Pensiero e Volontà - anno III - n. 10 - 2. ed. - 16 giugno 1926

PENSIERO E V·OLONTA' time le -facoltà su cui egli contava di più, mia insomma ,egli sapeva bene quel che valeva. Leonardo! *** Riferendo ciò che, a mio parere, è stato detto di meglio su questo grande argomento, io non potevo, come si· può capire, che sfiorarlo appena. M~ ora vediamo di ria.ssumere per venire alla conclusione. · L'arte è la produzione del belJo; ma, ben inteso-, tutto ciò che è vero, umanamente vero, porta in sè un segno di bellezza. Così è possibile dar.e del1'arte anche raffigurando con verità le peggiorì brutture della vita, per ispira1~1e l'orrore. Il rpopolo, il gran produttore, ha già avut~ ed avrà semp1:e. la più grande parte nella prod~z1one d ll'arte. ma un rinnovamento artistico non e possi:ilie sen,za un r1nnovan1ento d1 tutta la vita di u~ popolo, senza: ~iò che nel linguaggio umano s1 chiama una rivoluzione. Or sono vent'anni circa noi abbiamo sentito, è vero parlare d1 un' cc arte nuova »; ma non fu che la ,effimera durata d'una moda qua]siasi. Oggi nes. suno ne parla p1u. L'arte è la più alta espressione d81ia vita; e ~e anche è dato a qualche raro genio d1 affermarsi neì più tetri periodi della storia:, ciò non è possibile che in forza di una gr.ande aspirazione, di un potente anelito di liberazione e di redenzione .. E' c9SÌ che riport.andoci ai tempi in cui il Mur1Hio ' . . . ' ideò la sua Assunzione, 1101non possiamo p1u vedervi che la stessa coscienza umana, la quale s1 Bte_ va al di sopra di tante infamie, in mezzo ad una corona di fanciulli giocondi che sim,bolizzano una vita nuova. L'arte non saprebbe av~re un dominio suo esclusivo, poichè bisogna sen1pre associarla a tutte le ·m.anifestazioni d•ell'attività umana. Non possiamo perciò concepirla, noi, che come espressione d1 libertà e ::;olid.arietà nel medesu~o tempo. Prima Ja libertà, per ,essere se stesso, nella pie_ ne~za delle forze intellettuali e fisiche, po1chè « s~ lo gli uomini. forti conoscono l'amore, ·solo l'amore comprende la: bellezza, solo la bellezza forma l'Arte ». I-'a solidarietà, poi, giacchè « la beiHezza e la forz.a, come fondamento della vita sociale non possono creare un durevole benessere che se appartengono a tutti gli uomini ». E quale appello potrei io fare, più eloquente di quello dell'immortale musicista tedesco? - O fra_ telli 1niei sofferenti di tutte le ,classi della sooietà umana, che sen t1te covare in voi stessi una sorda collera., quando aspirate e liberarvi dalla schiavitù del danaro per diventare uomini liberi, comprendete bene il nostro. çompito e aiutateci ad elevare l'Arte alla sua dignità, affinchè noi possiamo a nost.ra volta mostrarvi come elevare il mestiere BibliotecaGino Bianco all' a,1tezza dell'Arte, il servo dell'industria al grado dell'uomo bello, .cosciente di se stesso, che, col sorriso dell'iniziato sull~ labbra, può dire alla natura, al sole e alle stelle, aJ1Ia morte ed all' eternità: Anche voi siete miei, ed io sono vostro 'J)(J,• drone ». In ogni tempo l'uomo si è- immo•rtalato SO·pratutto grazie all'arte. La scienza odierna puo sorridere della scienza infantile di un tempo; le cogniziorn umano aumentano, si perfezionano, si coJlllple:tano ogni giorno più. Solo certe creaz1on1 dell'Arte non inveçchiano mai, trionfano della morte e conservano l'impronta. dell'eternità. * * * Il nostro sogno di co1nu111tà libe1"e, forti o p~U.• fiche è dunqu~ anche un sogno d'.amore, di bellet;za e di art.e. Quale r ispoota potremmo noi opporre .a coloro che equivocar1do sulla portata dell' azine r1voluzio_ , naria ten10vano che essa rendesse l'Arte iinpossibi- ' le per sempre, migliore di quella che Wagner faoeva già I~.el suo libro L'Arte e ia Rivoluzione scritto a Zurigo nel 1849? « In verità - diceva ,egli - tale è il timore di più di un ideale amico dell'arte; ed anche di più d'un sincerr> amico degli uomini, che non ba reaL mente altra preoccupazione che di cons1ervare la più nobile essenza della nostra civiltà. Ma essi misconoscono la vera natura del grande movimento soci~le; lo scopo li devia, a causa del1e teorie dei nostri soçiahsti dottrinari, che si prQlpongono patti impos~ibili c♦on la società attuale qua1'es~a è; ciò che Ji inganna è l'espressione imme diata della collera della parte più sofferente della nostra società, collera che in vero scaturisce da un isiinto natur;1le più profondo e più no· bile, l'istinto ùi godere degnamente la vita, di cui l'uomo !1011 vuol più pagare penosam•ente il mantenimento ·materiale con l'esaurirvi tutte le sue forze vive ma di cui vuol gustare la gioia ' da uomo; è dunque, in sostanza, l'istjnto di svinçolarsi dalla situazione di proletariato per ,elevarsi fino rul,l'umanità artistica, alla libera dignità umn na. Ma è precisamente questo 11 compito dell'Arte, di far ricon0scere n qnesto istinto sociale il suo nobile significato, di mostrargli la sua vera direzione. Dal ~uo stato di barbarie ~ivile l'Arte vera non può elevarsi alla sua dignità che per mezzo del gr.ande 1novimento sociale: essa h:t di comune con lui lo scopo finale, e l'una e 1:.alt .·.o non pos~ono raggiungere tal.e s90po se non sono d'accordo nel riconos~erlo. Questo scopo è l'uomo bello 0 forte: che la Rivoluzione gli doni la Forza, l'Arte~ la Bellezza». Sì, tutti gli scopi di emancitpazione e di ele.. vaz1one sono sol-idali, non si realizzeranno chE'

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