Pensiero e Volontà - anno III - n. 6 - 25 aprile 1926

PE .~..SIER0 E V0LONT A' 143 scienza l)Ositiva » in cui dimostra 0he il nuovo ordinamento dato alle università va sconqua~ sando l'organizzazione del lavoro ~cientifi.00 in. Italia; e(! una saporita presa in giro dej vari seguaci dell'idealismo attualistico ed altrj codini del pensiero, come Oodignola, Oar linj, :Ferretti. Maggiore, Casotti, ecc. L. FABBRI. LUISA SANTORI: La bambola di Lenci (Novelle) Edit. Bottef/a d'Arte, Carpi 1'926, L. 8. Quattoraìci novelle, alcune graziose, qualcu na in.significante, ·e più d'una con un pizzico di pepe erotico-umoristico; che fa leggere i] volumetto con curiosità. Migliori le prim~ che · lP. ultime... N eJ suo insieme un centocin- ,quanta pagine di prosa sp,igliata, da far passare un'ora sorridendo e dimenticando le n9ie di que~to brutto mondo. Sempre qualcosa dj p:uadagnato, non è vero 1 I BIBLIOFILO. Rivista d_elle Rivistè OLIVIERO ZuccARINI: Le tendenze dei rurali rappresentano un pericolo economico 1 - ( La Critica· Politica, Roma,. - n. 3 di marzo 19:36). . QuelJi che han seguito nella nostra rivista gli studi sulla questione agraria di O. lvlolaschi possono consultare assai utilmente, come contributo alla questione, 'il presente articolo dello Zuccarini, il quale sostiene in generale questa opionione : che le tendenze dei rurali alla piccola proprietà non rappresentano un pericolo economico _al contrario d_i ciò. che han sostenuto fin qui gli scrittori socialisti. Senza negare molti vantaggi della estensione delle aziende, lo Z:uccarini trova che questa non sempre è vantaggiosa. Non sempre cioè l'intensità produttiva dipende dalla estensione delle aziende; specialmente per l' agricoltura il generalizzare tale affermazione è completamente arbitrario. Anzi, se una conclusione deve trarsi da ciò che si può vedere nell'agricoltura, essa è che lo sviluppo produttivo va posto proprio in relazione diTetta a.Ilo sviluppo delle piccole aziende a conduzione familiare. Bisogna però distinguere . . -e convenienza economica. tra produttività Per esempjo, ris·.· liot ca Gino ianco spetto alle spese e ai capitali impiegati, il }rA,tifondo si presenta là dove esiste come la . ' forma _d'impiego ,che ai priprietari rende di più~ mentre altri sistemi di s~rutt·a.mento della terra richiederebbero lavori e trasforma- ·zioni la cui spesa non sarebbe compensata o costituirebbe troppo grosso rischio. Se invece ci poniamd dal punto. di vista dell'interesse collettivo, troveremo subito che il latifondo non è suff:icientemente produttivo e che in Italia la terra non dà tutto quello che potrebbe dare. Specialn1ente da quando la produzione agricola da estensiva ha dovuto diventare intensiva, la piccola proprietà va riacquistando terreno sulla grande. Le piccole aziende hanno resistito e si sono sviluppate non solo per ragioni psicologiche, ma altresì per ragioni econo1niche: perchè ai v~ntaggi che la grande azienda presenta in un senso la piccola- p~ò eontrapporre altri vantaggi · in un altro. Tali vanta.ggi sono clestinati dalla evo1uzione economica ad aumentare di peso e dì evidenza. Quelle condizioni stesse le quali hanno per1nesso alle piccole aziende di riprendersi e di adottare mezzi e. metodi in armonia ai progressi della tecnica e della scienza, faciliteranno il loro successivo e progressivo sviluppo nell'interesse della p•roduzione. Al maggiore fabbisogno di derrate determi- . nato dagli au1nentati bisogni della popolazione in aumento, non corrisponde infatti più la possibilità. di mettere in coltivazione sempre nuove terre. Le terre disponibili si rendono ogni giorno più s~arse e si tratta in genere di terre scadenti, poverissime. Necessità quindi, che la terra sia coltivat<:1 più intensamente e maggiore convenienza nel co~tiva- · tore a lavorare la terra in t·a1 se12-so.La piccola azienda - specie a conduzione diretta - arriva dove la grande non può assolutamente: a portare la lavorazione, nel senso della intensità e in quello del miglioramento progressivo del terreno,· al di là della convenienza. economica del coltiv~tore; _i-1coltivatodiretto, cioè, è indotto a fare per la terra e per risultati che egli forse non arriverà a vedere, e di c{1i solo le gener8,zÌoni future potr'anno interamente profittare, quel che la grande azienda non può essere portata a fare. Con ciò non si vuole affatto dire che la grande ~zienda non abbia giovato ,non giovi e non sia- destinato ancora a giovare all'economia generale. i\.l contrario l'agricoltura in grande ha costituito un indiscutibile progresso per la economia gener:;ile ed avrà, anche nell'avve- · .. '

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