Giuseppe Antonio Borgese - Guerra di redenzione

- 21 - serio, come quelle di giugno, spadroneggiarono, ciò si deve appunto alla mancanza di tradizioni del nostro esercito. Non può essere tutore dell'ordine un esercito senza tradizioni, a cui si è ostinatamente negata la gloria. P~r ciò noi avremmo senza dubbio la rivoluzione, e a questa rivoluzione, peggior male ancora, seguirebbe necessaria la guerra, purchè si pensi, con uno di quei piccoli sforzi fantastici che gli Italiani per prudenza non amano, alla situazione in cui verremmo a trovarci in Europa. Ci troveremmo tra Austria e Francia, tra due necessari nemici, fra due Stati dèi quali è difficile non ammettere che l'uno prima e l'altro dopo ci dovranno fare la guerra. Se la Francia sarà vittoriosa insieme alle potenze della coalizione, e se qutsta vittoria, come sembra probabile, non sarà da attribuirsi in massima parte alle armi francesi, cioè se la Francia, malgrado le innegabili grandi prove di sè stessa ha date, esce dalla guerra con una mezza coscienza della sua forza rifatta (mezza, perchè non si tratta già, comt ai suoi bei tempi, di un bel duello in cui la gloria era tutta della Francia vittoriosa) sentirà quasi bisogno fisiologico di riprovare le sue forze. Con chi?(!). E l'Austria? Di un'Austria vittoriosa è facile immaginare l'an~mo ostile verso di noi. Ma un'Austria vinta, e (1) I democratici, p. e. Pietro Silva nell'Unità, negano il pericolo francese. Basta ammettere per la Francia ogni presente e avvenire imperiale, dal Marocco alla s;ria, e negare all'Italia perfin la Libia, perchè il pericolo francese sparisca. Vorrei però che i democratici facessero anche l'esperimento inverso. Diano ·ai tedeschi il mondo e all'Italia... !"Isonzo, e vedranno che anche il pericolo tedesco si dilegua. Più giustamente altri, fra i quali l'Ojetti, credono possibile una duratura intesa fra Italia e Francia a patto che la Francia si renda conto degli inconvenienti che avrebbe per essa una rinnovata alleanza fra l'Italia e una Germania desiderosa di rivincita e perciò si decida a farci, anche con certi sacrifici, il posto che ci spetta nel Mediterraneo. Comunque le nostre relazioni con la Francia sono delicate e difficili; e un'Italia disorganizzata e umiliata, frammezzo a un'Austria bisognosa di rifarsi e ad una Francia irrobusti:a dalla revanche, non avrebbe ragione di guardare con fiducia nè a destra nè a sinistra, sopratavrebbe ragione di guardare con fiducia nè a destra nè a sinistra, sopratutto se si rifletta che, da quando la direzione del germanesimo e dell'idea dell'Impero è stata assunta dalla Prussia, sono enormemente diminuite le cause di contrasto permanente fra l'Austria e la Francia. Biblioteca Gino 81dnco

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