccolto frumentario mondiale, i fattori del presente rincaro sono connessi strettamente allo stato attuale di guerra, alla guerra « çuropea », onde non è lecito attendere un miglioramento della situazione finchè non abbia a cessare il conflitto, poichè per l'economia nazionale la vendita sotto pr~zzo di frumento da parte dello Stato non costituirebbe certo un miglioramento dçlla situazione, dovendo poi negli anni successivi i cittadipi sopportarne il peso e gli interessi in forma di maggiori imposte. I --

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