Pensiero e Volontà - anno II - n. 14 - 1 novembre 1925

.. ...---=---------;:------------;i;-----.--~-------- J PEN:SIERO E VOLONTA· 323 dlelusione, ed ognuno si domandava come mai lo Marche che avevano dati gli episodi della Settimana Rossa e della rivolta contro la minaooiata guerra albanese, si fossero piegate così subitamente e così docilmente al partito conquistatore. La risposta, allora, non venne... Si pensa,. rono molti perohè, ma non si concluse nulla. F.' bene ora, a tre, anni di distanza, approfondirci nella realtà per svelare l'origine del fenomeno. .. *** Or è qualche mese, a cura della Federazjone Italiana dei Consorzi Agrari di Piacenza, ven .. ne pubblicato un volume di Francesco Coletti : «~a popolazione ru1·ale in Ita.lia ed i suoi ca• 1atteri demografici, psicologici e sociali ». Il Coletti è professore di scienze economiche all'Università di Pavia, è valente scrittore in materia di problemi di politica agraria e rurale, ed è marchigiano. ~ atura,le quindi che ' ' una parte del libro par li delle Marche e scenda con indaginé diligente e profonda nel car rattere della regio~e rivelandone la vera essenza, quell'essenza che sfugge all'osservatore superficiale e che spiega perchè le Marche, og.. gi, malgrado il regime fascista, siano una delle regioni più tranquille d'Italia. « I rn,o,rchigiani, nella loro grande maggio• ranza, · .~ono piuttosto indifferenti per la poli .. t1.ca -, dice il Coletti nel capitolo: « Le Mar .. che e i moti del 1914 » -. Essi, storicamente, non ne hanno potuto acquistare la passione coll'esercizio, preclusi come erano, sotto il paterno regime papale, da ogni seria partecipazione alla cosa pubblica, monopolizzata dagli ec~lesi,astici. .~I a ciò che non meno importa è. che lt:,stesse part1:colarità della vita econornli,caeh' è propria dv essi, non ve li hanno spinti. Le a.• zie.nde sono piccole e quasi indipendenti le u·ne dalle altre, gran parte della vopokizione è svarsa o 'raccolta in centri talora minuscoli, '111n discreto benessere è diffuso. Da questo vengono fuori '111n v'l:vo senso i!ndiviooalistico, talora sinnto s1·no alla ripugnamza ad associar.~i, e wna certa a'cq1.descenza passiva allo stato che si go_de; secolarmente tramandato dagli avi. Dove mancano spiccati interessi collettivi che ricollegltino le persone e difetta ed è tenue il pungolo del malcontento non si d_etermin01no grandi correnti poUtiche u. Ho riportato gesto passo del libro del Coletti perçhè in esso, con poche e chiare pennellate, si spiega il carattere tipico dell'economi& mar-- chigiana e la conseguente psicologia degli ahi. tanti la regione. Regione eminentemente agri .. cola con dominio assoluto della pura mezzadria; regione artigiana, per ciò che riguarda ' Findustria, in cui la grande azienda moderna eJ accentrata è quasi sconosciuta. Ancona, come città commerciale, non è un centro disprezzabile anche perchè il suo porto fa sì che la città sia centro d'arrivo e di par .. tenza di merci svariate non solo per le Marche, mèt anche per altre zone; questo fatto però non determina che la capi tale marchigiana sia cen• tro urbano di grande agglomeramento di mas. 88 e di traffico intenso : anche in Ancona pre·• vale l'artigianato e il piccolo commercio. Scorrendo i dati statistici che il Coletti espone nel libro citato si possono avere cifre interessanti. Il censimento del 1911 dava alla regione un complesso di 1.093,263 abitanti, ed il Coletti, fatti i dovuti calcoli, ha stabilito che il numero complessivo dei rurali - e cioè degli appartenenti a famiglie che abbiano per capo un agricoltore - sale alla cifra tonda di 660 mila. Volendo precisare il numero degli ap. partenenti alle di verse categorie di agricoltori, il Coletti ha stabilito su datj di fatto controllati che per ogni 100 marchigiani d'ambo i sessi e di oltre dieci anni di età addetti aJI 1 agri .. coltura, 58 sono mezzadri, 12 lavorano terreni propri e sono cioè piccoli proprietari, 25 sono giorna.li~ri. II rimanente 5 per cento appartie~ ne a categorie trascurabili. Da questi dati ri sulta che le Marche hanno la maggior quota di mezzadri di qualsiasi altra regione, comprese la Toscana e l'Umbria ·che sono le regioni ti.pi. che della mezzadria. Come conseguenza ne de)· iva che la popolazione vive sparsa per le carr1pagne : sopra cento abitanti - precisa il Co. letti - 54,50 vivano sparsi. Le Marche, salvo un centro di grandezza media, Ancona, non hanno che centri piccoli o piccolissimi : il 75 per 100 dei comuni vanno da 1000 a t>000 abi tanti e per giunta ogni corµune è diviso in nu• merose e minuscole frazioni. Se dall'agricoltura passiamo all' artig1a,natu, i dati statistici tratti dal censime_nto del 1911 dicono che dei 123 mila marchigiani di età su. periore ai dieci anni addetti all'industria 26 ' mila appartengono ad imprese occupanti più di dieci persone e 97 mila lavorano o da soli o in impre~ occupanti meno di dieci persone e sono perciò o artigiani o minuscoli indu, striali. Da questi dati statistici significativi si de, dlire che nelle Marche la ricchezza è diffusa in tante piccole quote. - Se non c'è alta ricchez"' 81 Jj tee ·G o

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