Mario Alberti - il tornaconto della nostra guerra

- 30 - I 'Italia, mentre non vincolerà per nulla la sua libertà avvenire, m?ntre, per il giuoco deHe varie forze antagonistiche internazionali non avrà affatto bisogno di irrigidirsi al servizio di un potente gruppo d 'alleanze, potrà trovarsi all'indomani del conflitto, non soltanto nazionalmente compiuta, ma anche arricchita di colonie, di prestigio politico e di influenze economiche. La finanza italiana all'Indomani della guerra. Naturalmentè, per le finanze di tutti i Paesi, il conflitto prèsente è una calamità grave. Anche per l'Italia. E lo è, sia che il nostro Paese partecipi, sia che non partecipi alla guerra. Anzi, per le predette ragioni acceleratrici della fine del conflitto, l'intervento italiano potrà far risparmiare, anzichè far perdere alla finanza italiana, che adesso deve sopportare spese eccezionali per la preparazione e per la mobilitazionè. Non solo. Ma l'intervento potrà riuscire alla finanza italiana preferibile all'inazione neutralista anche per altre ragioni. La partecipazione alla guerra ci dovrebbe assicurare determinati vantaggi territoriali ed economici, che l'assenteismo non potrebbè procurarci. Orbene, anche esclusivamente l'annessione delle nostre terre irredentè accrescerebbe di parecchie diecine di milioni le entrate ordinarie della finanza italiana, con ciò aiutandola a sostenere l'onere ricorrente dell'attuale fase di spese straordinarie. Anche da questo lato, dunque, l'intervento acquisitorè di nuovi territori riuscirebbe vantaggioso alla Nazione. Non crediamo, invece, di dover prospettare la eventualità di una partecipazione all'incasso di una grossa indennità di guerra da parte degl'imperi centrali. Come pure difficilmente l'Italia dovrebbe assumere a proprio carico la quota parte _d_i debito pubblico austriaco gravante sulle terre irredente, poichè il debito ~ubblico austriaco è essenzialmente il prodotto di spese milttari. B:blioteca Gino Bianco

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