Pensiero e Volontà - anno III - n. 10 - 2. ed. - 16 giugno 1926

a• Edizione PENSIERO E.VOLONTÀ Anna III.- N. 1O. • . CasellaPostale N. 4 J 1 • Roma, 15 Giugno 1926 Voltaire scriveva ad un suo avveJ9sario: '' S1gnore. ,,.io detesto lf! vostre opinl~ni. .ma combatterò fino alla m.orte per diZ-endere il .. ' . vost~o diritto di esprim.erle liber&m.ente ,•. , , .. Demoliamo. E. poi? A p1'Òposito della recensione ch'io feci nel numero 9 di Pettsiero e Volontà del libro di Galleani « La fine dell'anarchismo 7 » il compagno Benigno_ Bianchi mi scrive: « Credo che non ti rincrescerà se ti scrivo per richiamare la tua attenzione su un tuo periodo che potrebbe provocare malintesi incresciosi. Intendo parlare del secondo capoverso delle parole del Galleani riportate nel tuo articolo. « In detto passo il Galleani dice della neces. sità di sgombrare ai nepoti · il terreno dai pregiudizii, dai privilegi, dalle chiese, dalle galere, dalle caserme, dai lupanari, ecc. E' per-- ciò necessario distruggere e non costruire. « Tu rispondi candidamente che sarebbe ridicolo, e mortalP se s·i facesse davvero, il voler di.struggere tutti i forni mal;,;anir tutti i mu• lim ant.i-economici, tutte le culture arretra,. te, rimettendo ai posteri la cura di cercare ed applicare metodi m'l'gliori per coltivare il grano, Per far la farina e cuocere il 1)<1,'ne. • « O buon Errico, il cuocere il pane, in un modo o nell'altro, è indispensabile, come è necessario coltivare il grano e macinarlo ed il voler distruggere questi mezzi come altri consimili, più che _l'essere ridicolo è vera paz .. zia! « Quindi queste cose si rinnoveranno, si tra .. sformeranno, si perfezioneranno; ma non vorrai mica rinnovare e perfezionare le galere, 1e chiese, le caserme, i lupanari e nemm'eno i monopoli ed i privilegi di cui parlava il Galleani. te a Gino Bi n o « A me pare che il paragone non regga e conseguentemente cade tutto l'ordito dell'articolo critico in parola. « La serietà della Rivista e l'autorità della tua parola mal sopportano questi stiracchia1nenti polemici.». Natural-men te le osservazioni del compagno Bianchi non mi rincrescono punto. Al contrario. io lo ·ringrazio di aver~i fornito l'occasione di ritornare sopra una questione ch'io considero di vitale importanza per lo sviluppo e- la riuscita del nostro movimento. Lasciamo da parte Galleani. Se l'ho male interpretato egli può dirlo meglio di chiun .. que altro, ed io sono sempre pronto a, fare ammenda. Discutiamo l'argomento in sè. L'esempio del pane da me citato pare al Bianchi uno stiracchiamento pole·mico : a me. invece sembra calzante. Io ho l'abitudine (non so se è un pregio o un difetto) di cercare sempre esempii elementari, semplici, direi anche g~ossolani, perchè essi scartano tutti gli .artifi~i1 retorici e mettono a nudo il nocciolo delle questioni. I mezzi per fare j l pane sono indispensabili, quindi, dice il Bianchi, sarebbe pazzia pensa. re alla loro distruzione anzi eh è al loro perf ezionamen to. Ma il_ pane non è la sola cosa indispensabile ; - io dico anzi che sarebbe. molto difficile trovare una qualsiasi istitu · zione attuale anche fra le peggiori anche le ' ' galere, i lupanari, le caserme, i privilegi, i monopoli, che non risponda diretta o indiret-

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