Pensiero e Volontà - anno III - n. 4 - 1 aprile 1926

., 74 PENSiERO E VOLONTA' lVIa appunto perchè abbiamo· di fro11te dei. compagni, degli amici, dei volenterosi ani- . mati dalle migliori intenzioni, io credo necess.ario metter li_ in guardia contro se stessi, contro il loro ~pirito ipercritico che Ii spinge a demolire e screditare .tutto ciò che nel nostro campo si è fatto o si fa al di fuori della 1 oro cerchia; che si adombrano per una fr_ase non .del tutto chiara o magari anche per un errore, - chi è che parlando, scrivendo od agendo non è soggetto a errare 1 ? - per concluderne che i'I movimento anarchico s'inquina, che si corre verso la rinuncia, che tutto va male 1 . . Il fenomeno dell'incomprensione gioca dei brutti tiri a que' nostri amici, ed il primo è appunto quello di :far ìoro vedere le cose più nere ancora di ·quel che sono. E sì che lo sono anche troppo! Il loro pessimismo s'alimenta di sospetti e supposizioni che, sop·ratutto da lontano, fan loro vedere cose ed uon1ini del tutto diversi dalla realtà .. Se poi al preconcetto del dissenso di metodi si aggiunge qualche vecçhia pre~enzione o antipatia, o ruggine di carattere personale, allora diventa del tut- · to impossibile capirsi; e l' incomprensione sbocca in una vera é propria ingiustizia. Io ho visto, per esempio, trattare· molto ingi ustan1en te, di recen·te, uno dei migliori nostri compagni e cooperatori, dagli uni attaccato volgarmente in 1nodo diretto, e da altri indirettamente con allusioni spregiative ed a.ltezzose, non per le idee che effettivamente egli espone, ma per quelle che si suppongono nascoste in lui e dissimulate chissà per quali reconditi fini! E ciò perchè non si comprende come- sia meritoria· Ia sua attività :fra tanta inattività altrui ed il suo sforzo d'esame intorno ai problemi più seri del nostro avve .. ni re. Parrebbe quasi che sia un torto, anche per de' libertari, il non contentarsi di ripeter sempre le stes·se frasi e lo sforzarsi nello stu ... dio e nella ricerca di sempre nuove applicazioni delle nostre idee, e di nuove forme di attività in coerepza con quelle e su direttive l iberta1·ie ! Naturalmente, poichè sian10 sul terreno del\o studio, certe questioni e certe affermazioni vanno prese come ele·mento di di'scussione e n?n come articoli di programma. Io stesso delle volte ho criticato idee o espressioni di qualche amico, che mi sembravano erronee o poco chiare ; ma discutere è 1J na cosa, - potevo del resto essere io stesso dalla parte del torto, -- e screditare e denigrare è un'altra ... L'incomprensione si manifesta non di rado BibliotecaGino s•ian o attraverso la paura delle parole, di certe parole. Ho visto che degli anarchici si sono inalberati in modo buffo al sentir parlare di recente in mezzo a noi .di cc federalismo »; quasi che chi ne par lava pensasse di ridurre l' anarchia ai minimi termini di un cantone svizzero! .... Eppure, se si. avesse la pazienza ~i badare alle idee che con certe parole si esprimono, ·si ricorderebbe che non altrimenti si espresserò altra volta degli uomini come Pisacane, Bakunin, Proudhon e Kropotkin .... Qualche altro si è allarmato a ·sentir parlare di « anarchismo realizzabile e realizzatore ». Anche ·io ne ho parlato più volte, -e tornerò a parlarne perchè l'argomento è molto serio e dev'essere approfondito. Ma che dire ùi quelli che non han compreso affatto questo concetto delle realizzazioni anarchiche, e vi han visto una specie di opportunismo rifor1nista, una transazione con l'autoritarismo degli altri partiti, un modo di sottrarsi alle a• sprezze della lotta e di adattarsi all' ambiente 7 Eppure un anarchismo che non si sforzi di realizzare se stesso quel tanto eh' è possi .. bile in ogni istante, ~enza aspettare l'indomani, sarebbe opportunista e autoritario e rifor1nista nei peggior senso, perchè si tradurrebbe inevitabilmente nel l3, stasi, nel la fossilizzazione e nell'inerzia, - non solo nell'inerzia 1nateriale, che può essere imposta dalle prevalenti forze esteriori, ma nell'inerzia del pensiero e dello spirito, che :forse è la peg• giore di tutte. Tanta incomprensione fa sì che alcuni finiscono; col non ~ccorgersi che quei difetti o er- . rori che suppongono negli altri (e ve Ii vo- . glion vedere a tutti i costi) essi li hanno o li commettono moltiplicati, primo fra tutti il difetto o errore dell'jntoileranza. Ho visto, per esempio, or non è molto qualcuno inalberarsi e mostrarsi offeso per qualche frase anodina e generica, che forse non lo riguardava affatto, di alcuni di noi; e viceversa non trovar da dire nulla per la valanga d'improperi d'ogni specie ch'altri a lui vicino rovesciava nel contempo contro di noi od· altri amici (1); rimproverare agli altri fin la più blanda ~u .. todifesa contro attacchi atroci eçl ingiusti, ed ignorare questi nel modo più indulgente e compiacente.' ... • (1) Non intendo riferirmi qui alle polemiche fra anarchici italiani all'estero, delle qua li mi mancano sufficienti elementi di giudizio ; parlo esclusivament,e degli attncchi che dall'est,ero vengono rivolti a quelli che in Italia svolgono unR. qualche possibile attività, sia nella stampa, sia nell'or ganizz,zione anarchica. I. 'f. . .

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