Pensiero e Volontà - anno III - n. 4 - 1 aprile 1926

82 PENSIERO E VOLONTA' ni bisogna accettare un grado ed una forn1a qualsiasi di comunismo volontario. Sul terreno economico, dw1que che è quello che apparentemente divide gli anarchici in comunisti e individualisti, La conciliazione sat•ebbe pr•esto fatta, lottando insieme !_)er conquistare delle condizioni ,di vera libertà e lasciando ,poi che l'esperienza· risolv-esse i problemi pratici della vita. E allora, le discussioni, gli studii, le ipotesi, i tentativi pos sibili oggi e ,perfino i contrasti f·ra le varie tendenze sarebbero tutte cose utili per preparare noi stessi ai nostri cò111tpitifuturi. 1\1:aperchè dunque, se davvero sul1a question,e ·,economica le dif,ferenze sono più apparenti che r•eali e sono in ogni modo facil- . mente superabili, perchè q·uest' eterno dissidio, questa ostilità che qualche \·olta ,div,enta vera inimicizia tra uomini che, come dice N ettlau, sono tanto vicini e sono tutti animati dalle ste?se passioni e dagli stessi ideali? · -Gli è che, come ho detto,· la differ.enza tra i progetti e l,e i.potesi sulla futura organizzazione economica' della società auspicata non è la ragione vera della persistente divisione, la quale invece è creata •e mantenuta da a;:>iù importanti, e sopratutto più attuali, dissensi morali e politici. Non parlerò di quelli che si ,dicono individualisti anarchici, e poi manifestano istinti ferocemente borghesi proclamando il loro disprezzo .per l'umanità, la loro insen:,ibilità pei dolori altrui e la loro voglia di dominio. Nè parlerò di quelli che si dicono comunisti anarchici, e poi in fondo sono degli autoritarii che· credono ,di ,possedere la verità assoluta •e si attribuiscono il diritto di imporla agli ·altri. Comunisti ed individualisti hanno spesso avuto il torto di accoglier·e e riconoscere co-- me compagni alcuni che non hanno di comune con loro che qualche ,espressione verbal,e e qualche a1 pparenza esteriore. Io intendo parlare di quelli che considero veri anarchici. Questi soto divisi sopra molti punti ·d'importanza reale e attuale, e si classificano comunisti o individualisti, gencralm,ente per tradizion•e, senza ch,e le cose che realmente li dividono abbiano nulla da fare colle questioni riguardanti la società futura. Tra gh anarchici vi sono i rivoluzionari, i quali credono che bisogna colla forza abbattere la forza c'he mantiene l'ordine pr,esente per creare un ambiente in cui sia rx,ssibile la libera ,evoluzione degl'individui e delle collettività - e vi sono gli educazioBibliotecaGino Bianco nisti i quali pensano che si possa arrivare alla trasformazione sociale solam,en te trasf orrr1audo prima gl'individui per m,ezzo dell'educazione e della propaganda. Vi sono i ~partigiani_ della non-resistenza, o della resistenza passiva ch,e rifuggono ,dalla violenza anche quando serva a ·r,esping·ere la violenza e vi sono quelli che am,mettono la necessità della violenza, i quali sono poi a loro volta divisi in quanto alla natura, alla portata ed . ai limiti della violenza lecita. Vi sono dis- · sensi 1 iguardan ti l'attitudine degli anarchici di fronte al ·movimento sindacale; dissensi sull'organizzazione, o non organizzazione propria degli anarchici; dissensi permanenti, o occasionali, sui rapporti tra gli anarchici e gli altri partiti sovversivi. E' su qu,este •ed altr,e questioni del genere che bisogna cercare •d'intenderci; o se, com•e .pare, l'intesa non è possibile, bisogna sa,persi tollerare : lavorare insieme quando si è d'accordo, e quando no, lasciare che ognuno faccia come crede senza ostacolarsi l'un l'altro. Poichè, tutto ben considerato, nessuno può essere assolutam·ente sicuro di aver ragione,. e nessuno ha sempre ragio,ne. ERRICO JVIALA TEST A. La inezzadria non va esente da gravi inconvenienti. Siccome il proprietario ha una quota fissa 11-el 1 prodotto lordo, il mezzaiuolo non è eccitato a imp,rendere quelle colture che danno il maggior prodotto, sì quell,e che -esigono minori spese. Inoltre i n1ezzadri sono in generale amici delle tradizioni, avversi alle novità e sanno all'uopo opporre la terribile forza dell'inerzia al prQprietario che cercasse d'imporre per contratto l'introduzione di qualche me~odo nuovo. Si aggiunga ch•e non essendo le terre in un dato paese dotate -dello stesso grado di fertilità, ed essendo, invece, una sola la misura delle divisioni dei frutti, ne possono 1 isultare delle diversità considerevoli nelle condizioni ,delle varie famiglie di mezzajjuoli. D'altronde il proprietario è poco eccitato a far grandi opere di miglioramento, perchè SH c:he ·una parte del frutto che se n•e potrebbe trarre dovrebbe aippartenere al mez.- zadro. EMILIO NAZZARI Sunto di Econolmia politica, 1924.

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