Pensiero e Volontà - anno III - n. 6 - 25 aprile 1926

13~ -----=------~-----:--~P_E_N_S_IE_'_RO_E_◄ _v_·o_L_O_N_'l_\/\_' _ . ---·-------- -con• tutte le risorse che l'ingegno umano sa ·trovare occorre lottare contro la tempesta che . · :tutto· d~vasta. Kropotkin assicura che domani con1e conseguenza dei progressi della chimica -e della scienza. l'agricoltura sarà completamente rivoluzionata e la terra non chiederà molto lavoro per d_ar pane e companatico ·ai - ... .suoi figli. Purtroppo il problen1a non .sarà così sen1plice perchè molte difficoltà sor~er~nno. E Michele Bakounin, più realista di Kropot kin, ha scritto: << E' possibile e for./anch~ pro.babile che nell' eJJoca 7JÙÌ o ni~no lunga di transazione che ·serruù'lt natnralniente la grande crisi sociale, le scienze più elevate cadra'1tno molto al disotto del. (ivell o attuale.,- c.orrie è afiche indubitabile che ,,_-, litsso, e tutto ciò che ora costititisce la raffinatezza della vita do,vrà pe1· lungo tempo svari.re dalla società .e votrcì fare la sua ricon1 parsa, non p2·ù come ·_godùnento escl1.1s2·vo. ma cOmf!, 1tni1.,•ersale n~. bi"11:ta:iiqne della 1,1ita soltanto qua-ndo la so, ·C'ietà arrà conquistato il necessar,io pe,- t1.ttti». Al lurne della critica libertaria abbiamo esaminati due aspetti del problema dell' prganiz- ·za.zione del lavoro deduciamone le conclu- , . . ·s1on1. L'abolizion~ del Javoro inutile e la pratica. -del lavoro integrale saranno necessità prime per la sistemazione libertaria della socittà di •domani.· Sarà la realtà che verrà a dimostrar .. ci l'imperativo che stabilisce che tutti gli uo.... mini ·validi, per non mancare di pane, di ve... sti e di case, dovranno dedicarsi a lavori pru-- ·dutti vi. Intendiamoci: qui non si dice abolire le manifestazioni dell'arte e del sapere. Qut ·si dice semplicemente di limitare i ·bisogni della vainità. di abolire certe funzioni buro ... ·Cratiche che sono un anacronismo, si dice infine di dare in mano la zappa od il ma:rtello :ai troppo individui inutili che nell'ordine attuale girano pel. mondo serviti e riveriti e di · economizzare le nlaterie prime ad esclusivo vantaggio della p1'oduzione utile. La· pratica del lavoro integrale parte dal presupposto di dare al lavoratore· la sua dignità di uomo, di valorizzare tutte le -energie -che ogni individuo ha in sè. di render meno penosa la funzione produttrice. Il lavor-o .li- ·bero è appunto il lavoro integrale. I bisogni di lusso si soddisferanno poi, ·quando la vit& avrà ripreso _il ritmo regolare, ,qu~ndo i rapporti fra.terni saranno stabiliti, quando la produzione sarà sufficiente per i r te .·a inoBianco. • I tutti. Sarà allora che· l'umanità ascenderà verso vette ancora sconosciute perchè tutti gli uomini di capacità e di volontà potranno liberamente ascendere. Allora, quando ciò che oggi si crede utopia sarà realtà. CARLO ~IOLASCHI. I miti nella· e ivil t à Vico, nel De antiquissi1na italorutn sapientia, svolge l'opinione che i filoso,fi avessero .p. resieduto alla creazioti.e delle lingue, e Roma avesse cominciato la sua vita politica con un senato sapiente, che costudendo in sè l'arcano della Potenza, owrimeva 1a plebe ignorante, fino a che, aggiungendosi la 1 potenza legislativa, il popq,lo fu emancipa-to .. l\1a Sigonio, giureconsulto del sec. XVI, aveva già formulata l'ipotesi oh.e il :privilegiò del .patriziato romano si fondasse sulla .forza, e il primitivo diritto fosse opera di -dominio guerresco. E così il Giornale dei Lét'terati di V Bnezia rispose al Vico, eh-e le tracce dell'antica satPienza italica non erano da ricercare nel patriziato dell'incolto Lazio, ma nell'Etruria e nei collegi •pitagori.ci della Magria Grecia- Vico riconobbe eh-e i ,pitagorici .erano dotti e. i ro-· mani an tichissi,mi ignoranti e feroci, vide il contrasto tra l'in-iqua diritto dei Romani dei primi tempi e- I1equità dei giureconsulti d,elle .epoche posteriori, e lo spiegò con il progresso sociale di quel popolo. E allora glj si affacciò l'idea che le più 1 remote ·im_pr,ese fossero. avvolte di forme .figurate, ,e eh.e gli Eroi fossero personificazioni di fatti co,llettivi. E distinse: le tradizioni dei tempi primitivi sono chiuse nel linguaggio favoloso; l'età delle città patrizie ha il linguaggio eroico,• quela dell'emancipazione popolare la .prosa de] linguaggio cittadino. Le età favolosa, eroica, sto,rica dànno tr.e lingue diverse, confuse tra loro. Con l'in- ' terpretazione vichiana le favole si n1utano in' istoria, diventano materia di una istoriografia filosofica. No{ vedian10 all'origine di ogni civiltà delle divinità -e dei personaggi ideali considerati com-e datori agli uomini ,dei .pritni inezzi e modi del progresso. Specialmente l'agricoltura è ricca di tali .miti. Cerer,e che insegna a col- .ti;vare il grano è la personificazione mitica del 1 passaggio dallo stato selvaggio della caccia e della pesca allo stato socievo,1e e fisso della vità agricola.

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