Pensiero e Volontà - anno III - n. 6 - 25 aprile 1926

: 134: PEN~IERO E VOLONTA' ------ --- ----- -- Saturno ·èra il Dio della seminagione, ma in genere lo si considerava con1e il fondatore de11'agricoltura italica, e gli si attrib4iva il n1erito di aver raccolto gli uo1nini in sedi fisse. Gli Etruschi eran detti Tirreni, Tirseni, da terra o da tirench, coltivar.e. E narra la leggenda che nella caanpagna tarquinia, da loro abitata dalla zolla rimossa dal vomer.e balzasse ' . fuori Tagete, fanciullo all'aspetto ma vecchio di senno che si 111isea cantare la dottrina·, , che divenne fon,dan1ento delle loro credenze religiose e della loro vita civile. Tagete è la ci,viltà -che nasce dall'agricoltura. Co1meTagete nasce da un solco, c0sì Pu-han-ku, che rappresenta p~r i cinesi il prin10 temoforo, o datore di leggi, viene rapp-resentato vestito di foglie. A Ceylan vive la tradizione che sulle rive del 1 G1ange la gente abitasse nelle- caverne e si sfamasse con l 1 er ha-, quando lUJ. giorno, all'alba, si vide usci,r,e dal sole un uomo bello, n1aestoso, che si dichiarò figlio •del sole ed annnnciò che veniva a gov•ernare il mondo. Costui amn1aestrò quelle 1 popolazio-ni ad edificare le case .e a se111inare i ça1npi. Anche in questa leggenda l'idea del gov,erno e della agricoltura sonQ accoppiate. E così _in altre leggende. Eccone alcune. Una leggenda peruviana narr.a che su11e rive del lago Tili•caca apparvero alle selvagge tribù un uo1110_ e una donna con lunghe vesti, i quali v~nivano dall' or~ente e si dieevan6 figli del sole. Accolti co,n venerazione, insegnarono a lavorar•e la terra agli uon1ini e a filare e a tessere alle donne; poi li condussero nella valle del fiume Apurhnac; edificarono il tempio, di ·Cuzco, che divenne la loro sede. In certi dì solenni si mostravano al .popolo in atto di colti1var-e con le pr0iprie n1ani la terra. Il vecchio venn~ chia,ma to Manco Capac, ed ebbe dodici· successori, detti Incas, i quali fondarono la casta dominatrice. In ,questa leggenda vediamo una maggiore complessità. Sotto, la forn1a si1111bolicasi nasconde il racconto dei prin1i contatti tra date trihù pernviane •e altre tribù piùù progredite, delle prime en1igrazion i in Gerca di terre coltivabili e fertili, del sorgere -delle caste sacerdo-tali. Sulle rive del lago aappaiono i portatori cl i civi 1tà .perchè i terreni circostanti i laghi sono i più adatti alla coltivazione. Le v.esti lunge sono collegate con l'idea che quei due insegnassero, a filare e a tessere. Il dominio creato dai loro discendenti sta ad indicare che le tribù agricole si imposero a quelle nomadi e pastorizie o che con l'agricoltura sorse, co- . n1e fu cli fatto, il patriziato. BibliotecaGino Bianco Nella leggenda Messicana delle tribù atzeche che vagavano in cerca della terra promessa, vi è un particolare interessante .. Qu.esta terra, secondo la profezia che era attribuita a Mexi, era in riva ad un lago .ed indicata da un'aquila, posata sopra un'opunzia, con una serpe fra gli artigli. Nei pa,piri sui quali gli Atzechi disegnarono rozzarnente le loro migrazioni, si vede .passare una grande acqua, forse, suppone il Cattaneo, il golfo di California o qual.che laguna del T.exa·s. Pare eh~ gli Aztechi vives~ero a lungo presso i laghi del regno di Mechoa~an, a ipo,nente del Messic9; poi a levante, presso il lago di T,ercoco, e che per m~lti anni fossero schi3:vi del re degli Acolhni. Finalrnente fra. di-1e 1ag,hi si stanziarono, e sors-e· Mexico, che ffu chiarùata, _in un pri1no ten1.i,o Tenochti Thlan> terra dell' o,punzia. I ]aghi anche in questa tradizione, piuttosto recente, poiçhè risale al 1325 ,d~ ·C., hanno grande importanza. Gli · Aztechi erano, probabi1n1ente, gente delle montagne, e l'aquila che tiene fra gli arti~ gli il serpente. deve, probabilm-ente, significare il lo,ro don1inio -e progresso sulle vie dei laghi. Nella tradizione dei Parsi, conservata nel Zend A,vesta, si vede un popolo che scende dai 1nonti in cui. viveva selvaggio e si elegge una stabile sede sul declivio boreale dell'Ind·ocau,caso, rid11cendo quel salubre · altipiano in un giardino. Vi si favoleggia del1'eroe Gemscide, (o Gemshid o Yima Khae- . to) che co,n un pugnale d'oro solcò la terra. •e ne fece scaturire frutti e greggi e ricchezze d'ogni g.enere, e creò strade e mura, e costrùì ·città ricche, com•e Vere, e molti ten1pli. Quel pugnale d'oro forse stf:t ad indicare 1'aratro, fo'rse i canali che nella Batria gli Zendi scavarono per utilizzare le correnti de1l'Jassarte e dell'Osso. Simili a Gemscide sono Cadmo e rritt~ lemo, ma nelle legg•e!,lde ad essi relative vi è un'-eco delle prim.e lotte che sorsero,· con - la propr.ietà rurale, o delle difficoltà incontrate dall'agricoltura. . Cadn10 uccide il serpente, cioè pr9.sciuga le terre paludose della Beozia; semina i denti del mostro ucciso, cioè diffonde l'aratro; dai so,lchi nascono uomini armati; lancia una ,pietra, e questi si combattono e si uccidono tra di loro. Coi cinque su.perstiti Cadmo fo-nda T·ebe. Quella pietra sta, forse, ad indicare il, sorgere della n1oneta [le pietre furono tra i primi mezzi di scambio] . Certo è che la leggenda sta a significare· la

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