Pensiero e Volontà - anno III - n. 6 - 25 aprile 1926

. ' , .. 181 . PEN·SIERO E VOLONT A' ------------------------------------~------------ rie, abiti di lusso, e se tutte le ricchezze che si srendono per · dar vita a form~ d'attività assurde che sfociano nella corruzione e nel vizio f oss~ro in vece spese per dare abiti a chì non ne ha a suff ioienza ed a produrre oggettì utili àJla vita comune certamente le condi- . . zioni ·delle 111asse lavoratrici sarebbero subito . . sensibilmente migliora.te ed un maggior ·senso <li giustizia e di benessere generale domine- • rebbe la vita economica. Ma -- si dice - l'uomo non vi ve di solo pane. - Infatti ·sarebbe cattivo voler ridurre la vita ed il mondo ad un grand&- monastero. L'uomo ha anche il diritto di sollevarsi 10 spirito, di gÒdere di un certo confort, di sod-- disf are i suoi sensi estetict, di gioire ... Si può però aggi ungere che il bello non è il guardairoba della dama zeppo di abiti costosi nè lo scrigno zeppo di gioielli, nè la li-- , . vrea. dei domestici che aprono le portiere, nè la br~vure dei professo;i dei tabarin. nf\ le voci canterine dei teatri di varietà. nè tutta l'infinita· schiera di individui che. dallo soort ài divertimenti, esercitano professioni impro- . . duttive. L'artè, per esprimersi, non ha bisogno di sottrarre energie a,l lavoro che produ" ce; la gioia di vi vere non deve essere il vizio o la crapula. . II. Eccoci di fronte al problema dell' organiz" zazione del lavoro. Le necessità d'inten~ificare sempre pii1 la produzione hanno spinto l'industria a creare l'operaio specializzato. N ellA grandi officine i lavoratori entrano a migliaia ·P-d 0gn uno di essi compie una speciale e precisa funzione. E' il lavoro standardizzato, cioè quella formru di lavoro che obbliga l'o-- peraio a compiere per otto ore giornaliere un gesto sempre eguale: Bisogna leggere la, flp,, scrizione di questa forma di lavoro nel libro -di Henry Ford «La mia vita e la mia opera». llenry Ford lo esalta ed afferma che non è vero· che questo sistema di produzione abbrutisce l'operaio; Henry Ford è un capitalista, anzi, un colosso del rar·i.talìsmo. Noi cli contro affermiamo che l'operaio standardizzato è }q, personificazione della pena- dei lavoro -perchè, lavorando, perde il senso dèlla persons, .. lità per diventar macchina che si muove sotto la spinta dell'intelliger11a altrui. C'è un altro fatto. Il grande diffondersi deìle ~ocietà anonime per l'eserciz10 delle a.. ziende industriali vuole che la produzione sia sempre controllata. L'esigenza capitalista impone di veder chiaro nell'azienda, gli azionisti iblioteca Gino Bianco voglÌ.ono essere garant1tj contro le frodi e gli i,nganni, Perciò sui produttori si fa pesare la massa dej J>arassiti della produzione : è la massa dei sorveglianti, dei cont"rollori~ di una parte degli impiegati. Costoro non produco .. no: limitano Ja loro f.ttti vitit ;,t. r.ontrollare ed a amministrare quello che producono gli altrt ed il loro~ sé1ilario non influisce limitando gli utiJi dell'azienda, _ma limitando la paga degli ,)perai. L'azionista, non rinuncia al suo 1ni11ìmo di guadagno p,,l capitale impiegato : ~ l'azienda va male esige la decurtazione. dei sala,ri. Altro punto di critica al lavoro in regime capitalista ~ la divisione fra lavoro intellet tuale e lavoro manuale. La jorrna mentis · creata dall'ordine capitalista ha. .collocato iJ lavoro intellettuale in una specie di s1;1.peri~ rità; di co·nseguenz~ risulta. che lavoratori manuali e lavoratori intellettuali formano due cJassi distinte. Lo spirito socialista tenta. di amalgamarle, ma ogni tentativo, fino ad oggi, è rimasto sterile. Da questa divisiÒne p.asce l'assurdo, e assi• stiar11:o al fatto di alcuni individui che, ayen· do facilità nello scrivere, hanno potuto occumulare fortune non· disprezzabili dando alla luce romanzi o poemi; oppure, di· altri indiv1 .. ~ dui che avendo la voce limpida o il gesto ·suggestivo. percepiscono in una sola sera di rappresentazione un salario di importo superiore al salario di un'annata del 11it1 esperto 01,e- . .ra1O. Moltissimi trovano logiche queste assurdità perchè non studiano la questione col senso della giust·~zia, Non si pensa che ogni indivtduo che lavnra porta alla società il suo contributo e che di conseguenza deve avere dalla società quanto gli abbjsogna, senza lussi superflui e senza superiorità, sugli altri me~br1 della società st~ssa. E' la massima anarchica: Da ciascwno secondo le proprie· forze, a cia- .,ciino secondo i propri bisogni. .. IIT .La questione del lavoro intellettuale e della relativa retribuzione venne trattata dal Proudhon nel suo libro «Che cos'è la proprietà?n. Il Proudhon colloca il lavoro intellettua,le allo stesso livello di quello manuale. « Se è glorioso l' a/fasc1:nare e l'istruire gl,i womini - dice il Proudhon - è onorevole anche il nuf r,irl /. Qua,ndo dunque la soc1ietà, fedelP al pri11ciP1'.o della. divisione del lavoro, cnn fida 11,na 11i·ist~ione d'arte o di .sc1~e11zaad 11.,no dei s·noi menibr1:, facendogli /.a.s. c1:a-rP il lavoro co-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==