Pensiero e Volontà - anno III - n. 10 - 2. ed. - 16 giugno 1926

• PENSIERO E VOLONTA' 235 - . p ♦ J ♦ Proudhon ( Continuaa_ione vedi nut!'-· 9) f;Otto la sorveglianza di un tutore accademicC1 e bisontino che in Quel tempo era M. Droz dell'Istituto; uomo serio. severo, limitatiss!·· mo; già nutrito nelle dottrine di Condillac, Je professava come se fosse stato ai tempi d1 Luigi XVI. e sapeva del resto dissimulare il ritardo che lo m,etteva allo stato di mummia tra i suoi contemporanei. con una conventvole2'.za perfetta e con quella tipica onestà, d\ ~u i pur troppo, allontanandosi dal secolu XVII, si i:-erde lo stampo. I barghesi bisonti- ~i vennero in aiuto del giovane concittadino, in quel tempo oc0upato. con1e al solito, in un lavoro di meccanica letteraria, all'uso di uno ~crittore cattolico. Naturalmente erano alla ~ ricerca di un bravo giovane~ 2studioso e rive• 411 rente versò tutte le autorità ~ostituìte e ve-• . ' dendolo al servizio di pubblicazioni ecclesiastiche gli suppongono sentimenti religiosi, docilità ad ogni prova; tratta vasi solo di peir tina.rlo. di vestirlo. di renderlo amabile, e di spingerlo tra gli accade1nici di Parigi; nes• sun dubbio che sarebbe stato poi collocato, decorato, pensionato, e chi sa 1 Forse un giorno nominato tutorò accademico di nuovi pensionarìi, colla pacifica longevità dell'antico • • FontenellP. Il giovane operaio accetta immediatamente il concorso, presentando un Saggio di grammatica generale che lodato per lo stile, le idee e la lena, gli vale la pensione triennale dì 1500 franchi all'anno. Eccolo a Parigi, •a1 <~08pet.todi M. Droz. in mezzo agli accademici. Gli ottimi bisontini non potevano commettert, più madornale sproposito; avevanQ introdotto nel santuario deJla sapienza ufficiale il suo pi* crudele nemico. il nuovo G. G. Rousseau con cento anni di esperienza e di progresso. La capitale lo muove a nausea: quella. smania per i piaceri. Quell~ sensuttlità in ogni cosa. quelle affettazi9n i trasformate ~ 11 abitudini, senza contare gli scandali perpetui, gli strappano parole che si direbbero copiate dal filosofo ginevrino, se. la profonda differenza dei tempi. non le subordinasse. alle urgenze di una lotta. Egli non può perdersi in visioni solitarie, nè idealizzare con orgo glio ozioso una virtù misantropica_: non ha j} tempo di 1mettere in musica Le Devin du village. ·nè di prendere le curve della N ou'velle _H èloi,çe, nè ee:li esce dalle braccia di Madama Varrens e pensa a fare, come Saint Preux, il lioteca Gino Bianco · pedagogo nella casa del ·marito di un'iex sua amante .. Nel 1840 le idee si impigliano nello ingranaggio degli affari, defle Camere, del Governo, delle questioni sul capitale, sul lavoro, sulla rendita, sui salarii; gli operai sì ridestano, le promesse del 1789 acquistano nuo vo senso, i braccianti vogliono fatti e non pa-- role, e alle Ji)roteste di Rousseau succedono le parole d'ordine di un'insurrezione. E Prou~ · dhon non è l'Emifio artefatto, creato a forz;i. di calcoli e di consigli. reso l'uomo de la natura a causa di prospetti ve sceniche, di continuo comlnnate da \l11 mentore che lo dirige rersino nell'amoreggiare; no, egli è l'Emilio che esce dalla fabbrica. colla barbara virtù del paesano e con gli interessi della rivoluzione. Chi vuòl conoscerne il cuore legga la sua, for- ' ge unica. lettera cl' amore, scritta a una fan. ciulla forzata a vivere a Lucerna in somma povertà. « Considerate (le dice) ciò che vedete intorno a, voi; non siete voi dolce, casta, laboriosa, onesta 1 Come accade che voi abbiate ap.pena di che vivere, nel mentre che innnum.erevoli prostilate sfoggiano un lusso sfrontato 1 Vi sp.iegherò questo mistero. Dio ha voluto che Quando il male e il vizio fossero giunti al colmo fra gli uomini, fossero i bucni che ne soffrissero i primi affinchè si ri~ ' svegliassero e s'opponessero all'onda sul punto di sommergerli. Vi sono centomila gio-vani in Francia che come me hanno giurato di compiere questa missione, e tosto o tardi sapranno vincere o morire. Spetta agli uomini di cuore il combattere con la testa e col brac..- cìo; ma voi povera ranci ulla pregate Dio che c1 accord·i !_'intelligenza e l'audacia, che bene- "dica il nostro ardore, e che faccia trionfare la nostr~ causa ». Per quanto egli fosse ofricialmente d()cile e rispetto8o. ognuno comprenderà come simile pupillo dovesse riuscire insolito e strano al suo tutorP. accademico. Presto M. Droz gli riconobbe una forza incontesta.bile, ma un'indon1abile tendenza al paradosso; se lo vide sfuggire da ogni la,to. perfinc, nella innocentissillia filologia, e lo lasciò a se stesso con la distrazione parigina che ·tiene luogo di tolleranza P che À la sola libert"à dei francesi. L'Istituto di Francia gli accordò una menzione onorevole per una Memoria su le cate• gorie grammaticali; ma quando l' Accademi 'ii di Besancon propose un premio sull'utilità della celebrazion~ della domenica, cominciò ad inquietarsi vedendo spuntare in lui quel cristianesimo sospetto che tende all'ateismo deJ1' eguaglia.nza e sconcerta ma1iziòsamente i ve-

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