Pensiero e Volontà - anno III - n. 6 - 25 aprile 1926

.. 128 PENSIERO E VOLONTA' •dacaìe, che in altri paesi ciarla di neutralità dei sindacat~. cerca di farèi concorrenza approvando dichiara,zioni di principii libertar1i, o respinge l'idea di neutralità, co1ne è il caso con l'lT nione Generale dej Lavoratori, affiliatc1 al partito sociali~ta spagnuolo. . Un'altra ·preoccupazione di :òllalatesta. è la deviazione a cui è forzato un sindacato che sj interessa alle lotte attuali. Ne1nmeno questo c1 convince. Noi pensian10 che le lotte attualj per le 1 i vendicazioni quotidiane dei lavoratorj sono suscettibili di educare e di fortificare i J sentimènto rivoluzionario d,egn operai: non lr consideriamo come un male necessario ma con1e un' azionB prepa1 atoria inevi taJJile. Chi si disinteressa delle lotte quotiaiane per il migliora1nento della $Orte di quelli che lavora.no o r uno che si trova in una situazione personale che gli permette un'esistenza libera da inquie- · tudini n1ateriali o è un rivoluzionario molt<"l p,latonico. Nella maggior parte dei paesi dj Europa l'azione dei sin,dacati s'intende di un modo singolare, che noi non accettiamo in nes"' suna maniera. I nostri sindacati non corrono lo stesso pericolo perchè la lotta da noi non sj riduce a negoziati di comitati sindacali con i capi tali~ti e con il governo : non vediamo perchè il presentare -un memoriale al padrone e dichi~rare 10 sciopero se egli non accetta le condizioni domandate implicherebbe un disono· . ·re per gli anarchici. Le lotte quotidiane de1 sindacati rivoluzionari e anarchici lungi dal· l'essere perniciose, sono la migliore occa~ione chP. ci si. offre p~r provare le nostre tattiche e i nostri metodi ed educare le masse ai sentimenti di solidarieta, ricordando loro continua1nente il diritto che hanno all'e ricchezze so· ciali ed alla possibilità di una vita libera dj egnaglianza e di soHdarietà. SP. glj ~narchici debbono restare in mezzo alle masse ed agire nelle organizzazioni operait> nun1erican1ente più forti, nei paesi di lingua spagnuola abbiamo la circostanza speciale che le organizzazioni opera.ie numerica.mente più forti sono quelle degli anarchici: con et~chetta o senza sono opera degli anarchici e sarann() orientatP. da es~i; peT conseguenza, se sono orientate conformemente alle idee ed alle tattiche dell'anarchismo, pigliamoci la soddisf azio ne di metter loro l'etichetta, vale a .dire di piantare in esse il simbolo delle nostre aspirazionj, ta,nto più che ~iamo dell'opinione che la rivoluzione sarà anarchica o non sarà. Se una mezza dozzina di uperai se ne va, due doz zine verranno a sostituirli, perchè il proletfti riato militante non guarda solo al presente. BibliotecaGino Bianco ma vuole anche avanzare verso la conquista· dell'avvenire. e l'avvenire da noi ~ognato non· ripugna all' opei·aio, bensì lo attrae. Forse ohe la nostra tattica - perchè il pro blema. come dioo lo stesso Malatesta, è un p,roblerna di tattica - varia s0stanzialn1ente <Y dovrebbe variare nei pae~i nei quali siamo mj noranza nel proletariato organizzato 1 Credia· mo che no. Malatesta dice : « D'accordo coi compagni spagnuoli e sud a.mericani sulla finalità anarchica che deve· guidare tutta la nostra attività sociale dissento da alcuni di es.si sul se con viene o ·no imporre ai ,sindacati operai il programma, o· . piuttosto l'etichetta anarchica; e, non riuscendo a far accettare dalla maggioranza detto programma, se convenga meglio restare neira. organizzazione generale per farvi propaganda. ed esercitare in essa opera di controllo e di oppo_sizione contro le tendenze autorita1'ie e collaborazioniste che si manifestano d'ordinar rio .in ogni organizzazione operaia, o pi1:1-ttosto separa-rsi e formare un'organizzazione di' mi'noranza » • Avendo esposro le condizioni del nostro mo vi1nento nei pae_si di lingua spagnuola, no11 torniamo ad insistere sopra lo stesso punto, Malatesta crede che dove la maggioranza noD ci segue val meglio restare là, anzichè ritirar .. sj e fondare delle organizzazioni minoritarie, per 1l;iungere ad e.ssere maggioranza per mezzo della nostra propaganda. Possono esservi dej casi nei quali ciò sia conveniente, quando la speranza di conquistare la maggioranza ha qualche ragione di e~sere. In generale la situazione è questa: quando restiamo perd,uti in quei grandi organismi riformisti che aggruppano in alcuni paesi d'Europa la 'massa del proletariato organizzato, la efficacia della nostra azione si riduce a zero, a~solutamente a zero. Questo di controllare e fare opposizione alIP. tendenze autoritarie e collaborazioniste sono parole che non corrispongono ad alcuna realtà. Se vogliamo bonificare una palude r meglio che cominciamo da· fuori perchè se cj impantaniamo in es~a siamo perduti. La Chiesa non si combatte entrando nei conventi o .facendo~i prete; nemmeno i partiti politici, nemmeno le organizzazioni operaie riformiste Ecco la realtà : in alcuni paesi quando siamo una minoranza inoffensiva nei grandi sinda~ cati riformi,sti, ci si lascia parlare nelle assemblee e persino scrivere qualche articolo nella stamna sindacale. Il compagno Roc\{er ci hs parlato più volte della grande tolleranza che vi è nelle Trade.ç UnùJru; (Unioni di mestie-

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