Pensiero e Volontà - anno III - n. 3 - 1 marzo 1926

PENSIERO E VOL0 1 NTA' 55 ----------· -·-- --------------------------- • Ancora. su · Moviniento Riportianio l'articolo che Malatesta ha 1nandato a El Productor' di Barcelona co·n:e risposta alle critiche Pro'Vocate dall'altro suo art.icolo sullo stesso argo11iento, che 1·iportan1rno ù1 Pensiero e Volontà del 16 dicembre. Si tralla se1npre della qu,estione de-i raPPorti tra i 1n~'Vrimenti ideologici (o partiti po .... litici chle dir si rv·oglia) ed -il 1no'vi11zento operaio: qu·estione 'Vecchia e discussa sino alla noia, ,na che resta se11iPre di att-ualità. Decisamente io non riesco a farn1i comprendere dai compagni di lingua spagnuola, · almeno in ciò che riguarda le mie idee sul movimento operaio e sull'azione che gli anarohici dovrebbero esercitare in esso per cavarne il maggior vantaggio per i propri fini di integrale liberazione un1ana. Cercai di spiegarmi in un articolo pubblicato nel Productor de11'8 gennaio (articolo il cui titolo « .~1ovimento operaio e anarchismo>> fu malamente tradotto « Sindacalismo e anarchismo»); ma dal le risposte che ho visto in quei numeri del Productor che mi sono pervenuti vedo che non ho saputo farmi comprendere. Ritorno dunque sull'argomento colla siperanza di successo migliore. La questione :è questa : d'accordo coi compagni spagnuoli e sud-americani sulla finalità anarchica ohe deve guidare tutta la nostra attività sociale, sono in contrasto con alcuni di -essi sul se conviene o no imporre ai sindacati 0tperai il programma, o 1piuttosto l'etichetta anarchie.a - ·e, non riuscendo a far accettare dalla maggioranza detto programn1a, se convenga meglio restare in s-eno all'organizzazione generale per farvi propaganda ed esercitarvi opera ,di controllo e di owosizione contro le tendenze autoritarie, monopolistiche e collaborazioniste che si manifestano generalmente in og-rri organizza- ~ione operaia, optpure separarsi e formare delle organizzazioni di minoranza. Io sostengo che, non essendo anarchica la massa degli operai, un'organizzazione operaia che s1intitola anarchica, o d.eve esser composta di soli anarchici e quindi non essere che un semplice ,ed inutile duplicato dei gruppi anarchici, oppure restare .aperta ·agli operai di tutte le opinioni ,e quindi ridùrre 1 'etichetta anarchica ad unia semplice Bibl" eca no • 1ar , operato e Anarchismo lustra, buona solo a compromettere gli anarchici nelle mille transazioni, cui è costr-etto un sindacato che lotti nell'ambiente attuale e voglia difendere gl'interessi imm-ediati dei suoi membri. Contro _la mia tesi iho visto un articolo di Gabriel Biagiotti ed uno di D. Abad de Santillan. Al Biagiotti sarei disjposto ia non rispondere affatto, •per insegnargli che quando si vuol discutere bisogna badare a non off-endere gratuitamente i proprii contradittori. Egli infatti comincia col dichiarare che non pretende mettere in dubbio la mia sincerità (il che già significa metterla in discussione) ed arriva a dire che « se la dichiarazione di ·Malatesta è sincera, ,detto · compagno non tarderà a ricredersi ». Vale a dire che si è in cattiva fede se non si accettano 1e idee di esso Biagiotti ! ! ! ·Con uno che !Parla così non si discute: ma poiohè quel che m'interessa è 1a ,propaganda <lelle mie idee e non la persona di Biagiotti, -passo sopra alle sue cattive maniere e rispondo ai suoi · argomenti... -per quanto sia riuscito a capirli nella sua veran1ente non troppo limpi<l.a esposizione. Biagiotti afferma che secondo me « gli anarchici non debbono darsi un' organizzazione 1Propria, ispirata alle nostr-e idealità ». Questo :è proprio il contrario di quello che realmente io •penso ,e dico. Per me l'essenziale è che gli anarchici si intendano, si aggruppino, si organizzino tra loro per i fini pr0iprii; e siccome quasi tutti gli anar ~hi~i sono operai, ogni loro organizzazione è· di fatto un'_organizziazione di operai. Ma questo è cosa diversa dall'organizzazione operaia, la quale riunisc-e gli o[)erai in quanto operai e non in quanto anarchici. Per me l'organizzazione operaia è un mezzo ~datto •per cominciare l'educazione rivoluzionaria dei lavoratori, un campo per la propaganda anar- . chica, una fonte a cui attingere gli elementi per le nostre lotte; ma è sempre niente altro che un mezzo, e non il solo mezzo •e non sen1pre il migliore. Lo scopo nostro è quello di spingere gli operai seI11tJ)repiù verso i nostri ideali, e per questo io credo che bisogna starvi in mezzo, e che più essi sono .arretrati e più grande ,è il nostro dovere di accostarli e di educarli - senza pregiudb·io,

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==