Pensiero e Volontà - anno II - n. 15 - 16 novembre 1925

PENSIERO E VOLON·T~t\.' perenne realizzazione. (1\Ia una forte volontà, com'era in Bruno, si muta in fede e in teli gione appunto in rapporto alla ~peranza, anzi alla certezza del trionfo, da cui quell~ è animata e che da quella scaturisce. Senza che Giordano Bruno si sia preoccu. pato di fissare dclihr ratamente e secondo uno schema prestabili,o, in un Javo;o organico delle norme c·oncrete di condotta morale, j suoi princip1i ntorali scaturiscono da ogni pagina, si può <lire, delle sue opere (1). In sostanza la sua à la morale dell'azione, dello sforzo, della -continua tensione, dell'auto1iberazione, contro la morale asinina della r::i~- segnazione e dell'obbedienza. La mia religione, egli dice in sostanza, vale a dire la norma morale della condotta ' io la debbo unicamente alla mia ragione a1 . ' << lume naturale>> del mio intelletto; ed è la ragione e l'intelletto che vedono Dio in tuttu le cose. Io ho << intenzione di trattar J.a mo.. ral filosofia secondo il lume interno che in ' me have irradiato e irradia il ,divino sole 1n .. tellett.ua]~ >> (2). Asini e ignoranti sono quelli che ricevono il lume dal di fuori, che conoscono Dio ,per mistica rivelazione, per sola fede e non << per scienza ed opre »· ed essi . ' sono, 1n paragone a coloro che vedono la verità per virtù propria, come l' « asino che Porta li sacramenti>> (3) senz'averne meritfl alcuno. La verità insomma, in tutti· i suoi gradi deve essere per l'uomo non un dono dall'alto, bensì una sua conquista dello studio e del lavoro, dell.a 1otta e del sacrificio, !Perseguita attraverso ogni ostacolo senza curarsi del favore dei potenti o del plauso delle mol~ titudinL A questo con1andamento morale della sna coscienza Giordano Bn1no volle e seppe ubbidire fino ,all'ultimo. E la sua gloriosa e orribile fine sul rogo sugg,ellò la sua fede nella rivolta del ,pensiero, nella tendenza dello spirito a superare il mondo circostante ed a vincere in sè stesso i1 dolore e la morte. In que11a mattina del r7 febbraio 1600, mentre il martire della libera filosofia ---- frate .tPostata ed eretico i111penitente - persev :tanclo nella su.a os'tinatione - senza 'Voler ascoltare nè confortatori nè altri (4) - ·-· -- - - <l) AR'l'UR<> LABRIOLA. ve<li in ·· Degli eroici furori,. disegnati i lineamenti cl'una morale e.ho elin1ina la nece8sità di una educar.ione eccleijiastic-a (A. I.JAl">RJOLA, Giovanni Hov'io e Giotdano B uno). · (2) G. Bitm,rn: Op. italiane, Vol. II, }Jag. 7. (3) G. BRPNo: Op. italiame, Vol. II, pag. 333. (4.) Parole testuali con cui si dette notizia del su11plizio di B1·uno negli "Avvisi,, del tempo e se ne conservò memoria nei registri dei Confortatori clei Moribondi. · BibliotecaGin 18 CO era condotto ,dal braccio secol.are, cui l'aveva abbandonato la Chiesa, verso la catasta su cui doveva ardere a ,Campo di Fiore, si sarebbé potuto dire che per sè stesso e !Per quell'istante cli eroismo supremo avesse egli nove; anni prima, quasi profeta, nel poema latino De Alonade, Nu11iero et Figura messo in bocca al « gallo morente» questi magna- . . . n1m1 versi : « Ho lottato e molto : credetti ,poter vincere, e la sorte e la natura repressero lo studio e gli s.forzi. Ma qualcosa ,è già l'essere stato in campo; giacchè il vincer, lo vedo, è nelle mani del fato. Ma fu in me quel che poteva, e che nessuno delle gene1azioni venture mi negherà; quel c·he un vincitore poteva metterci di suo; non àver temuto la 1norie, con jernio viso non aver ceduto a nessun mio simile, aver preposta una morte ani111,osa. itna vita imbelle >> (1). Dopo due secoli di vittorie scientifiche e politiche del Pensiero e della Rivoluzione sembra oggi che La società civile stia sprofon,dan do in un periodo di crisi ohe molto assomiglia al fosco inizio .di quel Seicento di decadenza e di morte che s'aprì col rogo di Bruno. Mutate le ·idee, con fini diversi, gli uomini resta ti fedeli alla ca usa del progresso umano debbono far proprio l'eroico proponimento di lotta e di sfida al dolore e alla morte, che Giordano Bruno si dava per~ programma negli ·ultimi ianni della sua vita. Forse La rivincita della civiltà non è vicina come noi vorremmo. Ma la storia nori . si misura a giorni. :Forse a1 liberi ed a1 vo1enti si preparano giorni di nuove sconfittc e miserie e dolori; e la loro via si farà a n1ano ch,e saliranno fpitùaspra, difficile, irta di sassi taglienti e di rovi, che strapperann9 al viandante lacrime di sangue. Non importa : bisogna perseverare, bisogna continuar~ a salire verso le ideali cime; e dove il passo sia più difficile e contrastato, dove la torn1enta più infurii col sno soffio di distruzione e di morte, ivi più forte a &è stesso ogni viandante del santo cammino deve rinetere il monito del Poeta : {5 gni viltà convien che qui sia morta. LUIGI FABBRI. (1) H. BRtrNn: De ·Monade etc•. c-a1>. VlI in 011ei·a I, II, 425 (Citazione. e traduzione dn1 latino di GIOVANNI GENTILE in Gi01·dano Bruno ed il pensie,·o del RinaRcimento, pag. 4-950

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