Pensiero e Volontà - anno III - n. 6 - 25 aprile 1926

PENSIERO E VOLONTA' 125Quando una organizzazione a· basi collettiv~ e federalistiche - nel senso ·che Bakunin dava alla paroJa fede11alismo -· non esiste, la Oirganiz.z,azione si forma (per la necessità stessa del movimento e il desiderio d'azione dei compagni dehle varie località), intorno a q·uel compàgno che ha i mezzi, il tempo e lo spirito di sacrificio di stare in relazione coi gruppi e, ,con gli individui di tutta una provincia, una regione, un paese; .oppure intorno ad un conferenziere di grido che gira di città in città; oppure, come, più spesso avviene, intorno ad uno o due·coo:npagni che sanno e posson fare un giornale, e per me,zzo di questo esercitano una influenza decisiva quasi asso: luta sul movimento. Nei vari casi elenca~1 .(e p~ssono esservene anche altri) i comp~gni, quasi sempre non pii1 di due o tre: eserci.tai:o all 'inc.irca una autorità. « dittatoriale » 1nd1scussa su tutto il movimento - quale asso~ lutamente non potrebbe, nè ha potuto- mai esercitare una modesta commissione es~~u-: - tiva di organizzazione -chei non. ha ~e2z 1 di · ~orta per imporsi .e che l 'organ1zizazione può quando vuole revocare. * * * Io n1i sono più d'una voJta do~an~~to, in passato, di fronte. a- c.e~t~ for~e d ostilità ad ogni tentati'vo d1 org.an~zz~~ione, che raJgtgiungev ano gli estremi limiti della. sopraffazione, se l'opposizione non potesse an-che essere determinata, in qualche caso, dal ~atto che v'era chi sentiva. istintivamente minacc.iata dalla progettata organizazione l 'eg?moinia da lui o dal suo piccolo gruppo esercitata sul movimento. Ciò -poteva bastare, per la spin~a spiegabilissima esercitata dall'amor proprio, a rendere avversari dell'organizzazione, in piena. buona fede e senza c,h'essi od altri si rendessero oonto del movente psicologico della 1ioiro r avversione, tutti coloro -che presentivano i~- pedita o diminuita" quella. specie ~i autontà sul movimento che avevano a.c,quistata con le proprie doti personali, con l'attività e con Io spirito di sacrificio. Senz1a accorgersene, essi non fa.cevano che opporsi · a che una organi.zzazione voluta da una C?lletti_vit~, e sot, to il controillo di questa, si sostituisse aJla propria organizzaziione. di ispirazione perso- . nale. · Non discuto qui le lor-01 intenzioni, che potevano essere nobilissime, come indiscutibili . , , ioteca ino Bianco i meriti che avevan fatto acquistar loro un certo predominio .. M.a nell 'inte1resse del_movimento anarchico nori si può negare la supe1·iorità, del tipo di organiz-azione a base collettiva sull'altro; ooirne non si può negare che l'uno sia as·sai più libertario dell'altro, non solo perchè può meglio educare questi a sapersi da loro liberamente organizzare ed a vivere una vita eollettiva, sia pure ristretta, senza autorità. . Del resto esperimenti si son già fatti più. volte in Italia. Prima della guerra esisteva.no in più luoghi federazioni regionali ed interregionali; · dopo lia gu~rra abbiamo avuta la Unione Anarchica Italiana; ed io sarei molto curioso di sapere chi dei compagni aderenti ha avuto mai oc,casione di lamentarsi per ciò di una• diminuzione della sua individualità I Errori se ne saranno commessi, com'è d'ogni fa,ccenda umana; ma non quelli che più si temOfllo dai nostri critici e e-be più ci dortrebbero dal punto di vista anarchico. Autoritarismo, centralismo, funzionarismo, ecc. all 'a,t_ to pratico sono apparsi fantasmi inesistenti. Per ciò che :riguarda l'U. A. I. se lo spirito poilemioo ha voluto a tutti i costi trovarle dei difetti,. ha doivuto giocar d'immaginazione e figurarsi con_ la fantasia fatti e cose inesistenti - chè il vero suo difetto è stato d 'essere sorta troppo tardi e d'aver fatto troppo poco: il che però non è attribuibile alla o:rganizzazioo.e in sè ma a difficoltà materiali e ciroostanze esteriori o magruri ad incapacità dei singoli c.omponenti, che non sa'!rebbero certo stati più capaci se disorganizzati. Dirò di più : ed è ohe se nel rfortunoso periodo del dopo-guerra le forze anarchiche non dettero tutto quello che avrebbero potuto, si dovette per gran parte all, essere esse « insufficientemente organizzate », sia perchè l'U. A. I. di troppo recente formazione non poteva avere il vig01re e l'elasticità necessaria, sia perchè questa non erra fianciheggiata da organi7zazioni d'altro genere che. i congressi consigliarono ma non sorsero che sporadicamente qua e là, senz,ai quel criterio di insieme c,he era. necessario. Gli è che anche l'organizzazione non s'improvvisa appena serve, specie quella che servirebbe di più, quando ne manca l'a'hitudine e l'allenamento, i quali non s'acquistano che con l'esercizio I J..,UIGI FABBRI .. • • •

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