Pensiero e Volontà - anno III - n. 2 - 1 febbraio 1926

• . . 34 PENSIERO E VOLONTA' lo dichiara ad un patto, e il patto è che si osservino le leggi e i regolamenti. Ora sapete quali sono queste leggi 1 Le leggi di Pubblica. sicurezza e quella d'Igiene ». Affermazioni queste notevoli, ma che non oonclusero nulla. Nel 1883 la Camera constatò che non s'erano fatti che sterili diseorsi e sterili relazioni e che i fatti erano intera, mente mancati. In una discussione di quel1' anno il principe Ruspoli, disse di aver, come Sindac·o di Roma, p.resentato al Ministero una memoria in cui diceva : « La facci'amo noi la bonifica dell'Agro. Qual'è il concorso che vuole dare il Governo 1 » Ma il 9"overno aveva fatto il sordo. In una seduta dello steeso anno, Ubaldino Peruzzi autore di una notevole relazione sulla bonifica dell' .t.\..gro,. giunse a proporre un monumento ad Umberto 1, vivo, per la risur .. rezione dell'Agro, chiudendo il suo discorso con l'augurio ai colleghi di ritrovarsi il giorno dell'inaugurazione. - Grazie, grazie del1' augurio - risposero, sogghignando, molte voci di scettici.- - L'accettano tutti 1 - ag .. giunse il peruzzi, ·con un certo risolino. E le solite voci : - Sì, si, tutti, tutti.... <( E' :finita Ja malaria, allora 1 » domandò, argutamente la voce di Ferdinando Martini. Il risolino del Peruzzi e la ironica domanda del Martini hanno avuto la più ampia conferma. Ancor oggi l'Agro romano è una terra irredenta. Il governo, che con la concessione dei mutui poteva fare buoni affari o facilitare l'opera di redenzione delI' Agro, ha sempre trascurato tale redenzione, per neghittosità e per non urtare gli interessi dei latifondisti. * * * Quali sono le condizioni dell'Agro Romano 1 Cominciamo dalle notizie geografiche. La superficie dell'Agro è, secondo i calcoli del Nicolai, di 100.000 rubbie, cioè circa 208 mila ettari, comprendedovi Roma. E' un vasto territorio in forma di ventaglio aperto, limitato al Sud ed al mezzogiorno dal mare; al .Nord dai primi contrafforti dei monti Sabbatini; al levante dai monti Cur-niculanj e Tiburtini; e, in basso, dai monti Tuseolani. E' una vasta monotona pianura leggermente inclinata verso il mare. La parte veramente piana è limitata alle vallate del Tevere e del· l' Aniene. Il resto è formato ·da una serie di ondulazioni che si elevano dal iii.are. poeo a poco ai primi contrafforti dell'Appennino. Biblioteca Gino Bianco· Raffaele Pareto, in un suo libro sulla camp,agna romana, distingue tre zone : l O La zonà inferiore ohe rasenta il litorale chiamato maremma; è un terreno sabbioso e sparso qua e là di roveti e di paludi. 2° La zono elevata, formata da terreni di natura. vulcanica, e che domina la zona del litorale. 3° La, zona dell'Appennino, che è formata dai monti Lepini, e le catene calcaree che servono di prolungamento all'Appennino. Le paludi Pontine, continuazione dell'Agro, sono circa 30Q.0OO ettari di terreno, alluvionale, molto fertile. Fin dal 1891 associazioni cooperative ·hanno bonificato e colonizzato parte di questo territorio .. E' erra.to credere che la campagna romana sia di una grande fertilità. Vi sono terreni fertilissimi, ~pecialmente lungo il litorale enelle vallate, ma vi sono terre poverissim~. 1 ungo e sopra. le colline. , Cosl non bisogna creder che r Agro Romano. sia un deserto. Ecco quanto scrivev-a, -ar11111aestn. proposito un conoscitore dell'Agro Romano► il compagno «· Folgori te », sul Libertario : « La base del sistema di sfruttamento dei terreno dell'Agro Ro1nano sta nell'esistenza delle grandi unità culturali chiamate «tenu ... te», con le .quali è divisa tutta la superficiedell'Agro stesso. Trenta anni or sono, si contavono circa 360 «tenute» e 28 piccole mas-. serie, di una distesa· totale di 900 ettari circa. · Fra le «tenute», levandone 48 inferiori a 100 ettari ,ne restavano 312 varianti da un minimo di estensione di 100 ettari e di un. massi1uo di 7400. Tuttavia, bisogna rimarcare eh~ le «tenute» di. 100 a 300 ettari, malgrado cn&- fossero 122~ non occupavano che 23. 711 ettari. ., Appena l'ottava parte della campagna roma" na .. La Htenuta tipo» romana occupa una superfici.e da 500 a 1000 ettari. Al disopra ed al di sotto di queste due cifre, il si sterna di coltivazione a,ttualmente 1n vigore non può più funzionare normalmente. Esso consiste nell' ~llevamento dèi bestiami e nella produzione del grano. Questo è ordinariamE}nte coltivato nei terreni più fertili, vale a ~ire in quelli delle vallate. In certe località e.} rn certi periodi, la coltivazione si estende anche alle terre più povere delle colline, ma ciò in via eccezionale. La coltivazione del grano nei terreni più· fnrtili si pratica consecutiva1nente durante 7 ed anche 8 anni, ma è normalmente sottomessa ad un. sistema di rotazione ohe prende il . nome di terzeria o quarteria. Nel primo caso, si semina il gr&n<i>,1a p~ima

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