Pensiero e Volontà - anno III - n. 16 - 10 ottobre 1926

384 nè a una per-versità personale del nuovo Cesa re. Lo scrittore prosegui va il suo lavoro perch<'· non noteYa nè sospenderlo, nè dare ragione a 1 Colpo ,jj Stato, nè applaudire alla deporta-- zione di J 1,000 innocenti, nè approvare la fer rea censura imperiale non autorizzata da aÌ.··u1J pretesto di guerra, nè inchinarsi dinanzi aJ clero odiatore di ogni libertà filosofica o parlan1en tare ; lo seri ttore non poteva tacere, quan do tutte le ragioni di parlare si raddoppiavano quasi per incanto dinanzi a lui senza che la i~differenza· del pubblico, questa forza che mette l'ultimo termine ad ogni polemiea, lo riducesse aI silenzio. L'Imperatore poi non poteva · lasciare libera questa voce che protestava contro la volgarità. e la felicità della sua soluz~one P trasforma va il suo dominio in un vero delitto_ Nè valeva il dire: tutti sono contenti, ·-tutti si arricchisçono, la Francia è felice, noP ·è ingloriosa, guardate la sua geografia, misurate il suo territorio, contate i suoi abitanti. enun1erate le sue ricchezze, numericamente in· feriore all'Inghilterra, alla Germ·ania, alla Russia, _numericamente inferiore a] la nuova prosperità dell'America, ,di cui Luigi XIV non sospettava n~ppure l'esistenza libera ed indipendente, non sembra forse I.a nazione modello. il popolo eletto,. la regina dell'opinione; che potevasi desi.der~rle di più 7 Si poteva desiderarle la gi,u.ilizia niella chiesa e nella rivolitz,:one, cio.è la. giustizia, per cui il suo governo non fosse teocratico, il suo clero nemico deJ vero, la sua centràlizzazione il più terribile dispotism.o, il suo sistema franco-italiano un idiotismo. mitigato, il suo liberalismo una perpetua mascherata. Ma l'uomo non accetta di e~-· sere ingiusto, e se 1'1.ngiustizia e la contradj zione delle idee lo rendono felice, egli si ribella anche se si vuole per lo troppo bene stare . e ci òaccadeva àll~ Francia, dove la; forma dispotica discr.editava i principii che la discreditavano alla loro volta e quindi la coesione, la stima reciproca ,dei cittadini, ]a fiducia 1nutua . che costituisce lo Stato deperivano; la scienz~ consigliava il male, l'arte conduceva alla ljcenza e la corruzione renpeva impossibile la vera e franca soluzione dei principii del 1789 Il Papa a Roma, l'assolutismo a Parigi erano controsensi nello spirito della Francia comf dell'Italia; quindi l'Imperatore dava amnistie senza ricever·ne, l'opposizione lo metteva nell'alternativa di rinnovare il colpo di StatCl o di cedere, l'Italia in quella a<:cordarle la rivoluzione O di vedersela ne1nica; e che cos'è UP popolo dove l'opposizione trascende il governo, soverchia la, tradizione, chiede la guerra ciBibliote a Gino Bianco vile e si nutre di tutti i progresi delle na~ioni ,, più libere, dalle quali· trovai attorniato? E' un popolo esposto alle invasioni, un popolo· che ouò dare la mano al nen1ico senz'avvedersene e che può insorgere nell'istante appunto, in cuj dovrebbe raccogliersi intorno- al suo ca.po. La caduta di Bonaparte vinto dai Prussiani e dal l'insurrezjone di Parigi è la. conseguenza più . legittima delle dottrine anti-francesi trap,iantatA in Francia nel 1814 e mantenute tragicamente di fronte al secondo impero. E' l' oppo sizione francese che fatalmente conegnò 400,000 prigionieri ai Prussiani ; sono i suo1 capi che cedettero a non1e della rettorica germanica delle nazionalità le due provincie dell'Alsazia e della Lorena ; è la repubblica mal spenta e re-- suscitata che prolungò il disastro della guerra. perchè l'Impero non f ~cesse la pace; è M Thiers estraneo alle idee sociali che lasciò scop piare la Comune e raddoppiarsi il disastro. Per evitare la catastrofè bisognava che Napoleone annullasse completamente l'Orleanismo, il legittimismo, il repubblicanismo, che egli fosse p"i ù feroce di Nerone nel reprimere, pii.1 perfido dei Medici nell'ingannare, più crudele di Robespierre nel democratizzare, ed a fronte della situazione erano scherzi le sue persecuzioni. D'altra parte il quasi napoleonism<' degli Orlléans, dei Repubblicani, degli Unitari• provocò la Germania, copiandola, assecondandola senza saperlo. La tragedia era inevitabile .t'rou cthon ne era straziato e voleva sfuggirvj P.d ostare all'estero coll'usar la forza ài ·una lj. hertà ultra-americana e nemica eterna di ogn1· guerra. Questa era un'idea; chi ne ha adesso 1 Ohi pensa 7 Ad ogni giorno i morti las,ciano il posto vuoto, continua la sco_nfitt~ di Sédan. si scende, si scende; della facilità delle solu.- zioni non resta altro che quella di far denari. di aprire teatri, di fa"re di Parigi un'altra SibarL e non diremo noi che -1anatura ~ndiffP,- . ' . - rente al bene e al male·lo e pure al sorgere e al dadere delle nazioni 1 GIUSEPPE FERRAR! (Dalla ~·"l u01;a À r, totogia, .Firenze. - Volume XXVIII. Fase. 4 di aprile del 1875). .. - - - .a --- --·- -------- • Di rettore r~sponsa hil0 : GIUSEPPE TURCI SOCIETA' ANON. POLIG·RAFICA ITALIANA. Via della Guardiola, 22 - Roma

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