Mario Alberti - il tornaconto della nostra guerra

- 17 - maximum maximorum d1 potenzialità di resistenza. E' un tipo intermedio con largo fondamento agricolo ed alquanto sviluppo industrial9, quello che offre i vantaggi più notevoli di resistenza economica alla guerra. Ecco perchè. Nella guerra moderna, non combattendosi più, come nell'antica, soltanto con qualche arme prodotta alla meglio dall'industria domestica, ma essendo necessari e cannoni e mitragliatrici e munizioni -~ completo equipaggiamento delle truppe, l'economia prettamente agricola, pur possedendo la più alta forza d'indifferenza economica alla guerra, presenta gravi deficienze in linèa di rifornimenti militari. Perciò, l'economia che, accanto ad una robusta base agricola, si costruisce il suo bravo organismo di industrie militari, è la più forte, ha la massima efficienzà di resistenza economica in fase bellica. L'Italia si trova, press'a poco, in queste condizioni. Ha un fondamento essenzialmente agricolo; ha industrie milit!l,ri; ha l'esercito ormai ben provvisto. Può affrontare, quindi, la guerra con tutta tranquillità. L'Italia non dispone di quell'ampio espansionismo economico internazionale che, intèrrotto per la partecipazione al conflitto, metterebbe in subbuglio tutta l'economia del paese. La partecipazione nostra al conflitto non sopprimerebbe che i commerci con gli imperi centrali. Commerci questi, chè son già notevolmente diminuiti causa i divieti di esportazione e per effetto delle misure restrittive imposteci dall'Inghilterra che ha il dominio sui mari. Domani, marciando contro l'Austria, l'Italia non avrebbe più bisogno d'addossarsi le interdizioni economiche res~ necessarie ora dai doveri della neutralità e le flotte francoinglesi non ostacolerebbero più alcun genere di importazioni di materie prime, .adesso subordinate alle esigenze del blocco contro la Germania e l'Austria. Le nostre fabbriche potrebbero fornire merci e prodotti, in quanto non requisiti per il nostro esèrcito, alle amministrazioni militari degli Stati dell'Intesa. L'industria italiana, allora, se validamente sorretta degli istituti bancari, potrebbe divenire per molti rami il centro di rifornimento della Francia (la quale ha avuto distrutte dall 'invasionç moltissime fabbriche e quindi deve rivolgersi all'estero per numeB blioteca Gino Bianco

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