Pensiero e Volontà - anno III - n. 2 - 1 febbraio 1926

32 PENSIERO E ~VOL0NT A' l'arte di rendere oscuro ciò che è chiaro. lo sono un pro:f ano e, così, empiricamente, . per mio uso personale, divido ciò che dicono « ì filosofi » in· due parti : quello che capisco e quello che non capisco. :Nella parte che capì~ s-co trovo verità, errori," dubbii, i.potesi, pro•• blemi tutte cose altamente interessanti, ma, che i~fine rientrano tutte nel campo dell'indagine sci~ntifica, se :fra le scienze s'includono la logica e la psicologia. Nella parte che non capisco mi par di vedere fantasticherie, tautologie logomachie.... ma poichè non capisco, sarà più prudente astene-rmi dal giudicare. Restiamo sul terreno solido della scienza. Sc-0po della ricerca scientifica è di studiare . la natura, di scoprire il fatto e le « leggi » _ che lo governano, cioè le condizioni nelle quali i! fatto necessa-riarn~nte avviene e necessariamente si riproduce. Una scie:1za è costituita quando può prevedere ciò che a vver-rà, non importa se sappia o no dirne il perchè: se la previsione non si avvera, vuol dire che vi era errore e nÒn· c'è che da procedere a più ampia e più profonda indagine. Il caso, l'arbitrio, il capriccio, sono concetti estranei alla scienza la quale ricerca ciò éhe è :fatale, ciò che ' . non può essere dive.rsamente, ciò che è neces- . sar10. Questa necessità che collega tra loro nel tempo e nello spazio tutti i fatti naturali e che è còmpito della scienza ricercare e scoprire, ab-. braccia essa tutto ciò che avviene nell'universo compresi i fatti psichici e sociali 7 · I meccanicisti dico~o di si, e pensano che tutto è sottoposto alla stessa legge meccanica, tutto è predeterminato dagli antecedenti fisiCo:-. chimi.ci·: così il corso degli astri, come 1o sboeoiare di un fiore, come il palpito di un aman- , te, come lo svolgersi della storia. umana. Ed il sistema, ne convengo ·volentieri, appare bello e grandioso, 1neno assurdo, meno incomprensibile dei sistemi metafisici e, se potesse esser dimostrato vero, soddisìerebbe completamente lo spirito .. Ma allora, malgr~do tutti gli sforzi pseudo-logici dei deterministi per conciliare il siste1na con la vita e con il sentimento 1norale, non vi resta posto, nè piccolo nè grande, nè condizionato nè incondizionato, pe:r la volontà e per la libertà. La vita nostra e quella delìe società umane sarebbe tutta predestinata e prevedibile, ab eterno e per l'eternità, in tutti i minimi pa1~ticolari al pari di ogni fatto· meccanico, e J a nostra volontà sarebbe una semplice illusione come quella della pietra d1 cui parla Spinoza, che cadendo avesse cosc1en- ' . BibliotecaGino Bianco za, della sua caduta e credesse· c~e ea;<depercbèvuoì oadere. Ammesso questo, che .meccanicisti e deterministi non possono non ammette:rte senza contradirsi, diventa assurdo il voler r~golare la pro-- pria vita, il volere eduçarsi ed edttcaFe,. il volere riformare in un senso o ne1Fa1tro l'organizzazione sociale. Tutto questo affaccendarsi degli uomini per preparare Win n1iglior avvenire non sarebbe che l'inutile frutto di una illusione~ e non potrebbe durare dlopo che si ~· ~coperto che è una illusione. E' vero che a11:ehe- . l'illusione, anche l'assurdo sarebbero )P:rodottifatali delle ·funzioni 1neccaniche del cervello e come tali rientrerebbero r;iel sistema. Ma,. a,n- · cora una volta, quale posto resta alla volontà,. alla libertà, all'efficacia dell'opera umana sulla vita e sui destini dell'uomo i Perchè gli uon1ini abbiano la fiducia, o a~- · meno la speranza, di poter fare opera utile,, bisogna ammettere una !orza creativa una ' causa prima, o delle cause prime, indipendenti dal mondo fisico e dalle leggi 1neccani che, e questa forza è quella che chiamiamo volontà. Certa1nente, ammettere questa forza signif icit negare l'applicazione generale del principio di causalità e di ragion sufficiente, e la nostra logica si trova imbarazzata. Ma non è sempre così, quando vogliamo rimontare alla origine delle cose~- Noi non sappiamo che cosa è la volontà; ina sappiamo forse che cosa è la ma.teria, che cosa è l'energia i Noi conosciamo i fatti, ma non la ragione dei fatti e, comunque ci sforziamo, ·a1·riviamo se~pre ad un effetto· senza causa, a una causa prima - e se per spiegarci i fatti abbiamo bisogno di cause prime sempre presenti e sempre attive, ne accetteremo l'esistenza ~o~e una ipotesi necessaria, •o almeno comoda. Considerate così le c.ose, còmpito della scienza è quello di scoprire ciò che è fatale (leggi 11aturali) e stabili1'e i limiti dove finisce la necessità e co1nincia la libertà; e la grande su~ utilità consiste nel liberare I1uon10 dalFillusio- , ne dì poter fare tutto quello che vuol~ ed all~rgare sempre più la sua libertà effettiva. Quando non si conosceva la fatalità che sottopc,ne -tutti i corpi alle leggi di gravitazione, l'uomo poteva credere· di poter volare a suo piacere, ma :restava a terra; quando la scienza ha scoperto le condizioni necessarie per sostenersi e muoversi nell'aria, l'uomo ha acquistato la libertà di volare realmente. . In conclusione, tutto ciò che sosten,go è 'che l'esistenza di una volontà capace di produrre

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